AMBIENTI, COSTUMI, CIVILTÀ
di Plinio Corrêa de Oliveira
Catolicismo, N. 11 – Novembre 1951, pag. 6
Queste immagini illustrano bene le considerazioni pubblicate nella prima pagina di questo numero su funerali e lutto.
Una, opera di Jean Fouquet, mostra il funerale di Etienne Chevalier nel XV secolo. L’altra è una fotografia di un carro funebre del tipo attualmente in uso a São Paulo.
Nella scena medievale, il trasporto funebre viene effettuato a mano, da figure che camminano con una fisionomia seria e un passo cadenzato. L’aspetto generale della processione è grave e solenne, per esprimere adeguatamente la terribile maestà della morte.
Usanze sociali di questo tipo mostrano chiaramente che l’uomo aveva un atteggiamento cristiano nei confronti della morte: non fuggiva da essa con terrore, né cercava di nascondere il carattere terribile della morte con apparenze anodine. Questo perché il figlio della Chiesa crede nella Redenzione e nella Resurrezione.
I funerali di oggi sono molto diversi! Si tende sempre più a dare alla morte il carattere di un incidente senza importanza e a cancellare dagli aspetti della vita quotidiana tutto ciò che ricorda la sua terribile natura.
Le condizioni tecniche della vita attuale, per una singolare coincidenza, favoriscono questa tendenza. E in generale non si osserva nessuno sforzo da parte di artisti e tecnici per evitare il più possibile questo grave svantaggio.
Infatti, esiste qualcosa di più simile a un’auto per le consegne di merce di questa auto funebre? Basterebbe togliere la croce, la tenda e il gioco sarebbe fatto.