Madonna del Perpetuo Soccorso (27/6)

Santo del giorno, s/d 1964

di Plinio Corrêa de Oliveira

 

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La devozione alla Madonna del Perpetuo Soccorso si è diffusa in tutto il mondo e, per una serie di ragioni storiche e concrete, è diventata l’invocazione speciale della Congregazione dei Redentoristi. Come sappiamo, Ella è stata oggetto della diffusione di un enorme numero di grazie all’interno della Chiesa, ed è stata sommersa di favori, protezione e indulgenze.

Dobbiamo occuparci del titolo con cui la Madonna ha voluto essere venerata in questa devozione, e che si differenzia da diversi altri.

Ma prima di tutto vorrei far notare che questo titolo coincide con altri aspetti e altri titoli che richiamano la stessa idea. Per esempio, Nostra Signora del Perpetuo Soccorso e Nostra Signora Ausiliatrice: chi aiuta, soccorre e chi soccorre, aiuta; Nostra Signora Ausiliatrice e Nostra Signora del Sostegno [Nossa Senhora do Amparo]: chi sostiene, aiuta; chi aiuta, sostiene; chi sostiene, in qualche modo, aiuta e soccorre.

In altre parole, queste invocazioni, diverse perché nate in luoghi diversi, perché raccomandate ai fedeli in occasioni e circostanze diverse, celebrano in vario modo la sollecitudine con cui la Madonna interviene nelle vicende della vita quotidiana, sia di natura spirituale che temporale, sia nelle vicende che riguardano il destino dei singoli, sia in quelle che riguardano le famiglie, gli Stati, la Santa Chiesa, le famiglie delle anime, gli interessi della causa ultramontana. E ora celebrano la cura, la frequenza, la bontà e la condiscendenza con cui interviene per aiutare coloro che si rivolgono a lei.

Questo concetto, però, che è comune a tante invocazioni, ha un elemento proprio nell’invocazione della Madonna del Perpetuo Soccorso. È la parola “perpetuo“. “Nostra Signora Ausiliatrice” non è “Nostra Signora dell’Aiuto Perpetuo” così come non lo è “Nostra Signora del Sostegno Perpetuo”. Perciò, in questa invocazione della Madonna, ciò che viene glorificato in modo particolare non è il fatto che lei aiuta molto spesso, molto liberalmente, molto teneramente i cattolici, ma il fatto che questo aiuto è perpetuo. La perpetuità di questo aiuto è la norma su cui si pone l’accento in questa invocazione.

Ma perché la perpetuità di questo aiuto? Perché, se l’aiuto è una cosa molto preziosa, soprattutto quando viene dalla Regina del Cielo e della Terra, che può fare tutto perché è stata chiamata “la Supplicante Onnipotente” – colei che può fare tutto per il valore delle sue suppliche – allora l’aspetto più bello è la sua caratteristica d’essere perpetuo.

Immaginate una persona che è un mendicante, un miserabile, un lebbroso. Ma questa persona riceve, ad esempio, le grazie da una regina. Diciamo che è un disgraziato inglese, ma la regina Elisabetta II ha pietà di lui e di tanto in tanto gli dà un aiuto. Possiamo essere entusiasti della condiscendenza con cui la regina si rivolge al più umile e miserabile dei suoi sudditi e, dall’alto del suo trono, ogni tanto fa scendere qualcosa per questo soggetto. Possiamo estasiarci per la sua condiscendenza, possiamo rallegrarci per la felicità di questo soggetto quando gli arriva questa grazia inaspettata e immeritata, e possiamo quindi cantare le lodi della Regina.

Tuttavia, rimane sempre un problema: se un aiuto così facoltativo, un aiuto dato con tanta liberalità, viene dato a una persona che non lo merita in questo modo, questo aiuto non cesserà? Non arriverà un momento in cui la persona ne abuserà? Quando avrà fatto così tanto che non sarà più aiutata? Non arriverà un momento in cui la Regina, impegnata in altre cose, si dimenticherà di quella persona miserabile? Non ci sarà un momento in cui, stanca di dare così tanto, dirà: “Ho dato così tanto a quest’uomo e non ha mai sistemato la sua vita; ora smetterò di dare”? Non ci sarà un momento in cui la regina dirà: “Dopo tutto, ho molti che mi chiedono. Ho già dato molto a lui. In altre parole, la cessazione dell’aiuto è l’ombra che rimane all’interno dell’aiuto stesso.

Non c’è forse una situazione in cui la regina, dovendo inviare il suo aiuto, sa che egli si trova in una canoa nei mari tra la Scozia e il Polo Nord, e decide di non inviare l’aiuto, perché il luogo è lontano, il poveretto sta facendo troppe cose sbagliate, e ha persino vagato in quelle distanze? “Non sarà possibile”, dirà la Regina, “mandare un elicottero della Royal Navy a prendere quest’uomo, a tirarlo fuori da dove si trova, a portarlo in salvo”.

E se, per esempio, quest’uomo avesse fatto qualcosa contro la Regina stessa? Se avesse la sfortuna di aggredirla, di calunniare la sua reale benefattrice? La Regina non potrebbe dire che ha oltrepassato il limite e che ora non ha più nulla a che fare con una persona così ingrata?

Insomma, potremmo considerare mille circostanze in cui questo sostegno potrebbe cessare, e in cui la Regina si disinteresserebbe di questo disgraziato.

Ora, appunto, la Madonna non è così nei nostri confronti. E la perpetuità del suo aiuto indica espressamente il contrario. Per quanto male facciamo, per quanto la maltrattiamo, per quanto incredibile sia la nostra ingratitudine, per quanto acuto sia il rischio, per quanto straordinario e improbabile sia il miracolo che dobbiamo chiedere, purché non sia un male in sé, la Madonna è la Madre del Perpetuo Soccorso.

In altre parole, è la Madre che si gloria di assisterci sempre, di aiutarci sempre, di accoglierci sempre, così che non c’è modo che, pregandola, non saremo assistiti e aiutati.

Certo, in alcune circostanze la Madonna si riserva il diritto di non concedere ciò che chiediamo. Ma non concedere è solo un modo di dire, perché può ritardare il momento della concessione di ciò che preghiamo, ma questo per darci poi il centuplo. Felici coloro per i quali la Madonna ritarda. Viene con le mani cariche di doni moltiplicati.

Può anche accadere che la Madonna non conceda la grazia che chiediamo, ma finisca per concederne altre molto più preziose.

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Nota: Ecco una giaculatoria che il prof. Plinio ha formulato in un’altra occasione e che si applica molto bene in questo caso: O Madre buonissima, dacci quello che ti chiediamo e ispiraci a chiederti quello che vuoi darci.

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