di Plinio Corrêa de Oliveira
“O Legionario”, São Paulo, 11 dicembre 1938
Copia della Virgen del Apocalipsis, Escuela quiteña, Perù, secolo XVI
Non è facile per chi vive ai nostri giorni farsi un’idea della devastazione che il razionalismo e il modernismo hanno compiuto nella società europea ed americana nel corso del diciannovesimo secolo.
Lo spirito umano, profondamente minato dai materialisti, dai rivoluzionari di tutte le sfumature, sentiva dentro di se una ribellione ardente contro il soprannaturale che lo portava a rifiutare tutto ciò che non potesse cadere direttamente sotto l’azione ed il controllo dei sensi.
Perciò tutte le religioni, e principalmente quella cattolica, in cui il soprannaturale si mostra in forma visibile ed autentica, sono state messe, come dire, in quarantena dall’opinione pubblica. Tutti gli spiriti cercavano, nella misura del possibile, di liberarsi dalla credenza di tutti quei fenomeni che non fossero rigorosamente inquadrabili nelle leggi di natura.
A dire il vero forse i nove decimi dell’opinione pubblica europea erano contaminati di razionalismo e di modernismo. Evidentemente questa contaminazione non era ne ugualmente estesa ne ugualmente profonda in tutti gli spiriti. Però più visibile negli uni che negli altri, essa si era insinuata in tal modo che anche fra i laici cattolici, anche i più eminenti, si poteva osservare l’una o l’altra infiltrazione di quelle spaventose forme di errore.
Quattro erano gli atteggiamenti presi dall’opinione pubblica di fronte alla grande crisi religiosa dell’epoca:
Quelli che, corrosi profondamente dal virus razionalista e modernista, erano estremamente attirati dall’irreligiosità; cioè un ateismo radicale seguito da un anticlericalismo militante e non di rado sanguinario.
Quelli che senza avere il coraggio di rompere con qualsiasi convinzione religiosa, si sono messi esplicitamente fuori della Chiesa, ammettendo soltanto uno spiritualismo o un cristianesimo vago, largamente accomodante con i principi modernisti e razionalisti.
Quelli che, senza avere il coraggio di rompere con la Chiesa ne con lo spirito del secolo, si proclamavano cattolici, però sostenevano il loro diritto di professare, su questo o su quel punto, dottrine contrarie a quelle della Chiesa.
Quelli che, senza avere il coraggio di sostenere quelli che erano in divergenze con la Chiesa e molto meno di separarsi da Essa, cercavano, nel frattempo, di interpretare capziosamente la dottrina cattolica in modo da alterare in alcuni punti il contenuto autentico e tradizionale, per accomodarlo con gli errori dell’epoca.
A dire il vero, coloro che erano interamente fuori da tale classificazione, che avevano rotto totalmente con lo spirito del secolo e che si conservavano senza nessuna macchia di razionalismo o di modernismo erano così pochi che si potevano contare sulle dita, nel rango del laicato, specialmente nei circoli intellettuali elevati.
L’aspetto che la Chiesa presentava, quindi, era quello di un immenso palazzo che si stava sbriciolando. Dei suoi milioni di figli, pochissimi conservavano il suo autentico spirito. Nella sua quasi totalità essi conservavano soltanto qualche barlume di fede, come all’orizzonte di un tramonto che conserva ancora qualche baluginare della luce, ultime vestigia di un giorno che sta arrivando alla sua fine. E la notte totale non doveva ormai tardare.
Beato Pio IX
Di fronte a questo panorama, come dovrebbe agire la Santa Chiesa?
Le opinioni erano divise e, effettivamente, l’argomento era fra i più delicati.
Da un lato, una reazione chiara e definita doveva generare una immensa opposizione, trascinando verso l’eresia esplicita e categorica molti spiriti che ancora si trovavano uniti, più o meno, alla Chiesa Cattolica. D’altro canto però se non si fosse opposto una diga formale e categorica all’onda dell’eresia montante, sarebbe stato inevitabile che, prima o poi, i disastri avrebbero assunto proporzioni tali che la Chiesa sarebbe arrivata a conoscere i giorni più tristi e angosciosi della sua esistenza.
Pio IX optò per un gesto di energia, e scelse di convocare il Concilio Vaticano I, al fine di studiare e di decidere sull’infallibilità papale e il dogma dell’Immacolata Concezione. Un grande e mirabile gesto di audacia della Chiesa affrontava, quindi, lo spirito del secolo, in una sfida che sembrava folle. Veramente, parlare di dogmi a quell’epoca era già una cosa temeraria. Definire dogmi nuovi, sarebbe stato una temerarietà maggiore. E definire come dogma proprio l’Immacolata Concezione e l’Infallibilità papale, in una epoca profondamente razionalista e ugualitaria, sembrava una vera pazzia.
Perciò un immenso scalpore si era levato negli stessi ranghi cattolici quando la decisione del pontefice fu conosciuta. Se ne discusse ampiamente. E, per essere obiettivo, ad onor del vero l’opposizione è stata così forte che la quasi totalità dei vescovi francesi si oppose chiaramente alla definizione di quelle due verità di fede.
Perché ciò? Perché erano in disaccordo con esse? No. Ma perché credevano che lo spirito traviato del secolo diciannovesimo potesse essere riportato all’ovile solo da un grande sorriso di concessione e di tolleranza; e non con colpi di audacia ma con una invariabile blandizie si poteva ottenere la conversione delle masse; che sarebbe stata una follia delle peggiori cercare di sfidare lo spirito pubblico. Veramente con questo atteggiamento audace tutti si sarebbero arrabbiati e radicati nell’errore. Sarebbe stato necessario prendere tempo e conquistarli con la persuasione e la dolcezza. Solo questa tattica sarebbe stata quella percorribile.