San Charbel Makhlouf (24 luglio): un vero cedro del Libano

Catolicismo, San Paolo (Brasile), N. 650 – Febbraio 2005 (*)

di Plinio Corrêa de Oliveira

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Charbel Makhlouf (1828-1898), santo contemplativo di un ordine religioso di rito melchita del Libano, entrò in convento giovanissimo e visse in isolamento e meditazione.

Quando si guardano i suoi occhi, si ha l’impressione che siano due finestre aperte sul cielo. Occhi di un colore scuro e profondo – o forse marrone, ma molto scuro – che riflettono la profondità, e in quella profondità c’è qualcosa di sublime e celestiale. Si vede che sta guardando il cielo, che si riflette nei suoi occhi, e che dentro i suoi occhi c’è il cielo. È una vera meraviglia.

Il suo naso è caratteristico di un arabo. La sua barba è di un bianco venerabile e nevoso. Si potrebbe dire che sono fiocchi di neve appesi al suo viso. La sua barba si apre e lascia trasparire quello che c’è dentro, con una grazia e una leggerezza che non so come descrivere. Sembrano stalattiti e stalagmiti all’interno di una grotta.

Le sue sopracciglia sembrano le ali di un condor. Ma, va sottolineato, gli occhi sono la parte più importante di tutta la fisionomia. Assorbono tutto il resto. Quando si guardano questi occhi, non si pensa ad altro. Sono così fermi, così risoluti, così seri e così elevati! Appartengono a un uomo che, se il mondo intero gli cadesse addosso, non si muoverebbe. E se è suo dovere muoversi contro il mondo intero, agirà con serenità. Un uomo così muove il mondo! È uno dei miei volti preferiti da guardare.

Il suo volto è costituito da questa calotta nera, che trovo straordinariamente significativa. È vagamente conica e sembra fatta di pelliccia. Forse è di lana, perché la tonaca, che è nera, sembra fatta dello stesso tessuto. E il nero del copricapo corrisponde all’oscurità dello sfondo dello sguardo. Si potrebbe dire che qualcosa dello sguardo si estende su tutto il cappello. È luminosamente scuro e la sua forma allude all’altezza del suo pensiero, fino a Dio stesso.

San Charbel Makhlouf è un vero cedro del Libano!

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(*) Estratti da una conferenza tenuta dal Prof. Plinio il 21 maggio 1973. Senza revisione dall’autore.

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