di Julio Loredo
È appena terminata la 60° Assemblea Generale della Conferenza Episcopale brasiliana (CNBB), nella città di Aparecida. Fra le altre cose, i vescovi brasiliani hanno discusso un Documento intitolato Análise de Conjuntura Eclesial. As ameaças à comunhão eclesial no contexto de polarização sociopolítica, cultural e religiosa (Analisi della situazione ecclesiastica. Minacce alla comunione ecclesiale nel contesto della polarizzazione sociopolitica, culturale e religiosa).
Crescente polarizzazione
Scritto da un’equipe di ricercatori sotto l’egida del cardinale Paolo Cezar Costa, arcivescovo di Brasilia, il Documento apre rilevando un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti: il Brasile è sempre più polarizzato, sia in campo ecclesiastico sia in quello politico. Mentre le sinistre vogliono correre sempre più velocemente verso traguardi costantemente più radicali, cresce anche in senso contrario la reazione conservatrice, che assume un tono sempre più tradizionalista: “La diagnosi qui proposta si concentra sul tema delle polarizzazioni, che hanno avuto manifestazioni paradigmatiche di recente (…) anche se le loro radici risalgono a eventi più antichi. L’impatto in campo religioso ed ecclesiale è evidente, mostrando l’intimo rapporto fra società e religione”.
Questa polarizzazione, continua il Documento della CNBB, “implica la progressiva scomparsa delle posizioni intermedie”. Dal 2013 (anno delle prime manifestazioni anti-comuniste di piazza), la polarizzazione è diventata “la principale chiave di lettura della situazione brasiliana”, sia politica sia ecclesiastica.
Non si tratta solo di posizioni che si sono scontrate riguardo a certi temi concreti o a certi personaggi, ma di una vera e propria “guerra culturale” fra due visioni opposte del mondo: l’una figlia della Rivoluzione del maggio 1968, l’altra figlia della reazione che si viene manifestando sin dagli anni Ottanta, a cominciare dagli Stati Uniti, con la cosiddetta “rinascita conservatrice”.
Il sintomo che tale polarizzazione era in atto in Brasile è stato “il sorgere di una nuova destra, più radicale e organizzata”, che ha fatto ampio uso dei nuovi mezzi di comunicazione di massa (i cosiddetti “social”), bypassando in questo modo i canali della stampa tradizionale, egemonizzati dalla sinistra. Questa reazione portò nel 2019 alla presidenza Jair Bolsonaro. Pur appartenente al mondo della vecchia politica, Bolsonaro seppe intercettare gli aneliti di questa “nuova ed estrema destra”. Il Documento della CNBB prosegue con un’analisi dettagliata dei motivi dell’elezione di Bolsonaro a presidente, soffermandosi anche sull’appoggio della destra evangelica.
Il ruolo della religione
Il Documento della CNBB si meraviglia di come, in una società secolarizzata come quella moderna, il ruolo della religione rivesta sempre più un ruolo importante non solo nella vita quotidiana delle persone, ma anche in campo politico. Il testo denuncia ripetutamente “la manipolazione del sentimento religioso”, fino a parlare di “cristofascismo”, cioè l’utilizzo di temi religiosi per giustificare una politica di destra. Il Documento lamenta che: “Oltre ai simboli religiosi del cristianesimo, come la Bibbia, l’immagine della Vergine Maria, la preghiera del Rosario o il Padre nostro, [i reazionari] parlano contro il comunismo, pregano per la salvezza della patria e della famiglia, chiedono l’intervento delle forze armate per ristabilire l’ordine sociale”.
Per i vescovi brasiliani questo è un vero e proprio shock. Ormai da più di cinquant’anni avevano fatto un’“opzione preferenziale per i poveri”, sostituendo il discorso religioso con uno sociopolitico di stampo rivoluzionario, sull’onda della cosiddetta Teologia della liberazione. Oggi, i vescovi brasiliani stanno pagando il prezzo di quell’opzione scellerata. Non solo i cattolici stanno scappando en masse verso le sette protestanti, ma quella religione che loro avevano scartato come antiquata, gli si sta ritorcendo contro, invocata da coloro che predicano un ideale religioso, sociale, culturale e politico di segno opposto.
La sfera ecclesiastica
Dopo aver analizzato con certo dettaglio la reazione conservatrice nel campo temporale, il Documento della CNBB passa ad analizzarlo nel campo ecclesiastico. Si tratta di una sola reazione che si manifesta in ambedue i campi.
“Il cattolicismo in Brasile non è mai stato monolitico – afferma il Documento – ci sono sempre state tendenze e movimenti divergenti”. In Brasile si affrontano oggi due tendenze. L’una è figlia dell’Azione Cattolica, segnata dall’influenza progressista risalente già agli anni 1940. L’altra è figlia delle Congregazioni Mariane “fortemente segnate dall’azione e dagli scritti di Plinio Corrêa de Oliveira”. In opposizione alla corrente progressista, la scuola di Plinio Corrêa de Oliveira costituiva una “critica della modernità e degli sforzi a dialogare con essa”.
Durante il Concilio e negli anni successivi, mentre la linea progressista era guidata da mons. Helder Câmara, quella tradizionalista era rappresentata da mons. Antonio de Castro Mayer (amico di Plinio Corrêa de Oliveira) e “dalla Società brasiliana di Difesa della Tradizione Famiglia e Proprietà fondata da Plinio Corrêa de Oliveira”, oltre alla Fraternità San Giovanni Maria Vianney e alla Fraternità San Pio X.
Il Documento della CNBB chiude, non senza un certo rammarico, mostrando come le nuove generazioni di seminaristi e sacerdoti si stiano discostando sempre di più dai vecchi schemi “progressisti/liberazionisti”, verso una spiritualità più “estetica e mistica”, in altre parole verso forme di religione che trovano un’eco piuttosto nella liturgia tradizionale che nei discorsi incendiari della Teologia della liberazione. Ciò preoccupa parecchio i vescovi brasiliani. Afferma il Documento: “L’attrazione esercitata dai discorsi e dall’estetica neo-tradizionalista su coloro che si preparano a diventare sacerdoti fa paura. La maggior parte delle vocazioni religiose e per il ministero ordinato proviene dalle nuove comunità religiose di stampo conservatore. I nuovi preti di oggi si disinteressano sempre di più della tradizione teologico-ecclesiale del Vaticano II. Le generazioni che si stanno formando nei nostri seminari e nei conventi potrebbero portare al rifiuto di questa tradizione fino allo scisma con il magistero ecclesiale sviluppato dopo il Concilio”.
Secondo il documento della CNBB, tutta questa reazione conservatrice/tradizionalista, in modo diretto o indiretto, è “erede del rigetto al Concilio ispirato agli scritti e all’eredità di Plinio Corrêa de Oliveira”.
Il Documento dei vescovi brasiliani conclude con un appello affinché il Cammino Sinodale indetto da Papa Francesco nel 2021 possa davvero “svegliare un vero processo sinodale” che porti verso “un processo di riconciliazione e di pace”. In altre parole, verso la rimarginazione della polarizzazione. Cosa altamente improbabile, commento io, se i vescovi brasiliani continueranno a venerare la Pachamama invece di Nostro Signore Gesù Cristo.
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