Plinio Corrêa de Oliveira

 

 

Dove va la Rivoluzione nell’abbigliamento?

 

 

 

Cristianità, Anno II n. 5, maggio-giugno 1974, pag. 12 (*)

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Avevo circa dieci anni quando fui testimone del primo grande episodio della rivoluzione nell’abbigliamento che sta giungendo ora al suo apogeo. Attorno al 1918, come corollario dell’importanza decisiva degli Stati Uniti nella parte finale della prima guerra mondiale, l’influenza nordamericana si esercitò intensamente sulla Francia, da dove, poi, si rifletté in tutto il mondo. Le signore si tagliavano i capelli alla garçonne, le gonne, che si usavano all’altezza della caviglia, salirono d’un balzo fino al ginocchio, le maniche si accorciarono fino alle spalle.

A questo primo attacco rivoluzionario fece seguito, poco dopo, una reazione imposta dal buon senso e dal pudore. Le gonne e le maniche si allungarono di nuovo. La moda femminile giunse, attraverso successive oscillazioni, fino a limiti molto vicini a quelli che, nel linguaggio attuale, si potrebbero chiamare gli "anni di partenza" 1916-1917.

La rivoluzione nell’abbigliamento recuperò poi, attraverso nuove audacie, il terreno perduto. A queste audacie fecero seguito normalmente reazioni. E quindi nuove audacie. E in modo tale che l’audacia era sempre superiore alla reazione. Così, con una cadenza di due o tre passi avanti e uno indietro, si è arrivati, nel corso di decenni, al vestito a due pezzi.

In materia di costumi da bagno, la rivoluzione nell’abbigliamento ha avuto molto meno rispetti. E con una cadenza che ha conosciuto poche e irrilevanti esitazioni, la moda è arrivata fino al bikini.

Sarà stato il bikini a ispirare e a precorrere il vestito a due pezzi?

Comunque sia, a partire dal bikini e dai due pezzi fino a dove proseguiranno le cose?

Queste domande si saranno già presentate a tutti i lettori. Tuttavia, spiaceranno a quanti, tra loro, formano un settore che si autodenomina "moderato". Sono quelli che, su questo argomento, guardano soltanto al presente e si rifiutano di prendere in esame il futuro. A ogni nuova impudenza si spaventano un po’, si adattano subito, e si convincono che adesso la moda sta per fermarsi. Consolidato l’adattamento, sopravviene una nuova impudenza della moda, e un nuovo adattamento. Ed essi si convincono, ancora una volta, che l’"evoluzione" della moda si è fermata. E così hanno rotolato, di adattamento in soprassalto, e di soprassalto in adattamento, fino a oggi.

Capisco facilmente che questi "moderati" si indignino per il mio articolo. A titolo di risposta, se la rideranno, dicendosi meravigliati di vedermi trattare un argomento così frivolo. Come se il pudore - gravemente in gioco in proposito - fosse una frivolezza...

Nessuno potrà trovare inopportune queste riflessioni, di fronte alle notizie che leggo su diversi giornali.

ABC di Madrid informa che cinque giornalisti sono comparsi completamente nudi di fronte agli 800 mila spettatori di un programma televisivo svedese. E aggiunge che a Montevideo, nell’elegante quartiere di Carrasco, due giovani sono stati arrestati perché passeggiavano nudi (1).

All’Università della Carolina del Sud, sempre secondo ABC, 510 studenti hanno sfilato nudi nel campus. Non volendo lasciarsi superare, l’università della Carolina del Nord ha organizzato una sfilata con 895 studenti nudi. A Necog Dochs, nel Texas, un’analoga sfilata è stata impreziosita da danze ritmiche del folklore neo-africano. L’Università della Georgia è andata più avanti di tutti, con una sfilata di 1500 studenti nudi (2).

Secondo il Daily News, il nudismo è entrato in politica. Per il primo aprile si è organizzata una manifestazione nudista di studenti dell’università della Pennsylvania davanti alla Casa Bianca: si tratterebbe della "corsa dell’impeachment" (3).

Questa nuova e somma impudenza comincia a spazzare il mondo come un tifone, portando con sé gli ultimi resti dell’abbigliamento. A questo punto si impone una domanda: dove arriveremo?

Non fa meraviglia che questa domanda irriti coloro che da tanto tempo stanno dirigendosi di spalle verso l’abisso.

L’abisso? Sì, l’abisso. Cioè le tragiche punizioni preannunciate nel 1917 dalla Madonna di Fatima, per il mondo moderno, nel caso non avesse arrestato la moda immorale. Cito soltanto due frasi dette dalla Vergine a Lucia, Giacinta e Francesco: "La Russia seminerà i suoi errori nel mondo. [...] Diverse nazioni saranno annientate".

 

Note:

(1) Cfr. ABC, 13-3-1974.

(2) Ibid., 9-3-1974.

(3) Cfr. Daily News, 7-3-1974. 


(*) Traduzione dell’articolo Para onde?, comparso sulla Folha de S. Paulo del 7-4-1974.


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