La gloria di Dio nell’alto dei Cieli, un aspetto secondario del Natale?

Trascritto della rivista “Catolicismo” (Brasile), dicembre 1963

di Plinio Corrêa de Oliveira

 

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Riposate, Signore, nel vostro poverissimo quanto augustissimo presepio, sotto lo sguardo della Vergine, vostra Madre, che riversa su Voi i tesori ineffabili del suo rispetto e della sua tenerezza. Mai una creatura adorò con così profonda e rispettosa umiltà il suo Dio. In nessun tempo un cuore materno amò più affettuosamente suo figlio. Reciprocamente, mai Dio amò tanto una mera creatura. E in nessun momento un figlio amò tanto pienamente, tanto interamente, tanto sovrabbondantemente sua madre. Tutta la realtà di questo sublime dialogo di anime può essere racchiusa in queste parole, che indicano qui un intero oceano di felicità e che, in un’occasione ben diversa, avreste detto un dì dall’alto della Croce: “Madre, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre (Giov. 19, 26). E, considerando la perfezione di questo reciproco amore, tra Voi e vostra Madre, sentiamo il cantico angelico che si innalza dalle profondità di ogni anima cristiana: “Gloria a Dio nel più alto dei Cieli, e pace in Terra agli uomini di buona volontà” (Luca 2, 14).

“Pace in Terra agli uomini di buona volontà”: il succedersi complicato ma celere delle associazioni di immagini mi fa sentire subito che in numerose occasioni dell’anno che sta finendo ho sentito parlare di pace, e di uomini di buona volontà. Curioso… mi rendo conto di aver sentito parlare meno, e persino molto meno, della gloria di Dio nel più alto dei Cieli. A dir bene, quasi non ne ho sentito parlare. Neppure implicitamente; poiché implicitamente si parla della gloria di Dio quando vengono affermati i suoi sovrani diritti su tutto il creato e, per amor suo, si rivendica l’adempimento della sua Legge da parte degli individui, delle famiglie, dei gruppi professionali, delle classi sociali, delle regioni, delle nazioni e di tutta la società internazionale.

Perché mai questo silenzio, mi domando io? Perché gli uomini vogliono tanto la pace? Perché tanti uomini si vantano di avere buona volontà? E perché sono talmente pochi coloro che si preoccupano della gloria di Dio, o mostrano di agire e combattere per essa?

In altri termini, il fatto essenziale del vostro Santo Natale, Signore, sarebbe soltanto la pace in Terra agli uomini di buona volontà? E la gloria di Dio nel più alto dei Cieli sarebbe, per gli uomini, un aspetto meramente collaterale, di gran lunga minore, confuso e insipido del grande evento di Betlemme?

In altri termini ancora, la pace degli uomini vale più della gloria di Dio? La Terra vale più del Cielo? L’uomo, dunque, vale più di Dio? E la pace in Terra può essere ottenuta, conservata e persino incrementata senza che abbia nulla a che vedere con la gloria di Dio? Infine, che cos’è un uomo di buona volontà? È soltanto colui che vuole la pace in Terra, indifferente alla gloria di Dio in Cielo?

Tutti questi argomenti invitano ad una approfondita analisi del cantico angelico.

Oh ammirabile profondità di ogni parola ispirata! Tanto semplice, da essere capito persino da un bambino, tuttavia il cantico degli Angeli di Betlemme contiene verità tra le più profonde. Come è giovevole, quindi, nutrire lo spirito con queste parole, per partecipare come si deve alle festività del Santo Natale!

Aiutateci con le vostre preghiere, Madre Santissima, Sede della Sapienza, affinché illuminati dagli splendori che emanano da Gesù, possiamo capire il cantico angelico che è il più perfetto ed autorevole commentario del Natale.

“Uomo di buona volontà”: che cosa significa questo agli occhi di tanti e tanti nostri contemporanei? Per saperlo, basta domandarsi: buona volontà verso chi? La risposta balzerà impetuosa e impaziente, come succede di solito quando la domanda ha qualcosa di retorico da chiedere o è quasi lampante. Ma è ovvio, diranno molti dei nostri concittadini, buona volontà verso il prossimo. Verso colui che, ateo o seguace di una religione, qualunque essa sia, sostenitore della proprietà privata, del socialismo o del comunismo, vuole che tutti gli uomini vivano allegri, nell’abbondanza, senza malattie, senza lotte, senza rischi, profittando al massimo possibile di questa vita: ecco un uomo di buona volontà. Visto in questa prospettiva, l’uomo di buona volontà è un artefice della pace. Come dice il proverbio: “Nella casa dove manca il pane, tutti litigano e nessuno ha ragione”. Quindi, in quella dove c’è il pane tutti hanno ragione e regna la pace. Dunque, dove c’è pane, tetto, medicinali, sicurezza, a maggior ragione esiste necessariamente la pace.

E la gloria di Dio? Per l'”uomo di buona volontà” inteso così, essa è un elemento superfluo in quel che dice riguardo alla pace in Terra. Poiché è dall’adeguato ordinamento dell’economia che deriva il buon ordine nella vita sociale e politica, e quindi la pace. “Superfluo” è dir poco, riguardo alla gloria di Dio in Cielo, considerata in funzione della pace in Terra. Siccome alcuni uomini credono in Dio, e altri no, e siccome tra coloro che credono c’è una diversità nel modo di intendere Dio, quest’ultimo può agire come un pericoloso fautore di divisioni, dissensi e polemiche. Dio è un Signore fin troppo compromesso da migliaia di anni nelle polemiche, perché si parli di lui ad ogni momento. Per avere pace in Terra è meglio non mettersi a parlare con frequenza di Dio e della sua gloria in Cielo.

E poi… il Cielo è così vago, così lontano, così incerto! Che di esso parlino gli Angeli va bene, anche perché ci abitano. Ma noi uomini prendiamoci cura della Terra.

Per l'”uomo di buona volontà”, unire la gloria celeste alla pace terrestre è qualcosa di tanto errato, superfluo e carico di fattori bellici quanto, per esempio, è imprudente unire la Chiesa allo Stato. La chiesa libera dallo Stato e lo stato libero dalla Chiesa, ecco un anelito molto tipico dell’ “uomo di buona volontà”. La pace terrena libera da implicazioni religiose, e Dio nel suo Cielo e nella sua gloria, a braccia conserte che sorride alla Terra in pace, a una tale distanza che non vi arrivi neanche la navicella “Apollo”, ecco l’ideale dell’ “uomo di buona volontà”.

Queste sono le considerazioni dell’ “uomo di buona volontà” tra virgolette, il cui cuore si trova lontano dal Cielo e il cui sguardo è rivolto soltanto verso la Terra. Quanto divergono, però, dal significato proprio e naturale del cantico angelico!

In effetti, se il Natale dà gloria a Dio nel più alto dei Cieli e simultaneamente è la fonte della pace in terra agli uomini di buona volontà – e fu appunto ciò che gli angeli proclamarono in Cielo – non si può dissociare una cosa dall’altra. Senza che gli uomini diano gloria a Dio, non c’è pace nel mondo. E la guerra, considerata come aggressione colpevole, è incompatibile con la gloria di Dio.

Voi, Signore Gesù, Dio fatto uomo, siete tra gli uomini il Principe della Pace. Senza di Voi la pace è una menzogna e, alla fine, tutto si converte in guerra. E poiché gli uomini non lo capiscono, cercano in tutti i modi la pace, ma la pace non abita tra loro.

Che cos’è allora l’uomo di buona volontà, se non è colui che ama il prossimo? Sarà forse chi odia il suo prossimo?

Al fariseo, che Vi chiamò buon Maestro, domandaste: perché Mi chiamate buono, se solo Dio è buono (cf. Luca 18, 19)? Se solo Dio è buono, la buona volontà autentica è quella che si volge intera verso Dio e ama il prossimo, non per il mero amore del prossimo, ma per amor di Dio. L’uomo è fatto in modo tale che non può amare il prossimo per il prossimo. O lo ama per amore di se stesso, e questo è egoismo; o lo ama per amor di Dio, e questo sì, è vero amore.

Di conseguenza, la “buona volontà” indifferente alla questione religiosa e la pace terrena che tende a instaurare non sono né buona volontà autentica, né vera pace. E il falso “uomo di buona volontà” è in ultima analisi un seminatore di guerre e un artefice di rovine.

Ma, dirà qualcuno, Gesù come può essere il fondamento della pace, se nessuno come Lui ha suscitato tanto odio? La plebaglia, che da Lui era stata colmata di benefici spirituali e materiali di ogni genere, gli preferì Barabba, un bandito. Questo non è odio? Gli imperatori mossero contro Lui atroci persecuzioni. Gli ariani mobilitarono contro di Lui tutte le potenze della Terra. Poi vennero i maomettani. E dopo, e dopo, tutte le grandi ondate della Storia, fino al nazismo e al comunismo. Peraltro, aggiungerebbe forse qualcuno, Simeone espresse bene questa verità, profetizzando che lungo la Storia Egli sarebbe stato una pietra di scandalo, un segno di contraddizione per la morte e risurrezione di molti (cf. Luca 2, 34). Egli stesso disse di sé che portava sulla Terra la spada (cf. Mat. 10, 34). Per quanto tutto ciò sia buono, argomenterebbe un “uomo di buona volontà” tra virgolette, la vera pace, cioè una piena e completa smobilitazione degli spiriti, un’intera cessazione non solo di tutte le guerre ma di tutte le polemiche, non è possibile con Gesù Cristo. La pace è autentica soltanto quando rimuove tutte le controversie, incluse quelle a cui Gesù Cristo – senza colpa propria, concede l’ “uomo di buona volontà” – fornisce l’occasione.

Davvero? Replicherebbe un autentico uomo di buona volontà, cioè un uomo che ama Dio con tutta la sincerità della sua anima. In questo caso, è per burla che la Scrittura chiama Gesù Cristo Principe della Pace (cf. Is. 9, 6) e la Chiesa, facendo eco al Battista (cf. Giov. 1, 29, 36), Lo presenta come un mansueto Agnello al quale gli uomini devono chiedere il dono della pace: “Agnus dei, qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem”? Oppure è perché la vera pace non esclude la lotta del bene contro il male, la polemica tra la luce e le tenebre, il perpetuo calcagno della Vergine senza macchia sulla testa del Serpente, l’ostilità tra la stirpe della Vergine e la razza del Serpente? La pace è l’ordine di Cristo nel Regno di Cristo. Essa ha, dunque, come condizione la lotta dei seguaci di Cristo contro i nemici di Cristo. La pace di Cristo non si identifica in nessun modo con la falsa pace, quella senza lotte né polemiche, del sedicente “uomo di buona volontà”.

Dal vostro Santo Natale, o Dio-Bambino, abbiamo appreso tre grandi lezioni. Abbiamo imparato che non c’è pace in Terra senza di Voi. Che l’autentico uomo di buona volontà non è colui che ama l’uomo per l’uomo, ma colui che lo ama per amor Vostro. E che la vostra Pace include la cessazione di tutte le lotte tranne la vostra incessante e gloriosa guerra contro il Demonio e i suoi alleati, il mondo e la carne.

Vergine Maria, Mediatrice di tutte le grazie, inchinata in adorazione al Dio-Bambino, otteneteci una piena compenetrazione di tutte queste verità. E permettete che nella prospettiva da esse svelata, cantiamo con Voi e con tutte le creature celesti e terrene di cui siete Regina:

Gloria a Dio nel più alto dei Cieli, e Pace in Terra agli uomini di buona volontà.

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