Plinio Corrêa de Oliveira

AMBIENTI, COSTUMI, CIVILTA

Spontaneità epicurea e gravitas cristiana

 

 

"Catolicismo" Nº 18 - Giugno 1952

 

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Scena contemporanea di vita familiare: una coppia, in un angolo pittoresco, fa un picnic con i figli. C'è qualcosa che non va? Ma come?! La riunione di famiglia è di per sé un'ottima cosa. È inoltre opportuno che l'incontro si svolga in un luogo piacevole e attraente, che offra riposo e innocue distrazioni. La forza della vita domestica è dimostrata dalla perfetta unione, dall'assoluta cordialità tra tutti. Se solo, si potrebbe dire, questa fosse sempre l'atmosfera della vita domestica.

Tutto questo è molto vero. Tuttavia, un osservatore più fine non si fermerebbe a questi commenti superficiali. Analizziamo la risata dei personaggi: è forte, aperta, come quella di persone che si danno senza restrizioni alla pienezza della vita. L'idea che i piaceri della vita sono effimeri; l'uomo vive su questa terra per il Cielo, e deve quindi godere dei piaceri temporali con sobrietà, anche quando sono onesti; l'idea che abbiamo in noi, a causa del peccato originale, una natura spesso incline all'errore e al male, che ha quindi bisogno di una costante vigilanza e mortificazione; l'idea che viviamo in un'ora tragica della Storia, in cui tutti dobbiamo sopportare terribili responsabilità; tutto questo non segna i tratti, i gesti, l'atmosfera, in alcuna minima traccia. Vivere senza ostacoli e senza preoccupazioni come gli uccelli di questi bellissimi alberi o i pesci di questo lago tranquillo: è questo l'unico desiderio che emerge… e in tanti modi!

L'assenza di un pensiero serio in queste mentalità è dimostrata dall'atteggiamento di bambini e genitori. In questi ultimi non c'è la gravità, la rispettabilità che si addice alla loro sacra autorità. Nei primi non c'è la riverenza, il rispetto, la sottomissione che si addicono alla pietà filiale. Queste quattro persone non appaiono qui, l'una in relazione all'altra, né come membri di una famiglia né come escursionisti legati dal semplice e pieno cameratismo dell'escursione.

E quanti oggi pensano che questo sia il vero ideale di vita familiare! Un ideale di spontaneità naturalistica e pagana, perché non ha nulla di specificamente soprannaturale e cristiano.

Una scena molto diversa è presentata nel dipinto di François Hubert Drouais (1727-1775). È una famiglia del XVIII secolo. Non vogliamo dire, ovviamente, che la vita familiare in quel secolo fosse irreprensibile. Ma ha conservato più tradizioni cristiane di quelle odierne. Così, in questa famiglia, gli atteggiamenti e i costumi esprimono bene le differenze di sesso e di età, la fisionomia dei genitori è adatta a infondere rispetto e sottomissione, tutto nei personaggi esprime l'armonia, la forza, l'equilibrio di temperamenti governati, controllati, diretti da una concezione tutta superiore della vita. C'è una tradizione di ascetismo, di mortificazione, di energia morale sana e molto cristiana in questo ambiente così amichevole, accogliente e senza pretese.

Perché questo confronto? In modo da poter fare tesoro degli esempi del passato, per correggere il presente e preparare il futuro. A cosa servirebbero le retrospettive storiche se questo scopo moralizzante fosse loro negato?


 

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