Plinio Corrêa de Oliveira

 

 

La calma, la coerenza e la logica

di San Giuseppe

 

 

 

 

Brani della conferenza del 19 marzo 1976 (*)

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L’episodio è molto noto e ci viene raccontato nel Vangelo di S. Matteo.

Quando san Giuseppe scoprì che sua promessa sposa aveva concepito un figlio del quale egli non era il padre, fu messo davanti ad una situazione assurda, poiché la Madonna era evidentemente santa. Egli non poteva assolutamente dubitarne perché la Sua santità risplendeva in ogni modo possibile. Si era creata, quindi, una situazione sconvolgente e con la quale egli non poteva convivere.

Invece di denunciarla, come prescriveva la legge ebraica, egli escogitò l'unica soluzione logica: "Qui c'è uno di troppo. Ma, chi se ne deve andare via non è certo questa Madre, che è Signora e Regina, né tanto meno il Figlio che Ella ha concepito. Qualcuno se ne deve andare, e questo sono io. Abbandonerò la casa e sparirò. Non capisco questo mistero, ma non mi ribelle­rò contro di esso. Finirò i miei giorni lontano da qui, venerando questo mistero che non riesco a penetrare".

E decise di abbandonare il focolare di notte, lasciando Nostra Signora sola col frutto del Suo grembo.

 

Di fronte all'incomprensibile, san Giu­seppe reagì con una logica lineare. Analizzate la sua calma. E una calma che soltanto gli uomini di logica possono vantare. Egli doveva abban­donare il maggior tesoro della Terra, cioè Maria Santissima, e questo gli procurava una sofferenza immensa, inimmaginabile. Ma egli restava calmo.

Il Vangelo racconta che, mentre dormiva, «ecco un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: "Giusep­pe, figlio di Davide, non temere di pren­dere con te Maria, tua sposa, perché colui che in lei è stato concepito è opera dello Spirito Santo. Essa darà alla luce un figlio e tu gli porrai nome Gesù, perché sarà lui che sal­verà il popolo suo dai suoi peccati"».

Non so se ci avete fatto caso ma, la sera prima del tremendo atto che stava per compiere, san Giuseppe dormiva beatamente... E anche questo era logico. Egli doveva intraprendere un lungo viaggio, e perciò doveva prima riposarsi. Piegato dall'immane sofferenza, egli tuttavia dormiva. L'angelo gli apparve e sciolse il miste­ro. Ed egli continuò a dormire tranquillamente. All'alba, egli si alzò e riprese la vita quotidiana come se niente fosse. Somma calma, somma coerenza, somma logica! In onore di san Giuseppe, la cui festa oggi celebriamo, ecco questo piccolo commento che vuol essere anche un elogio della logica. 


(*) Rivista Tradizione, Famiglia, Proprietà, Roma, Marzo 2010, Anno 16, n. 1, pag. 35.


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