“Circolare ai soci e militanti della TFP”, anni ’60 (*)
Con l’autorizzazione del destinatario, trascriviamo di seguito una lettera del Dottor Plinio a un giovane cooperatore della TFP, con alcuni consigli sulla vita intellettuale.
Ci auspichiamo che questi consigli possano essere utili a tutti coloro che lottano per la difesa della verità.
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Mio caro amico,
Salve Maria!
Ho letto con molta simpatia la lettera che mi hai inviato.
Non prendertela a male se ti dico che non ho potuto fare a meno di sorridere, vedendo che tu vorresti essere un uomo come me. Ti garantisco, con grande sincerità, che non ci guadagneresti nulla, anzi. Se potessi augurarti qualcosa di buono, sarebbe proprio che ciò non accadesse. Inoltre, ognuno di noi possiede una personalità unica e inconfondibile, ed è chiamato da Dio per realizzare un proprio ideale di perfezione. Da noi viene richiesta una fedeltà alla verità che c’è in noi, e che è l’unico cammino per attingere la verità di tutti noi.
Solo la passione della verità giustifica l’esistenza dei filosofi e degli scrittori
Parlando di verità, arriviamo proprio al punto cruciale di tutto ciò che mi dici nella tua lettera. Infatti, il mondo abbonda di filosofi e scrittori, ma c’è una sola cosa che giustifichi l’esistenza degli uni e degli altri: la passione della verità. Senza questa passione, libri e filosofie non sono altro che vanità, pericolosissime vanità che incendiano la Terra e aizzano le fiamme dell’Inferno.
Chi ha la passione della verità è disposto a spogliarsi di sé stesso, senza la pur minima restrizione. Sacrificherà le più seducenti idee, i più ingegnosi sistemi, le più profonde e luminose elucubrazioni, le più care intuizioni, le soddisfazioni più elevate dell’intelligenza, e infine le formulazioni più avvincenti e le immagini più esteticamente favorevoli, per cercare austeramente e palesare la verità, solo la verità, che è sempre ardua per la nostra condizione umana, a causa della sua essenziale trascendenza.
Chi ha la passione della verità si espone all’antipatia degli uomini
E non è solo questo. La verità non è mai stata molto apprezzata dagli uomini, essendo effettivamente disprezzata ai nostri giorni. La verità è una e immutabile, ma gli uomini amano lo spettacolo variegato delle apparenze che si susseguono; la verità è eterna, ma gli uomini seguono le mode; la verità è seria e gli uomini sono frivoli; la verità indica il dovere, mentre gli uomini vogliono i piaceri; insomma, la verità è rigida e gli uomini non hanno tempra.
Quindi, chi ha la passione della verità si espone, necessariamente, all’antipatia degli uomini, ma preferirà la verità ai beni temporali, alla carriera, alla fama e alla propria reputazione. Sarà perseguitato e accusato da quelli che prostituiscono la verità e fanno di essa un semplice strumento della loro infatuazione e cupidigia.
Ma non è ancora tutto. La passione della verità può portarlo a tacere per anni, mentre gli altri si elevano di fronte all’opinione generale ed alla critica, con la loro produzione di opere letterarie e filosofiche. Egli, nel frattempo, rimarrà in silenzio, fino a quando spunti l’unico motivo che lo indurrà a manifestarsi: dare testimonianza della verità. Dinanzi a quel che ho appena detto, tu potresti replicare che io, invece di segnalare la via della filosofia, ho indicato quella della santità. È vero. Voglio soltanto sottolineare che, per chi ha la vocazione agli studi filosofici, la perfezione spirituale si chiama passione della verità. Per noi, cattolici, la verità non è solo una questione epistemologica o metafisica, è la Seconda Persona della Santissima Trinità, il Verbo di Dio che si è incarnato per salvarci.
Adesso che siamo arrivati a questo punto, possiamo dedurre le conclusioni, per rispondere alle questioni particolari che mi proponi nella tua lettera.
La vita intellettuale è intimamente unita alla spirituale, e da essa dipende
La prima questione è che non ci deve essere una distinzione tra la tua vita spirituale e la tua vita intellettuale. Giacché dici di voler fare tutto secondo la volontà di Dio, e ti ritieni con vocazione agli studi filosofici, allora non preoccuparti del futuro, né come farai a guadagnarti la vita: adempi coscienziosamente i tuoi doveri e spera nella Provvidenza. Abbi fiducia, Dio non si dimentica di coloro che Lo servono.
Tuttavia, Egli suole mettere alla prova la fiducia dei suoi servi. Quando questo ti capiterà, non supporre di essere abbandonato: questi sono i cammini normali della Provvidenza. Quando tutto sembrerà perduto o compromesso, allora arriverà la soluzione. Però, non aspettarti soluzioni definitive. Rimarrà sempre un certo margine di incertezza e di rischio. Anche questo è necessario, perché Dio vuole che abbiamo fiducia solo in Lui, e non nelle sistemazioni umane.
D’altra parte, non possiamo perdere di vista che siamo esiliati in questo mondo, e che la vita presente è provvisoria e precaria. Perciò non c’è, ne dobbiamo desiderare, situazioni definitive in questa Terra. Dobbiamo vivere di fede, e la fede è necessariamente oscura, poiché ha come oggetto ciò che è invisibile e inaccessibile alla ragione naturale. San Pietro, camminando sul mare in tempesta, è l’immagine della vita cristiana. So bene che questo cammino è difficile. È lo stretto cammino della salvezza, indicato da Gesù. Non esiste un altro.
Evitare qualsiasi divorzio tra il pensiero e la vita
In secondo posto, per quel che riguarda più direttamente ai tuoi studi, sarà necessario evitare diligentemente qualsiasi divorzio tra il pensiero e la vita. La filosofia non può essere trattata come chi risolve un teorema di geometria. In altre parole, il filosofo non può situarsi confortevolmente “fuori” dalla filosofia, e poi costruirla con eleganza e distacco. Al contrario, lui, la sua vita, il suo destino, il destino dell’umanità, sono visceralmente coinvolti dal corso che avranno preso le questioni filosofiche. Il filosofo stesso deve essere il primo problema filosofico in gioco, perché è attraverso il suo essere di carne ed ossa che il filosofo ha i piedi nella realtà.
Essendo così, il filosofo non deve solo possedere un’intelligenza acuta e sviluppata, ma è indispensabile che abbia una personalità ricca, possente, vigorosa, nella quale tutta la realtà possa ripercuotere ampiamente. Per ottenere questo spessore e profondità di personalità, mi sembra utile che, oltre agli studi propriamente filosofici, sui quali parlerò dopo, tu coltivi il tuo spirito nel contatto con le grandi opere, in cui si esprimono certe caratteristiche fondamentali dell’anima umana, e la cui frequentazione produce un insuperabile allargamento della visione di tutti i problemi. Virgilio, Dante, Shakespeare, i classici francesi, sono in questa linea. Non perché sono irreprensibili, nota bene. Ma in tutti loro spira il soffio magnifico, che ingrandisce l’uomo.
Non ti dico neanche di fare uno studio sistematico di queste opere. Ben lungi da questo. Non si tratta di studiare, di fare un compito, ma di compiacersi, di assaporare. Tra queste sceglierai quella che più ti gradisce. Come pure potrai variare, trattenendoti sia in un brano di una, sia in un passaggio di un’altra. La libertà è totale. L’importante è che siano lette dall’originale.
Non è soltanto la lettura delle grandi opere letterarie che conduce all’obiettivo mirato, ma pure la contemplazione della grande pittura e l’audizione della musica dei grandi maestri, come Bach o Haendel. In tutto ciò, ognuno deve seguire la propria inclinazione, ed io desidero più suggerire che influire.
San Tommaso è più chiaro di non pochi tra i suoi commentatori
Ritornando, quindi, ai tuoi studi, devo dire che capisco perfettamente l’insoddisfazione e la perplessità che ti causano certi autori contemporanei che si presentano come tomisti. Questi autori non sono né veramente dei filosofi né tomisti, e la miglior cosa che tu possa fare, per adesso, è metterli da parte. Potranno solo confonderti lo spirito e spingerlo verso sentieri pericolosi.
Quanto a Maritain, non è altro che un divulgatore dotato di qualità letterarie e di nessuna serietà scientifica. Coloro che lo seguono sono delle mentalità superficiali, che si soddisfano e si cullano con le sue formule lirico-metafisiche, le quali non reggono a un’analisi più accurata, perché subito evidenziano inesattezze, dubbiosità ed equivoci, di cui sono impregnate. Quando avevo la tua età, confesso che me ne lasciai sedurre, poiché esaltavano la mia sensibilità. Dio, però, mi ha fatto la grazia di vedere, in tempo, il veleno che contenevano.
Quando si viene a conoscenza dei veri filosofi, ci si vergogna delle divagazioni vuote, inconseguenti, sciocche e pretenziose di certi filosofi pseudo tomisti dei nostri giorni, che non fanno altro che deformare il tomismo, adattandolo a tutte le ultime mode (che non riescono nemmeno a capire), mentre scavalcano i più profondi pensieri di San Tommaso con la più candida delle incompetenze.
Vai direttamente alla fonte. Cerca di familiarizzarti con i testi di San Tommaso. Non temere, il Dottore Angelico è più chiaro di non pochi dei suoi commentatori. Tutto dipende dall’abituarci al suo stile e, ciò che è più importante, alla sua disciplina. Questo, però, non sarà difficile, purché abbiamo diligenza e umiltà.
Per iniziare, ti raccomanderei la Prima, della Somma, e il De Veritate. Dalla Prima, lascia da parte le questioni 2ª, 23ª e 24ª. Quanto al De Veritate, per adesso andare oltre alla 3ª questione. Ancora per iniziare, non dedicarti a uno studio sistematico, ma fai come ti ho raccomandato a riguardo delle opere classiche. Ricordati che non si tratta ancora di imparare San Tommaso, bensì, di familiarizzarsi con lui. Perciò, quando qualche testo presenterà una maggiore resistenza alla tua intelligenza, non insistere, ma cerca qualcosa di più facile.
E adesso ti farò un’osservazione di maggior rilevanza: la meditazione e la riflessione valgono più della lettura. Quindi, cerca, quanto potrai, di risolvere trovare le soluzioni da te stesso, invece di cercarle già pronte. Soprattutto, limitati esclusivamente ai testi di San Tommaso, e non cercare di leggere le note esplicative che vengono a piè di pagina. Quando ti sarai così ambientato allo spirito di San Tommaso, allora si potrà pensare a qualcos’altro.
Vita spirituale autentica: unico alimento dell’intelligenza
Giungiamo, infine, all’ultima conclusione, che è quella di maggior peso. Il vero filosofo solo può alimentare il suo pensiero e la sua personalità con una vita spirituale autentica. A mio avviso, la miglior base sono ancora gli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio, con il complemento naturale dell’Imitazione di Cristo. Secondo gli orientamenti che do a questi miei suggerimenti, cerca, preferibilmente, solo i testi originali; soltanto i testi, senza alcun commento. Dato che la devozione cattolica è fondamentalmente di ispirazione mariana, abbi sempre a portata di mano le eccellenti opere di San Luigi Maria Grignion da Montfort; tutte quante, se ti sarà possibile.
Il demonio pesca nelle acque torbide del nervosismo
Credo così di aver risposto nella miglior forma a mia portata – e dopo aver chiesto a Dio luci per un compito di tale responsabilità – alle difficoltà, che mi hai presentato nella tua lettera. Certamente troverai in questa mia risposta, molte lacune: è la parte umana. Dio, però, le supplirà, quando ricorrerai a Lui con fiducia.
Innanzitutto, stai calmo e in pace. Cerca di non perturbarti. Il nervosismo è l’acqua torbida in cui il demonio fa la sua pesca; ed è maestro nell’irritare i nervi e tormentare le coscienze, per mezzo di immaginazioni, suggestioni, istigazioni, ed anche agendo direttamente sul corpo, dove provoca le sensazioni fisiche di malessere, angoscia, ripugnanza, palpitazioni, e quant’altro. Non lasciarti impressionare da nulla di tutto ciò. Guarda in avanti, ai Cuori di Gesù e di Maria, e cammina sulle onde agitate con piena fiducia.
Qui siamo, io e i miei amici, alla tua disposizione, per quel che avrai bisogno. Non fare cerimonie. E non dimenticarti di me nelle tue preghiere.
Tuo in Gesù e Maria,
(*) Traduzione, sottotitoli ed grassetti sono del sito “Plinio Corrêa de Oliveira – Sicilia”.