Rivista TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ, Roma, Anno 30, n. 103 Giugno 2024, pag. 34-35
di Plinio Corrêa de Oliveira
Egli mi dà l’impressione di una persona profondamente seria e molto sicura di sé, con grande stabilità interiore. Egli ha la stabilità dei santi. Egli ha riflettuto molto ed è arrivato a conclusioni che hanno consolidato il suo spirito su certezze inamovibili, come un’isola è radicata sul fondo del mare. Di conseguenza, egli è molto fermo nella Fede e nelle conclusioni che la teologia trae dalla Fede. Egli è anche molto sicuro dell’autenticità dei fenomeni mistici che prova. La sua fisionomia dà l’impressione di fermezza, ma molto serena. Egli non ha nessuna contrazione, nessuna vibrazione. Tutto in lui è fermezza.
Nella sua fermezza vi è un aspetto per cui egli è fermo contro qualcosa. Non che egli si collochi in un atteggiamento polemico. Dopo lunghe meditazioni su cosa deve amare e cosa no – verità-errore, bontà-malvagità, bello-brutto – egli ha preso una decisione dalla quale non si è più mosso.
Dal primo momento della sua esistenza egli ha già distrutto il male e l’errore, egli ha già amato la Verità, dalle piccole verità del tempo di bambino fino all’enorme firmamento della sua maturità. Mentre il suo sguardo si allargava con l’età, così anche il suo amore per il verum, il bonum e il pulchrum, e il suo rigetto del contrario.
Egli ha contemplato il demonio e le sue legioni che partivano all’assalto della Chiesa e della Civiltà cristiana. Egli ha misurato tutta l’infamia di questo attacco e tutta la sublimità di ciò che era attaccato. Con quella calma che lo caratterizzava, egli ha misurato l’enorme battaglia che lo aspettava. E si è lanciato nella mischia, sicuro della vittoria.
In quell’anima infuocata vi è un sottofondo di tristezza e di affabilità. Egli mostra molta gentilezza, molta capacità di compassione, nessuna acredine. Era un uomo che poteva ricevere qualsiasi insulto senza turbarsi, purché non fosse contro la sua dignità sacerdotale o, peggio, una bestemmia contro Dio, contro laMadonna o contro la Chiesa. Egli non si interessava d’altro se non della lotta fra Dio e il demonio. Egli non pretende affetto né attenzioni. Egli vuole solo amare Dio.
Se qualcuno ama Dio, la Madonna e la Chiesa, allora egli è soddisfatto. Non vuole nient’altro. Egli volentieri si eclissa di fronte a qualcuno che sia più illustre. Pratica la perfetta umiltà. Ecco perché è venerabile. Non riesco a esprimere l’oceano di rispetto che egli provoca in me. (1)
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Egli ha una fisionomia molto benevola. Ma allo stesso tempo molto ferma. Egli mostra la rassegnazione di chi ha virilmente accettato la Croce senza lamentarsi. In lui vedo la Croce di Nostro Signore accettata integralmente, in tutta la sua tragicità. Mi ricorda Nostro Signore dopo aver bevuto il calice portato dall’angelo nell’Orto degli Ulivi. (2)
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Ciò che mi pare fondamentale nella fisionomia del Beato Francisco Palau è la sua straordinaria chiarezza di coscienza. Egli non ha nessun dubbio, nessun problema interno, nessuno scrupolo. Egli è come l’acqua pura che scende dai Pirenei.
Egli possiede un’intelligenza molto sicura, che afferra ciò che deve conoscere. Egli coglie la verità come un’aquila prende la preda nei suoi artigli. Egli non deforma la verità con pregiudizi o dubbi. Egli ama la dura verità. La durezza della verità, a sua volta, lo indurisce. Egli è come una torre. Qualcosa di fantastico!
Quando dev’essere misericordioso, egli è un fiume di miele. Quando, invece, dev’essere severo, spacca le pietre!
Non ho mai visto uno spirito più contro-rivoluzionario che quello del Beato Palau. Mi sembra addirittura più fermo di Carlo Magno. Non ho bisogno di dire altro. Credo che per i contro-rivoluzionari niente sarebbe meglio di un ritiro spirituale sul Beato Francisco Palau.
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Egli ha lo spessore di un profeta. Egli mostra una forza di volontà erculea. Si vede che egli proviene da una classe sociale piuttosto umile, ma sfoggia una tale dignità, una tale forza, una tale fede, una tale comunicazione col soprannaturale, che è capace di muovere montagne.
Ciò che egli decide di fare lo porta avanti fino al compimento. Quello che vuole lo fa. Egli supera qualsiasi ostacolo. L’unica cosa che lo potrebbe fermare è l’obbedienza religiosa.
D’altronde, possiamo vedere qui il genio della Chiesa. L’abito carmelitano non poteva essere più semplice, ma mostra una dignità perfetta. Io vorrei che voi studiate bene il Beato Palau, per farvi un’idea di ciò che sarà il Regno di Maria. (4)
Primo numero di El Ermitaño, foglio contro-rivoluzionario pubblicato dal beato Palau
1. Riunione del 4 dicembre 1994; 2. Riunione del 18 novembre 1994; 3. Riunione del 11 ottobre 1994; 4. Riunione 11 aprile 1993.