di Plinio Corrêa de Oliveira
Estratto da “Catolicismo”, Settembre 1954, pag. 1 e 2
[…] Le dimensioni di un articolo come questo non permettono di descrivere minuziosamente il quadro morale dell’antico mondo romano. Il che d’altronde non sarebbe molto necessario, poiché questo quadro è generalmente noto. Lungo l’intera estensione dell’Impero, aristocrazie nazionali all’ultimo stadio di decomposizione morale si mescolavano con avventurieri arricchiti negli affari, nella politica o nella guerra, con liberti elevati ai fastigi del potere grazie al favoritismo, con attori e atleti famosi, in mezzo ad una vita di continui piaceri nei quali i decadenti portavano tutta la mollezza del loro spleen, gli avventurieri tutta la sfrenatezza dei loro appetiti ancor più avidi, i favoriti, gli attori e gli atleti tutto il loro ambiente di adulazione, d’insolenza, d’intrigo, d’ipocrisia e di politica per opportunismo grazie al quale si mantenevano. Augusto, durante il cui regno nacque Gesù Cristo, tentò invano di ostacolare tutti questi abusi che nella sua epoca andavano affermandosi in modo allarmante. Egli non ottenne nulla di durevole. In contrapposizione a questa élite – se possiamo chiamarla così – stava un mondo innumerevole di schiavi di ogni nazione, di lavoratori manuali miserevoli, corrotti dal peso dei loro stessi vizi e dei mali esempi che venivano dall’alto. Affamati, maltrattati, cupidi, oziosi, essi volevano abbattere i loro padroni, non tanto per l’invidia di non poter condurre la loro vita, quanto per l’indignazione provata per la loro sregolatezza. Si tratta di un quadro che non abbisogna di molta cultura per conoscerlo, né di molta finezza per cogliere nella sua realtà vitale, dato che non differisce sensibilmente dai tenebrosi giorni in cui viviamo…
Dunque, mentre il mondo antico viveva tutte queste circostanze, chi era la Santissima Vergine, creata da Dio in quell’epoca di completa decadenza?
Era la più completa, intransigente, categorica, inequivocabile e radicale antitesi del proprio tempo. Il vocabolario umano non è sufficiente per esprimere la santità della Madonna. Nell’ordine della natura, i santi e i dottori la paragonano al sole. Ma, se ci fosse un astro inconcepibilmente più splendente e glorioso del sole, è ad esso che la paragonerebbero, e concluderebbero dicendo che questo astro ne darebbe una immagine pallida, difettosa, insufficiente. Nell’ordine morale, essi affermano ch’Ella ha superato di molto tutte le virtù, non solo di tutti gli uomini e donne insigni dell’antichità, ma anche – e questo è incommensurabilmente superiore – di tutti i santi della Chiesa cattolica. Immaginiamo una creatura che abbia tutto l’amore di san Francesco di Assisi, tutto lo zelo di san Domenico di Guzman, tutta la pietà di san Benedetto, tutto il raccoglimento di santa Teresa, tutta la sapienza di san Tommaso, tutta l’intrepidezza di sant’Ignazio, tutta la purezza di san Luigi Gonzaga, tutta la pazienza di san Lorenzo, lo spirito di mortificazione di tutti gli anacoreti del deserto: ebbene, non si arriverebbe ai piedi della Madonna. Più ancora. La gloria degli Angeli è qualcosa d’incomprensibile all’intelletto umano. In certe occasioni apparve a un santo il suo Angelo custode: era tale la sua gloria, che il santo pensò che si trattasse dello stesso Dio e stava per adorarlo, quando allora l’Angelo rivelò la propria identità. Pertanto, gli Angeli custodi non appartengono abitualmente alle più alte gerarchie celesti. Eppure la gloria della Madonna è incommensurabilmente superiore a quella di tutti i cori angelici.
Si potrebbe avere maggior contrasto tra questa opera prima della natura e della Grazia, non sono indescrivibile ma perfino inconcepibile, e il pantano di vizi e di miserie che era il mondo prima di Cristo?
L’Immacolata Concezione
A questa creatura prediletta, superiore a tutto quanto fu creato e inferiore solo alla santissima Umanità di Nostro Signore Gesù Cristo, Dio conferì quell’incomparabile privilegio che è l’Immacolata Concezione.
Per effetto del Peccato Originale, l’intelligenza umana divenne soggetta all’errore, la volontà restò esposta alle debolezze, la sensibilità rimase in preda delle passioni disordinate, il corpo venne, per così dire, posto in rivolta contro l’anima.
Quindi, in virtù del privilegio dell’Immacolata Concezione, la Madonna fu preservata dalla macchia del Peccato Originale fin dal primo istante della sua vita. E così in Lei tutto era armonia profonda, perfetta, imperturbabile. Non essendo il suo intelletto esposto all’errore, ma dotato di una comprensione, di una chiarezza, di una agilità inesprimibile, illuminato dalle più alte grazie, ella aveva una conoscenza ammirevole di tutte le cose del Cielo e della Terra. La volontà, essendo in tutto docile all’intelletto, era interamente orientata al bene e governava pienamente la sensibilità, che non avvertiva mai in sé, né chiedeva alla volontà, qualcosa che non fosse pienamente giusto e conforme alla ragione. S’immagini una volontà naturalmente così perfetta, una sensibilità naturalmente così irreprensibile, l’una e l’altra arricchite e sovrarricchite di grazie ineffabili, perfettamente corrisposte ad ogni momento, e si può avere una idea di quello che era la Santissima Vergine; anzi, si può capire per qual motivo non si è nemmeno capaci di formarsi una idea della Santissima Vergine.
“Inimicitias ponam”
Dotata di così tante luci naturali e sovrannaturali, la Madonna conobbe certamente l’infamia del mondo del suo tempo, e di questo ne soffrì amaramente.
Infatti, quanto maggiore è l’amore alla virtù, tanto maggiore è l’odio al male. Quindi, Maria Santissima aveva in sé abissi di amore alla virtù; pertanto sentiva necessariamente in sé abissi di odio al male. Maria era inoltre nemica del mondo, dal quale viveva estranea e separata, senza nessun tipo di mescolanza né di compromesso, rivolta unicamente alle cose di Dio.
A sua volta, il mondo sembra non aver compreso né amato Maria. Non risulta infatti che le abbia tributato un’ammirazione proporzionata alla sua castissima bellezza, alla sua nobilissima grazia, al suo dolcissimo tratto, alla sua sempre placabile ed accessibile carità, più abbondante delle acque del mare e più soave del miele.
E come avrebbe potuto essere diversamente? Che intesa avrebbe potuto esserci tra Colei che era tutto Cielo e coloro che vivevano soltanto per la terra? Tra Colei che era tutta fede, purezza, umiltà, nobiltà, e coloro che erano tutta idolatria, scetticismo, eresia, concupiscenza, orgoglio, volgarità? Tra Colei che era tutta sapienza, ragione, equilibrio, senso perfetto di tutte le cose, temperanza assoluta e senza macchia né ombra, e coloro che erano tutta ribellione, stravaganza, squilibrio, senso erroneo, cacofonico, contraddittorio e chiassoso in ogni cosa, e intemperanza cronica, sistematica, vertiginosamente crescente in tutto? Tra Colei che era fede condotta da una logica adamantina e inflessibile alle più estreme conseguenze, e coloro che erano l’errore condotto da una logica infernalmente inesorabile, anch’esso fino alle ultime conseguenze, o che, rinunciando a qualsiasi logica, vivevano volontariamente in un pantano di contraddizioni, nel quale tutte le verità si mescolavano e s’inquinavano nella mostruosa interpenetrazione di tutti gli errori che le contrariano?
“Immacolato” è una parola privativa. Essa significa etimologicamente l’assenza di macchie, e quindi di ogni e qualsiasi errore, per minimo che sia, e di ogni e qualsiasi peccato, per lieve e insignificante che sembri. È l’integrità nella fede e nella virtù. È quindi l’intransigenza assoluta, sistematica, irreducibile, è l’avversione completa, profonda e diametrale, ad ogni specie di errore o di male. La santa intransigenza nella verità e nel bene è l’ortodossia e la purezza, in quanto si oppone all’eterodossia e al male. Per amare Dio senza misura, la Madonna corrispondentemente amò di tutto cuore tutto quanto è di Dio. E poiché odiò senza misura il male, odiò senza misura Satana, le sue pompe e le sue opere; odiò il demonio, il mondo e la carne [“perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!” – cfr. Gv. 2, 16-17]. La Madonna della Immacolata Concezione è la Madonna della santa intransigenza.
Vero odio, vero amore
Per questo, la Madonna pregava senza sosta. Seguendo quanto ragionevolmente si crede, Ella chiedeva l’avvento del Messia e la grazia di essere una serva di colei che sarebbe stata scelta per Madre di Dio. Chiedeva il Messia, perché venisse Colui che poteva far brillare nuovamente la giustizia sulla terra, perché si levasse il Sole divino di tutte le virtù, dissipando in tutto il mondo le tenebre dell’empietà e del vizio. La Madonna certamente desiderava che i giusti sulla terra trovassero nella venuta del Messia l’esaudimento dei loro desideri e delle loro speranze, che i vacillanti si rianimassero e che, da tutti i Paesi e da tutti gli abissi, anime toccate dalla luce della Grazia si levassero in volo verso le più alte vette della santità. Difatti sono queste le vittorie per eccellenza di quel Dio che è Verità e Bene, e le sconfitte del demonio che è capo di ogni errore e male. La Vergine desiderava la gloria di Dio mediante questa giustizia che realizza sulla terra l’ordine voluto dal Creatore.
Ma, nel chiedere la venuta del Messia, la Madonna non ignorava ch’Egli sarebbe stato pietra di scandalo, mediante la quale molti si sarebbero salvati ma molti altri avrebbero ricevuto il castigo del loro peccato. Questo castigo del peccatore irriducibile, questo schiacciamento dell’empio accecato e indurito, fu anch’esso desiderato dalla Madonna di tutto cuore, e fu una delle conseguenze della Redenzione e della fondazione della Chiesa, conseguenza ch’Ella desiderò e chiese come nessun altro. “Ut inimicos Sanctae Ecclesiae humiliare digneris, te rogamus, audi nos”, canta la Liturgia; e prima della Liturgia fu certamente il Cuore Immacolato di Maria ad elevare a Dio un’analoga supplica per la sconfitta degli empi irriducibili.
Mirabile esempio di vero amore, di vero odio.
Onnipotenza supplicante
Dio vuole le opere. Egli fondò la Chiesa per l’apostolato. Ma soprattutto vuole la preghiera, perché la preghiera è la condizione della fecondità di tutte le opere, e vuole la virtù come frutto della preghiera.
Come Regina di tutti gli apostoli, la Madonna è pertanto principalmente il modello delle anime che pregano e si santificano, è la stella polare di ogni meditazione e vita interiore. Infatti, dotata d’immacolata virtù, Ella fece sempre quello che era più ragionevole; se non avvertì in sé le agitazioni e i disordini delle anime che amano solo l’azione e l’agitazione, non sperimentò mai in sé nemmeno le apatie e le negligenze delle anime tiepide che fanno della vita interiore un paravento per nascondere la loro indifferenza alla causa della Chiesa. La sua separazione dal mondo non significò un disinteresse per esso. Chi mai fece per gli empi e per i peccatori più di Colei che, per salvarli, consentì volontariamente alla crudelissima immolazione del suo Figlio infinitamente innocente e santo? Chi mai fece per gli uomini più di Colei che ottenne che si realizzasse nella sua epoca la promessa del Salvatore? Ma, fiduciosa soprattutto nella preghiera e nella vita interiore, facendo dell’una e dell’altra il suo principale strumento di azione, la Regina degli Apostoli non ci ha forse dato una grande lezione di apostolato?
Applicazione ai nostri tempi
Le anime che, come la Madonna, possiedono il segreto del vero amore e del vero odio, della perfetta intransigenza, dell’incessante zelo, del completo spirito di rinuncia, valgono talmente che sono propriamente loro a poter attrarre le grazie divine in favore del mondo.
Ci troviamo a vivere in una epoca che assomiglia a quella che nel 1928 Papa Pio XI scrisse che “cose tanto dolorose sembrano con tali sciagure preannunciare fin d’ora e anticipare ‘il principio dei dolori’ che apporterà ‘l’uomo iniquo che s’innalza su tutto quello che è Dio e religione’ (2Ts 2, 4)” (Enciclica Miserentissimus Redemptor, 8 maggio 1928). Che direbbe il Papa oggi?
E a noi cosa spetta di fare? Lottare in tutti i campi permessi, con tutte le armi lecite. Ma innanzitutto e soprattutto confidare nella vita interiore e nella preghiera. È questo il grande esempio della Madonna.
L’esempio della Madonna può essere imitato solo con il soccorso della Madonna, e il soccorso della Madonna può essere ottenuto solo con la devozione alla Madonna. Ora, in cosa di meglio può consistere questa devozione, se non nel chiedere a Maria Santissima non solo l’amore di Dio e l’odio al demonio, ma anche quella santa interezza nell’amore del bene e nell’odio del male, insomma quella santa intransigenza che tanto risplende nell’Immacolata Concezione?
Nota: Traduzione a cura del sito Plinio Corrêa de Oliveira.it