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Plinio Corrêa de Oliveira
Capitolo XII
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Pubblicato su Catolicismo, São Paulo, Brasile, Aprile 1959 (I et II), Gennaio 1977 (III) Traduzione di Giovanni Cantoni Prima edizione italiana, 1963, Dell’Albero, Torino. Seconda e terza edizioni italiane, 1972 e 1976, Cristianità, Piacenza Tutti i diritti riservati - © 1998 Associazione Luci sull’Est |
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Quanto abbiamo esposto nel capitolo precedente ci fa comprendere facilmente il carattere pacifista, e quindi antimilitarista, della Rivoluzione. 1. La scienza abolirà le guerre, le forze armate e la polizia Nel paradiso tecnico della Rivoluzione la pace deve essere perpetua. Infatti la scienza dimostra che la guerra è un male. E la tecnica riesce a evitare tutte le cause di guerra. Da ciò una fondamentale incompatibilità fra la Rivoluzione e le forze armate, che dovranno essere completamente abolite. Nella Repubblica Universale vi sarà soltanto una polizia, finché i progressi della scienza e della tecnica non giungeranno a eliminare il crimine. 2. Incompatibilità dottrinale fra la Rivoluzione e la divisa La divisa, con la sua semplice presenza, afferma implicitamente alcune verità, alquanto generiche, ma per certo di natura contro-rivoluzionaria: — L’esistenza di valori superiori alla vita e per i quali si deve morire, il che è contrario alla mentalità socialista, tutta fatta di orrore per il rischio e per il dolore, d’adorazione della sicurezza e di grandissimo attaccamento alla vita terrena. — L’esistenza d’una morale, perché la condizione militare è totalmente fondata su ideali d’onore, di forza posta al servizio del bene e rivolta contro il male, e così via. 3. Il “temperamento” della Rivoluzione è ostile alla vita militare Infine, fra la Rivoluzione e lo spirito militare vi è un’antipatia di “temperamento”. La Rivoluzione, finché non ha in mano tutte le redini, è verbosa, intrigante, declamatoria. A quanto potremmo chiamare il temperamento attuale della Rivoluzione riesce sgradito veder risolte le cose in modo diretto, drastico, secco, more militari. “Attuale”, sottolineiamo, per far riferimento alla Rivoluzione nello stadio in cui si trova fra noi. Perché non vi è nulla di più dispotico e di più crudele della Rivoluzione quando è onnipotente: la Russia ne offre un esempio eloquente. Ma anche qui la divergenza sussiste, posto che lo spirito militare è cosa ben diversa dallo spirito di carnefice. * * * Analizzata così, nei suoi diversi aspetti, l’utopia rivoluzionaria, diamo per concluso lo studio della Rivoluzione. |