Plinio Corrêa de Oliveira

 

 

Comunismo e progressismo verso una "Chiesa-Nuova"

IV – I “gruppi profetici”, artefici della lotta di classe per la disalienazione della Chiesa

 

 

"Catolicismo", Aprile-Maggio 1969 (*)

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I nuovi carismi di cui vivrà la Chiesa-Nuova, oggi non li riceve più la Gerarchia, bensì il popolo fedele. Spetta quindi alla Gerarchia, come abbiamo visto, obbedire al popolo.

A tutto il popolo? In realtà, esso dev'essere, se non  governato, per lo meno illuminato e capeggiato dai gruppi carismatici e profetici che lo Spirito suscita nella Chiesa per dare una testimonianza.

L’insieme di questi gruppi formerà, allora, all'interno della Chiesa invertebrata a cui sognano, una rete d’influenze alla quale spetterà il vero potere.

Ciò aumenta l’interesse dello studio sulla struttura e sui metodi dei “gruppi profetici”, che più avanti faremo.

Peraltro è tra i loro membri, come rappresentanti naturali del laicato, che si dovrà reclutare la Camera popolare dentro la Chiesa-Nuova.

Quali sono i mezzi di cui dispone il “movimento profetico” per promuovere la sovversione riformista nella Chiesa? 

1. L’estensione del “movimento profetico”

I “gruppi profetici” sono numerosi. Esistono in molti paesi. Essi corrispondono – per il convivio intimo che proporzionano – a profondi aneliti di sociabilità, dell’uomo contemporaneo smarrito ed isolato nell’anonimato delle grandi moltitudini. Per questo e per altri motivi, il loro numero rende a moltiplicarsi indefinitamente. 

2. La struttura segreta del “movimento profetico”

Questa struttura è flessibile e molto adatta a promuovere la sovversione nella Chiesa.

I “gruppi profetici” sono vere cellule, con un numero variabile di persone. In ogni caso, tale numero non giunge mai ad essere grande. Di queste persone, non tutte sono al corrente, con la stessa profondità, dei fini, dei metodi e delle connessioni del gruppo. Ognuna delle cellule è in questo modo una minuscola società segreta.

Ogni cellula ha un contatto abituale con altre delle stesso genere, il che fa del movimento un immenso ingranaggio con una miriade di piccoli pezzi.

A questa unità funzionale si somma un’altra, più preziosa: tutte mirano allo stesso fine, ossia, alla lotta di classe per imporre dentro la Chiesa una riforma disalienante.

Si deve menzionare ancora l’uniformità con cui utilizzano, sia per il reclutamento, che per la sovversione, gli stessi metodi complessi e sottili. Di questi metodi parleremo più avanti.

Tutti questi fattori rendono i “gruppi profetici”, visti nel loro insieme, un movimento impressionantemente uno. Avranno forse, come espressione di questa unità, una direzione centrale suprema? Lo studio di “Ecclesia” non lo dice esplicitamente. Ma i dati forniti dalla rivista rendono impossibile non rispondere con l'affermativa, posto che non si vede come conservare fedeli a una dottrina complessa, mantenere uniformi nella loro delicata strutturazione interna, nonché nei loro metodi raffinatamente specializzati, una tale miriade di corpuscoli esistenti in paesi diversi e distanti. Quanto maggiore la molteplicità e la varietà di un insieme, tanto maggiore la necessità di un vincolo strutturale forte per mantenerlo unito. Di conseguenza, anche nella loro direzione centrale, i “gruppi profetici” sono - concludiamo noi – un'organizzazione clandestina.

In quale modo questa direzione centrale mantiene effettivo ed ignorato il suo potere sulle cellule? Le apparenze, rispondiamo, fanno pensare a un compromesso assunto da elementi più graduati che, loro sì, sarebbero messi al corrente dell’esistenza di una direzione centrale.

Per quale motivo conservare tutto ciò nel mistero? La ragione è semplice. I “gruppi profetici” si presentano come il frutto spontaneo di una pioggia di carismi ad animare un laicato che un'evoluzione profondamente naturale, e anch'essa spontanea, l'ha reso adulto. Quindi non possono darsi le arie di un movimento organizzato da una piccola cupola, astuta ed efficiente. 

3. I metodi di reclutamento e formazione; l’iniziazione “profetica”

Un “gruppo profetico” penetra, vive e si moltiplica sempre in un ambiente o istituzione cattolica, come un batterio penetra e vive nel corpo. Esso nasce, in generale, dall’azione di uno od alcuni agitatori discreti, che tengono riunioni su temi simpatici e molto generici, - la pace, per esempio. Tra gli ascoltatori di queste riunioni si recluta la prima manciata di adepti.

Per non suscitare sospetti, gli agitatori invitano, per questa o quella riunione qualche Sacerdote o Vescovo che – ingenuo o complice, supponiamo – approvi e benedica.

Reclutato progressivamente un maggior numero di membri, incomincia l’inoculazione sovversiva.

Questa inoculazione ha due fasi. Nella prima, si procede alla graduale diffamazione della Chiesa “costantiniana”. Nella seconda, si attizza il fuoco negli animi, facendoli desiderare le riforme che trasformeranno la Chiesa “costantiniana” in una Chiesa-Nuova.

Questo lavoro è avviato lentamente, con piccoli sarcasmi lanciato qua e là, con frasi sciolte e con slogans accurati. I membri che corrisponderanno favorevolmente a questi stimoli sovversivi verranno promossi alla conoscenza di orizzonti rivoluzionari più ampi. Gli altri saranno tenuti a mollo, silenziati e rimossi.

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I - Disalienazione: ribellione contro ogni superiorità e disuguaglianza

II - Il supremo obiettivo “profetico”: una Chiesa non alienante e né alienata

III – Soltanto la lotta di classe otterrà la disalienazione dentro la Chiesa

V - Come i “gruppi profetici” attuano la lotta di classe nella Chiesa

VI – Relazioni tra il “movimento profetico” e il progressismo

VII – I “gruppi profetici” sono al servizio del comunismo

VIII – Viabilità del piano comunista a proposito della Chiesa-Nuova

(*) Rivista "Catolicismo", Aprile-Maggio 1969. Riassunto analitico dell’articolo di “Ecclesia” - Titolo originale: Insubordinação, "desalienação", fio de meada dos mistérios "proféticos". I grassetti sono a cura del Circolo Plinio Corrêa de Oliveira, chi ha fatto la traduzione.


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