Plinio Corrêa de Oliveira

 

 

Guglielmo II e l’Imperatrice Sissi

 

 

 

 

 

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Brano di una conferenza del 18 novembre 1992 (*)

All’epoca dell’episodio che commenterò, Guglielmo II (Frederico Guglielmo Victor Alberto di Hohenzollern, 1859–1941) era ancora principe ereditario del Reich tedesco. Nei decenni antecedenti alla Prima guerra mondiale, la Germania fu in larga misura modellata dal Kaiser, tipo umano del nobile moderno, erede di una lunga storia ma allo stesso tempo perfettamente adattato al nuovo mondo industriale. 

 

Elisabetta, imperatrice dell’Austria-Ungheria, detta Sissi (Elizabetta Amelia Eugenia di Wittelsbach, 1837–1898), moglie di Francesco Giuseppe, era molto diversa. Lei rappresentava il passato. Quale sarebbe stato l’effetto di questo passato glorioso sul futuro Kaiser, uomo eminentemente moderno? In altre parole, come sarebbe stata vista la Tradizione da un uomo più povero di tradizione di fronte a una persona più ricca in questo senso?

La questione è molto interessante, non solo per capire come si tramanda la Tradizione all’interno di una famiglia, ma anche per capire come avviene l’irradiazione della nobiltà, come tipo umano, nel corpo sociale.

Nelle sue «Memorie», il Kaiser così descrive un incontro con l’Imperatrice Sissi:

“Un ricordo dell’Imperatrice è rimasto indelebile nella mia memoria. Un giorno, la grande dama è venuta a prendere il tè a casa di mia madre, a Hetzendorf. Io ero nella mia camera, impegnato a scrivere il mio Diario. Mia madre mi fece chiamare in giardino, dove passeggiava con l’Imperatrice. L’Imperatrice mi salutò con la sua consueta delicata gentilezza. Mia madre mi ordinò di reggere la lunga coda del vestito di Sua Maestà. Accettai con entusiasmo questo soave servizio di paggetto, ammirando estasiato le belle maniere, piene di dignità, e il magnifico portamento che contraddistingueva l’Imperatrice.

“Lei eseguiva con estrema precisione tutte le esigenze del protocollo della Corte: non si sedeva, ma si posava maestosamente; non si alzava, ma si elevava; non camminava, ma avanzava con dignità. Questo è il miglior modo per descrivere lo splendido ritmo che segnava ogni movimento della bella Sovrana”. 

 

Guglielmo II da bambino

Notate anzitutto una caratteristica essenziale della vera nobiltà: una “consueta delicata gentilezza”, cioè raffinata non solo in certe occasioni, ma d’abitudine. Vedete poi la gerarchia. Quando la Kaiserin ordinò al figlio di portare la coda dell’Imperatrice, costui obbedì senza indugio. Nel suo palazzo, la Kaiserin aveva a disposizione decine di valletti che avrebbero potuto eseguire questo servizio. Ma era tale il rispetto per l’Imperatrice dell’Austria-Ungheria, che lei volle chiederlo al proprio figlio.

Un altro aspetto della gerarchia: la gioia nel servire. Lungi dal sentirsi diminuito, il Principe ereditario prese quell’incarico come un “soave servizio di paggetto”, ammirando la dignità e il magnifico portamento dell’Imperatrice. Il vero nobile dev’essere così. Tutto ciò che Guglielmo ammirò in Sissi era un prezioso distillato di secoli di cerimoniale di Corte.

Il linguaggio del Kaiser è molto ricco e riflette la sostanza di ciò che egli osservava. Notate come egli descrive i movimenti dell’Imperatrice: “Non si sedeva, ma si posava maestosamente; non si alzava, ma si elevava; non camminava, ma avanzava con dignità”.

Questo episodio mostra come l’Imperatrice Sissi esercitasse un’azione molto profonda sull’educazione di un intero popolo. Un’azione possibile solo perché ella rappresentava una dinastia millenaria che aveva innalzato tutto al suo più alto livello. 

(*) Tradotto dal mensile "Catolicismo", Giugno 2015. Senza revisione dell'autore. Dal sito "Circolo Plinio Corrêa de Oliveira".


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