Plinio Corrêa de Oliveira

 

Dalla Politica alla Psicologia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rivista “Tradizione Famiglia Proprietà”, Roma, Ottobre 2020

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Le nuove generazioni si interessano sempre meno della res pubblica e sempre più del proprio problema esistenziale. Come cambia il panorama della lotta fra la Rivoluzione e la Contro-Rivoluzione?  

Molti anni fa, ebbi un incontro col professore Lippmann (1), docente di Psicologia presso l’Università Cattolica di Petrópolis. Egli mi disse una cosa sulla quale ho riflettuto molto. Non ho mai avuto occasione di parlarne. Forse è arrivato il momento.

Dalla Politica alla Sociologia e poi alla Psicologia

Secondo l’intellettuale tedesco, il secolo XIX era stato quello delle grandi riforme politiche. La Politica interessava tutti gli spiriti, dominando il discorso pubblico. Poi venne scoperto un nuovo soggetto, che cominciò ad attirare tutte le attenzioni: la Sociologia. Nel secolo XX la curiosità pubblica cominciò a indirizzarsi verso il campo sociale, e scoppiò la Sociologia, aprendo l’epoca delle grandi riforme sociali. Questa scoperta veniva incontro a un’appetenza che covava già da qualche tempo, preparandone l’avvento.

Sia la Politica che la Sociologia, secondo Lippmann, sono campi del pensiero umano che riguardano gli altri. L’uomo mette il massimo del suo interesse nel sapere come funziona lo spirito degli altri, non tanto come individui bensì come collettività. “Ora si sta aprendo un nuovo campo molto più importante – continuava Lippmann – questo campo sta attirando l’attenzione di tutti i giovani: la Psicologia. L’uomo sarà depoliticizzato, e anche la sociologia perderà il suo fascino. D’ora in poi il grande problema dell’uomo sarà la sua psicologia, e la psicologia delle masse nella misura in cui essa può spiegare la sua psicologia. L’uomo comincerà a preoccuparsi di sé stesso”.

Le parole del docente tedesco furono per me molto illuminanti. Pensai: dopo la riforma dello Stato e la riforma della società, la Rivoluzione adesso vuole riformare l’uomo. E perciò si approfitta della fragilità psicologica dell’uomo contemporaneo. Il disordine della società moderna ha ridotto l’uomo allo stato di naufrago. L’uomo si preoccupa sempre meno degli altri e sempre più del suo personale naufragio. Immaginate il naufragio di una nave e persone che galleggiano tra le onde aggrappate a pezzi di legno. Non sono a rischio immediato di affondare, ma ovviamente sono a disaggio. Passa una barca, e qualcuno grida ai naufraghi: “Ragazzi, volete discutere sull’oceanografia e sulla composizione chimica delle acque di questo luogo per capire dove vi trovate?”. Naturalmente, i naufraghi reagiranno male: “Ma che ce ne importa dell’oceanografia o della chimica! Lei non vede che siamo stremati, affamati, feriti? Vogliamo salire sulla sua barca per esservi curati, per bere e mangiare! Vogliamo liberarci dalla balìa delle onde e salire su una nave che abbia una rotta fissa! Vogliamo salire su qualcosa di solido!”.

Questo spiega le gravi mancanze psicologiche delle nuove generazioni. In tale situazione, avvitato sulla sua personale crisi, l’uomo rimane come ipnotizzato e si rivolge alla Psicologia, o a qualunque cosa assomigli alla Psicologia, come la cibernetica e la parapsicologia, per cercare di lenire la sua crisi. Secondo me, quest’appetenza per la Psicologia, dovuta al naufragio della società rivoluzionaria, affonda le radici in epoche precedenti a quella della Sociologia e perfino della Politica. È qualcosa che la Rivoluzione ha preparato per secoli, e adesso la offre come una falsa soluzione. In altre parole, la Rivoluzione ha preparato l’appetenza e, nello stesso tempo, ha preparato anche le discipline, naturalmente contraffatte e menzognere, che dovevano soddisfare tale appetenza. Quando l’appetenza è esplosa dal fondo del subcosciente, la Rivoluzione ha dato in pasto al pubblico quello che aveva già preparato, trovandovi di conseguenza un’accoglienza avida.

La Contro-Rivoluzione

Tutto ciò ha provocato una variazione, uguale e opposta, nella strategia della Contro-Rivoluzione. Per molto tempo noi abbiamo analizzato i grandi problemi politici e sociali, con qualche incursione nel terreno economico. Dal momento in cui abbiamo dovuto iniziare a occuparci anche di cibernetica, di biologia, di transpsicologia e via dicendo, abbiamo iniziato a occuparci delle trasformazioni interiori dell’uomo. Siamo andati esattamente nella direzione indicata da Lippmann.

In questo modo, oggi, la Contro-Rivoluzione ha come due volti. Uno è quello classico, eminentemente socio-politico, che analizza la situazione del mondo contemporaneo per cercare di arginare l’avanzata del processo rivoluzionario, proponendo delle alternative. Sullo sfondo, la domanda cruciale: per quanto tempo durerà ancora il dominio della Rivoluzione? L’altro volto è quello che rimane continuamente alla ricerca del momento psicologico opportuno per poter, nel caos degli avvenimenti contemporanei, proclamare nella sua integrità lo spirito cattolico tradizionale e contro-rivoluzionario, dando una risposta radicale ai problemi psicologici dell’uomo contemporaneo. Cioè, dire una parola, lanciare un proclama, mostrare un simbolo da cui l’uomo contemporaneo possa trarre beneficio per il proprio rafforzamento psicologico. Io vedo che molte persone, specie i giovani, sono alla ricerca di questa ventata di aria fresca che possa lenire il proprio naufragio interiore.

Ci sono quindi due modi di concepire oggi l’azione contro-rivoluzionaria. Uno non esclude l’altro, non c’è nessuna contraddizione tra loro. Anzi, sono complementari. Per alcuni, l’attenzione è rivolta alla vittoria socio-politica. Per altri, la vittoria avverrà solo quando una mentalità integralmente cattolica si imporrà sulla mentalità rivoluzionaria. L’idea soggiacente è che la lotta tra la Madonna e il diavolo nel mondo di oggi consiste meno nelle manovre socio-politiche e più nello scontro fra due mentalità, fra due spiriti. Quando la mentalità cattolica si manifesterà con tutta la sua intensità, allora vincerà sull’altra. Così, la grande lotta della Rivoluzione e della Controrivoluzione consisterebbe nella manifestazione di due opposte mentalità. Questa sarebbe, per così dire, la guerra nucleare fra la Rivoluzione e Contro-Rivoluzione.

In questa situazione, la risposta non può venire dalla politica. I partiti politici oggi sono come degli alberi colpiti da un fulmine e rimasti rinsecchiti. Sembrano club di persone che giocano con la cosa pubblica, senza mai dare risposte sostanziali ai problemi dell’uomo contemporaneo.

Due aspetti della Rivoluzione e della Contro-Rivoluzione nella storia

Quando vediamo questo sviluppo nelle nuove generazioni di oggi siamo inevitabilmente portati a guardare indietro nella storia. Io mi domando se questi due aspetti – socio-politico e psicologico – non siano andati sempre insieme nei grandi avvenimenti della storia, e se molti storici non abbiano peccato di superficialità nel non studiare entrambi, o nel dedicare a quello psicologico una menzione appena poetica.

Prendiamo ad esempio uno dei maggiori tournants della storia: l’espansione della religione cattolica nel bacino Mediterraneo nei primi secoli, terminata in una grande vittoria sul paganesimo. La si può studiare nei fatti. La si può studiare attraverso le controversie teologiche e i problemi interni della Chiesa. La si può studiare dal punto di vista sociologico. Resta, però, qualcosa di più profondo che solitamente scappa all’analisi storica, e che scaturisce direttamente dal Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo e dagli Atti degli Apostoli.

Si percepisce che lì, lo spirito di Nostro Signore Gesù Cristo si manifestò in un modo così magnifico, con così tanta ricchezza, con così tanta abbondanza e con una superiorità tale che non è possibile dire altro se non che fosse divino. Per quelli che avevano una mentalità coriacea – gli ebrei e i pagani – sorse un nuovo Sole, con tutta la forza dell’aurora. Di colpo, essi compresero che il loro sole era al tramonto. Psicologicamente fu una battaglia tra due soli, in cui il nuovo Sole vinse per la forza intrinseca della sua presenza.

Gli idoli dei pagani implosero e marcirono per quella prima dimostrazione di Fede Cattolica, tale che fino ad oggi turba chi gli è contrario. Dopo aver conquistato il mondo romano, conquistò anche quello barbaro. Quelle genti che vivevano nelle selve nordiche, fra tamburi e riti pagani, si ammorbidirono di fronte al Sole che sorgeva. Lo spirito cattolico brillò con una tale forza, che la conquista del resto del mondo ne fu poi una conseguenza.

Oggi, nel momento in cui la Rivoluzione sta raggiungendo il suo apice, quelli che sperano nella vittoria della Madonna lo fanno perché sanno che l’unico vero Sole, il Sole di Giustizia, è Nostro Signore Gesù Cristo, che risplende dietro le nuvole più nere. Essi sono convinti che, più Egli sarà rifiutato dall’umanità, più Egli brillerà oltre le nuvole. Essi sentono il contrasto fra quella Luce e tutto quanto sta succedendo quaggiù. E lottano, nella speranza fondata che un giorno quel Sole brillerà di nuovo con tutto il suo fulgore. Io credo che questo tipo di meditazione sia quanto di meglio può fare un contro-rivoluzionario ai giorni nostri.

La Contro-Rivoluzione non può e non deve abbandonare il discorso logico e ragionato, ma deve capire che, oltre a convincere, essa deve anche, e forse principalmente, suscitare un certo spirito. E ciò non si fa col discorso analitico bensì con i simboli.

* Tratto dalla registrazione magnetofonica di una riunione del 17 aprile 1982 per soci e cooperatori della TFP brasiliana. Senza revisione dell’Autore.

1. Hanns Ludwig Lippmann. D’origine tedesca, fu lui a introdurre in Brasile questa disciplina, creandone la prima cattedra presso l’Università Cattolica di Petrópolis nel 1953.


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