"Vergine"
di Jacques Lipchitz. L’autore la descrive con queste parole: “Dal
becco della colomba pendono tre frammenti di Cielo stellato che si
congiungono, formando un cuore rivolto con la punta all’insù, dal
quale emerge la Vergine con le braccia aperte verso il mondo. L’insieme
è sollevato da Angeli in volo”.
La stravaganza dell’idea, in generale
e nei dettagli, è scioccante. Il volto dell’immagine, il suo gesto,
nulla lascia trasparire la purezza ineguagliabile della Madre di Dio.
È un’immagine che non istruisce, non forma, non attrae. Il
contrassegno spirituale cristiano è talmente estraneo ad essa che,
se lo scultore volesse venderla come se fosse un idolo non avrebbe
bisogno di fare alcun ritocco: basterebbe cambiare il nome
attribuito alla statua. |
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