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Plinio Corrêa de Oliveira
AMBIENTI, COSTUMI, CIVILTA
Standardizzazione e imitazione
"Catolicismo" Nº 15 - Marzo 1952
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I nostri
lettori riconosceranno subito nei cliché che pubblichiamo oggi il
costume tipico della mucama bahiana [della Provincia di Bahia, nel
Brasile, n.d.t.] e l'abbigliamento, anch'esso tipico,
di un "elegante" uomo del bar di questi tempi: due costumi popolari, tra i
quali si può stabilire un confronto.
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Nel costume della
Bahiana, nato dalle esigenze della vita quotidiana, si riflettono
mirabilmente il carattere, le doti, il tipo di fascino proprio di
una razza, nonché le caratteristiche di un certo luogo e di una
certa epoca. |
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In diverse
nostre città si è generalizzato un tipo di frequentatore elegante di bar
di periferia, con un abbigliamento che nelle sue linee generali è quello
dei nostri giorni, ma con alcuni dettagli particolari: pantaloni lunghi
che si restringono vicino alla caviglia; la cintura dei pantaloni quasi
all'altezza del cuore; giacca eccessivamente lunga, cappello a tesa
bassa e lateralmente larga. Se l'uomo elegante è bianco, porta la famosa
acconciatura "a coda d'anatra". Se è nero, si stira i capelli. La mucama
è quello che è: giustamente si sente dignitosa e felice. Il nostro
elegante, bianco o nero che sia, cerca di far credere di avere soldi e
una posizione che non ha. Il costume della mucama è la cornice di una
personalità. Il costume dell'uomo elegante è la cornice di una
personalità che non possiede.
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Infatti, l'abito della
mucama è nato in un'epoca in cui la moda non era standardizzata di fatto
e in cui ognuno si sentiva a proprio agio così com'era.
E il nostro povero
"elegante" biondo, bruno o nero è figlio di un'epoca in cui la moda si è
standardizzata e gli abiti non hanno più alcuna relazione con gli
individui. Di un'epoca in cui nessuno è soddisfatto di ciò che è, e
quindi vive per imitare. Qual è il motivo della ridicolaggine della
nostra eleganza? In ultima analisi, in uno stato comatoso, il ridicolo
insito in ogni imitazione.
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