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Plinio Corrêa de Oliveira AMBIENTI, COSTUMI, CIVILTA
Dipingendo l'anima umana
"Catolicismo" Nº 05 - Maggio 1951 |
* * * Nessuno mette in dubbio che nell'universo esistano terribili deformità fisiche e morali e che sia lecito per l'artista rappresentarle, purché non ne derivi un'offesa alla morale. Ma dipingere solo orrore, dipingere e scolpire solo per deformare, come se l'universo non fosse altro che un ricettacolo di ignominie, rivela uno stato d'animo sbagliato e una concezione indubbiamente falsa e pericolosa, sia degli uomini che del mondo. Questa tendenza all'orrido ha alla base una visione disperata e blasfema della creazione, che è opera di Dio. Dipinti o sculture realizzati sotto l'influenza di questa visione deformano l'anima; e gli ambienti impregnati di questo stato d'animo non possono che degradare l'uomo, spegnendo in lui ogni slancio di intelligenza e di volontà verso un ideale veramente nobile, puro ed elevato.
Per contrasto, presentiamo qui, preso a caso dall'immensa produzione artistica dei secoli passati, un quadro che rappresenta un uomo nella sua maturità. Molto più che il fisico di quest'uomo, rappresenta il suo stato d'animo, il suo temperamento morale. Si tratta di Richelieu, dipinto da Philippe de Champaigne in tre diversi atteggiamenti. Tutte le qualità - e anche tutti i difetti - del grande statista si riflettono in questo mirabile studio, in cui l'animo umano poteva essere ritratto nella sua forma più intima, vivace e sottile, senza che l'artista dovesse ricorrere a deformazioni che degradano la stessa natura umana. |