di Plinio Corrêa de Oliveira
Non è senza un disegno della Provvidenza che la pace si sia firmata proprio nel mese di maggio, dedicato dalla pietà universale a Maria Santissima, e questo un po’ dopo che il Santo Padre si è raccomandato all’intercessione della gloriosa Madre di Dio per ottenere la pace.
Questa guerra è stata soprattutto una lotta ideologica, con la quale si è cercato di costringere l’opinione cattolica al terribile dilemma di scegliere uno dei due bracci della tenaglia in cui era venuta a trovarsi: o nazismo o comunismo. La Madonna, che «ha schiacciato tutte le eresie del mondo», ha voluto che nel mese di Maria si spezzasse uno dei due bracci: è morto il nazismo. Adesso dobbiamo chiedergli che sia spezzato anche l’altro, cioè che schiacci il comunismo.
Non si pensi, a questo proposito, che la pace di questa gloriosa Regina sia la pace della palude. È la pace del cielo, che brilla in tutto il suo splendore, mentre nell’inferno il male, legato e schiacciato, patisce gli eterni tormenti. Per questo, la Regina della Pace è per eccellenza la Regina della Vittoria, che conduce al trionfo, fra terribili lotte, il gregge di Cristo.
Queste lotte sono fra i figli di Maria ed i figli del serpente, separati fra loro da una inestinguibile inimicizia. È su questa inimicizia che ha scritto il Beato [adesso Santo, n.d.r.] Grignion di Montfort:
«Inimicitias ponam inter te et mulierem, et semen tuum et semen illius; ipsa conteret caput tuum, et tu insidiaberis calcaneo ejus – Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gen 3,5).
Dio ha fatto e preparato una sola ma irriconciliabile inimicizia, che durerà ed anzi crescerà sino alla fine: l’inimicizia tra Maria, sua degna Madre, e il diavolo, tra i figli e servi della Vergine santa e i figli e seguaci di Lucifero. Pertanto la nemica più terribile del diavolo che Dio abbia mai creata, è Maria, sua santa Madre. Fin dal paradiso terrestre – quantunque ella non fosse ancora che nella sua mente – il Signore le ispirò tanto odio contro quel maledetto nemico di Dio, e le diede tanta abilità per scoprire la malizia di quell’antico serpente, tanta forza per vincere, abbattere e schiacciare quell’empio orgoglioso, che il demonio la teme, non solo più di tutti gli angeli e gli uomini ma, in un certo qual senso, più di Dio stesso. Non già perché l’ira, l’odio e il potere di Dio non siano infinitamente maggiori di quelli della Vergine Maria, le cui perfezioni sono limitate, ma:
- perché Satana, che è superbo, soffre infinitamente più d’essere vinto e punito da una piccola ed umile serva di Dio e l’umiltà della Vergine lo umilia più che la divina onnipotenza;
- perché Dio ha dato a Maria un potere così grande contro i demoni, che questi molte volte furono costretti a confessare, controvoglia, per bocca degli ossessi, di temere uno solo dei suoi sospiri per qualche anima, più delle preghiere di tutti i Santi, e una sola delle sue minacce contro di essi, più di tutti gli altri loro tormenti.
Ciò che Lucifero ha perduto con l’orgoglio, Maria l’ha conquistato con l’umiltà. Ciò che Eva ha dannato e perduto con la disobbedienza, Maria l’ha salvato con l’obbedienza. Eva, obbedendo al serpente, ha rovinato con se tutti i suoi figli, che abbandonò in potere del demonio. Maria, rimanendo perfettamente fedele a Dio, ha salvato con sé tutti i suoi figli e servi, che consacrò alla sua Maestà.
Dio non ha costituito soltanto una inimicizia, ma delle inimicizie; l’una tra Maria e il demonio, l’altra tra la stirpe della Vergine santa e la stirpe del demonio. In altre parole, Dio ha posto inimicizie, antipatie e odi segreti tra i veri figli e servi della Vergine santa e i figli e schiavi del demonio. Non si amano tra loro, non c’è intesa tra loro!
I figli di Belial, gli schiavi di Satana, gli amici del mondo – che è la stessa cosa! – hanno sempre perseguitato e continueranno più che mai a perseguitare quelli e quelle che appartengono alla Santissima Vergine, come un giorno Caino ed Esaù, figure dei reprobi, perseguitarono i loro rispettivi fratelli Abele e Giacobbe, figure dei predestinati.
Ma l’umile Maria riporterà sempre vittoria su quel superbo, e vittoria così grande, che riuscirà perfino a schiacciargli il capo, dove si annida il suo orgoglio. Ne svelerà sempre la malizia serpentina, ne sventerà le trame infernali, ne manderà in fumo i diabolici disegni e difenderà sino alla fine dei tempi i suoi servi fedeli da quelle unghie spietate.
Ma il potere di Maria su tutti i demoni risplenderà in modo particolare negli ultimi tempi, quando Satana insidierà il suo calcagno, cioè i suoi poveri schiavi e umili figli che lei susciterà per muovergli guerra.
Questi saranno piccoli e poveri secondo il mondo, infimi davanti a tutti come il calcagno, calpestati e maltrattati come il calcagno lo è in confronto alle altre membra del corpo. In cambio saranno ricchi di grazia divina, che Maria comunicherà loro in abbondanza, grandi ed elevati in santità davanti a Dio, superiori ad ogni creatura per lo zelo coraggioso, e cosi fortemente sostenuti dall’aiuto di Dio, che con l’umiltà del loro calcagno, uniti a Maria, schiacceranno il capo del diavolo e faranno trionfare Gesù Cristo.
Infine, Dio vuole che la sua santa Madre sia conosciuta, amata e onorata ora più che mai. (…)
Ma chi saranno questi servi, schiavi e figli di Maria?
Saranno fuoco ardente, ministri del Signore, che metteranno dappertutto il fuoco del divino amore Saranno «sicut sagittae in manu potentis – frecce acute nella mano potente» (Sal 127,4) di Maria per trafiggere i suoi nemici come frecce in mano a un eroe.
Saranno i figli di Levi, molto purificati dal fuoco di grandi tribolazioni e molto uniti a Dio.
Porteranno nel cuore l’oro dell’amore, l’incenso della preghiera nello Spirito e la mirra della mortificazione nel corpo. In ogni luogo saranno il buon profumo di Gesù Cristo per i poveri e i piccoli, mentre saranno odore di morte per i grandi, i ricchi e i superbi mondani.
Saranno nubi tonanti e vaganti nello spazio al minimo soffio dello Spirito Santo. Senza attaccarsi a nulla né stupirsi di nulla, né mettersi in pena per nulla, spanderanno la pioggia della parola di Dio e della vita eterna, tuoneranno contro il peccato, grideranno contro il mondo, colpiranno il diavolo e i suoi seguaci. Con la spada a due tagli della parola di Dio trafiggeranno, per la vita o per la morte, tutti coloro ai quali saranno inviati da parte dell’Altissimo.
Saranno veri apostoli degli ultimi tempi. Ad essi il Signore degli eserciti darà la parola e la forza per operare meraviglie e riportare gloriose spoglie sui suoi nemici.
Dormiranno senza oro e argento, e, ciò che più conta, senza preoccupazioni, in mezzo agli altri sacerdoti, ecclesiastici e chierici (Sal 68, 14). Tuttavia avranno le ali argentate della colomba per volare, con la retta intenzione della gloria di Dio e della salvezza delle anime, là dove li chiamerà lo Spirito Santo.
Lasceranno nei luoghi dove hanno predicato, soltanto l’oro della carità, che è il compimento della legge (Rm 13, 10).
Infine, sappiamo che saranno veri discepoli di Gesù Cristo secondo le orme della sua povertà, umiltà, disprezzo del mondo e carità, insegneranno la via stretta di Dio nella pura verità, secondo il santo Vangelo, e non secondo i canoni del mondo; senza preoccupazioni e senza guardare in faccia a nessuno; senza risparmiare, seguire o temere alcun mortale, per potente che sia.
Avranno in bocca la spada a due tagli della parola di Dio e porteranno sulle spalle lo stendardo insanguinato della Croce, il crocifisso nella mano destra, la corona nella sinistra, i sacri nomi di Gesù e di Maria sul cuore, la modestia e la mortificazione di Gesù Cristo in tutta la loro condotta.
Ecco i grandi uomini che verranno e che Maria formerà su ordine dell’Altissimo, per estendere il suo dominio Sopra quello degli empi, idolatri e maomettani. Ma quando e come avverrà tutto questo?… Dio solo lo sa. Compito nostro è di tacere, pregare, sospirare e attendere: “Expectans expectavi – Ho sperato: ho sperato nel Signore” (Sal 40, 2)» (cf. Trattato della Vera Devozione a Maria, Parte Prima, Capitolo III).
(*) Trascritto su Spunti, Roma, Giugno 2005, pag. 8-11.