Plinio Corrêa de Oliveira
La certezza della vittoria finale della Madonna
Chiusura dell'incontro giovanile ispano-americano, San Paolo del Brasile, 20 gennaio 1974 (*) |
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Cari partecipanti all'incontro giovanile di lingua spagnola che sta per concludersi. Cari amici, fra qualche minuto questo incontro terminerà. Fra qualche giorno ci diremo "adiós" perché dovete ritornare nei vostri paesi. E così, dopo questi giorni di splendore, questi giorni di studio, questi giorni i cui frutti si manifestano anche nei discorsi belli e calorosi che abbiamo appena sentito nonché nell’entusiasmo degli applausi che hanno fatto vibrare questa sala, dopo questi giorni comincerà per voi la lotta quotidiana, la lotta del dovere quotidiano. Voi non vi sentirete più adunati in una grande assemblea come questa, confortati da tanti coetanei, non vi sentirete forti come membri d’una grande associazione. Avrete invece la sensazione di essere deboli e dispersi in mezzo a moltitudini immense, che sono poi proprio quelle moltitudini che voi dovrete vivificare col vostro apostolato. Dopo questi giorni ricomincerà per voi il solito lavoro, con le solite difficoltà e le solite fatiche, riprenderà la lotta spirituale e psicologica sulla quale avete parlato in questi giorni e che vi aspetta dopo lo splendore delle grandi riunioni. Quali possono essere le mie parole? Saranno parole che cercheranno di interpretare i vostri sentimenti e i vostri pensieri in questa sera. Sarà un tentativo di esplicitare quanto sta accadendo nell’interno di ognuno di voi, che potrà successivamente essere tradotto in formule semplici e brevi, direi quasi palpabili, come è palpabile il sentimento che provate in questi momenti. Sarà un’interpretazione delle grandi speranze che si fanno sentire in questa riunione. Infatti, c’e qui un’atmosfera di allegria, un’atmosfera di speranza, un’atmosfera di vittoria. lo non direi che quest’atmosfera è solo di speranza di vittoria, ma è un’atmosfera di certezza di vittoria! Una certificazione di vittoria! È un fulgore, è un brillo del Regno di Maria che si fa sentire questa sera ed è proprio questo fulgore che io vorrei interpretare insieme a voi. In questa sede voi avete avuto la certezza che, come conseguenza del vostro lavoro, il Regno di Maria comincerà a germogliare nelle tenebre del secolo XX! Voi avete avuto la certezza che per mezzo del vostro lavoro la TFP si diffonderà in tutto il mondo. Voi vedete, quindi, che la grande speranza di un grande sviluppo della TFP è fondata, e si fonda proprio su questa certezza. Voi stessi siete una prova di questa speranza. Fu tempo in cui la TFP era piccola. Fu tempo in cui c’era solo una TFP, a San Paolo. Ci sembrava un evento epocale conquistare membri per la TFP a Rio de Janeiro e a Belo Horizonte. Quando questi amici arrivavano per una settimana di studi, con sette-otto partecipanti, per noi sembrava un avvenimento. Parlare allora della TFP come essa si è successivamente sviluppata, sembrava un sogno. Ma per noi era qualcosa di più di un sogno. Quando abbiamo cominciato ad operare a Rio e a Belo Horizonte, quando abbiamo cominciato a visitare diversi quartieri di San Paolo, eravamo spinti da una certezza interiore. Io non esito nel dire che era una certezza spirituale suscitata profeticamente dalla grazia di Dio. Eravamo spinti dalla convinzione che, iniziando con piccoli passi, giorno verrebbe in cui un grande numero di persone, di un grande numero di paesi si sarebbero unite a noi per proclamare il Regno della Madonna e per cominciare a lottare contro la Rivoluzione, per abbatterla nonostante tutto il grande potere sul quale contava allora e che ancora conserva. Come possiamo chiamare questa certezza interiore? Era una certezza figlia della grazia e successivamente convalidata dai fatti. È questa la certezza che adesso palpita in voi e che sarà ugualmente convalidata dai fatti. Questo proviene dalla grazia divina, e la grazia non mentisce mai! Questa certezza viene dalla grazia divina perché produce nell’anima frutti che sono i frutti dello Spirito Santo, sono frutti di amore di Dio, sono frutti di entusiasmo, è un desiderio di impegnarsi, un desiderio di essere puro, un desiderio di essere energico, un desiderio di calpestare il rispetto umano, un desiderio di consacrarsi totalmente alla Madonna. Tutti questi santi desideri fioriscono nell'anima se essa è mossa dalla speranza nella vittoria dell’apostolato della TFP. Se, al contrario, un'anima perde questa speranza, o anche se appena vacilla, tutti questi frutti cominciano a svanire. L’amore di Dio deperisce, la purezza comincia a diventare irregolare, la dedizione si raffredda, scema, tende a scomparire. Quando questa certezza è presente in un’anima, essa produce i risultati tipici dello Spirito Santo. Quando invece manca, produce i risultati tipici del demonio. Quale conclusione possiamo trarre di tutto ciò, se non che è evidente che questo sentimento proviene dallo Spirito Santo, e che il dubbio proviene invece dal demonio? Nostro Signore ha detto: “Per i suoi frutti conoscerai l’albero". Allora anche i movimenti di anima dell’uomo sono riconoscibili dagli effetti che essi producono. Se la convinzione dell'avvento del Regno di Maria nei giorni nostri è un fattore decisivo e sine qua non di amore di Dio e di dedizione alla Madonna, allora la conclusione è che questo presentimento ci è dato dalla grazia. Ma, se questo presentimento ci è dato dalla grazia e riguarda il futuro, esso ha, dunque, qualcosa di autenticamente profetico. La certezza della nostra vittoria è qualcosa che nasce dal nostro interiore. Nasce dalla nostra storia, nasce da un’esperienza interiore, ma nasce anche dall’analisi dottrinale, dall’analisi fredda, dall’analisi dottrinale serena fatta con senso cattolico, con sentimento cattolico, di ciò che succede all’interno delle nostre anime. I vostri applausi, così impetuosi da rischiare di far crollare questo palazzo, i vostri applausi non sono solo un atto di adesione alle mie parole. I vostri applausi sono molto di più: mostrano la voglia di vincere, mostrano la certezza della vittoria. Voi avete un atteggiamento d’anima suscitato dalla grazia, l’atteggiamento di un giovane che, nel fior dell’età, si sente toccato da Dio e comincia a dare i primi passi d'una grande avventura. Io utilizzo questa parola in modo intenzionale. Dobbiamo definirla. Di solito, al meno in Brasile, si usa il termine “avventura” per significare lo svolgimento di attività molto rischiose intraprese da una persona carica di speranza. La persona ama il rischio e, soprattutto, si compiace della speranza nella vittoria. Tuttavia, spesso l'avventura è accettata per interessi meramente umani, senza un’analisi fredda, sull’onda di qualche passione. Allora la persona si lancia all’avventura. Perciò, almeno nel portoghese, l’espressione ha qualcosa di peggiorativo, quasi ad indicare un uomo senza sapienza, un uomo che si butta nella mischia senza misurarne le conseguenze. Credo che anche in spagnolo l’espressione abbia un simile senso. Dunque, possiamo dire che siete gli avventurieri della Madonna! Ma avventurieri in un senso molto preciso. Perché questa è un’avventura che porta con sé la certezza del rischio, ma conduce sicuramente alla vittoria! Non vi è nessun dubbio sull’esito dell’azione intrapresa. Quindi non vi è alcun dubbio sulla vittoria.
Sappiamo che ci saranno molti ostacoli. Ma, al di là degli ostacoli vedremo la Madonna dei Miracoli, la cui festa viene oggi celebrata dalla Chiesa. La Madonna dei Miracoli può fare miracoli, ha fatto miracoli e ne farà ancora. Lei può fare miracoli per portare alla vittoria. La nostra avventura è tale che, anche se ce ne vorrà un miracolo, porterà sicuramente alla vittoria! Ma questa convinzione che oggi brilla ai vostri occhi, questa convinzione che è la causa della vostra gioia, questa convinzione, cari amici, sarà sottoposta ad una prova. Perché Dio vuole anime che Gli si dedichino interamente. Così, dopo aver offerto a voi, giovani, per mezzo della grazia, per le prove della nostra storia, la certezza che la Madonna è con noi e che dov’è la Madonna non vi sono possibili sconfitte, dopo avervi mostrato questo, necessariamente Dio e la Madonna vi porranno una domanda. Questa domanda si manifesterà pure nei fatti. È una domanda che equivale ad una richiesta di dedicazione completa. La domanda è questa: “Figlio mio, io ti ho chiesto di coinvolgerti in questa avventura. Tu lo hai fatto perché ti sembrava buona, ti sembrava bella. Ma Io vorrei sapere se il tuo amore per Me è così grande da, anche se questa avventura non portasse a un buon esito, anche se non producesse nessuna conseguenza, anche se tu e i tuoi compagni dovessero essere sconfitti, ignorati dalla storia, derisi dai Miei nemici, sbaragliati per la Mia gloria, per essere considerati eroi nel Regno dei Cieli esclusivamente per amore a Me, senza pensare ai risultati terreni. lo vorrei sapere se il tuo entusiasmo, se la tua dedizione accetterebbe perfino questo rischio. Vorrei sapere se accetti la possibilità di un olocausto completo, di un olocausto che giunga fino alla donazione della vita. Ma la donazione della vita con l’accettazione della sconfitta. La donazione della vita, l’accettazione della morte senza la certezza di vittoria". Vi furono tante persone che sono morte per la Chiesa. Pensate, per esempio, ai Cristeros del Messico nel nostro secolo. Pensate ai chouans in Francia, agli eroi della Reconquista spagnola, della Reconquista portoghese. Nella maggior parte, questi eroi sono morti durante i secoli della Reconquista, quando non c’era ancora la certezza della vittoria finale dei cattolici sui musulmani. Non avevano la certezza che la guerra santa nella quale avrebbero trovato la morte, avrebbe portato alla vittoria. Ma loro consideravano la morte con uno sguardo soprannaturale. Non badavano alla loro vita, non badavano alla gloria terrena. Volevano il sacrificio, volevano dedicarsi fino in fondo per la Madonna. Ed è proprio perché la loro dedizione fu portata fino a questo punto che la Madonna diede loro la vittoria. Perché questa corona della vittoria finale sarà data non a coloro che accetteranno la lotta per giungere alla vittoria, ma a coloro che accetteranno la lotta anche se non dovessero ottenere la vittoria. Questi sì meritano la vittoria! Una persona che si imbarca nell’avventura pensando più alla vittoria che all'ideale, più alla soddisfazione dell’amore proprio che ai diritti della Regina detronizzata per cui bisogna lottare, questi non possiede le condizioni di anima per essere una pietra viva del Regno di Maria. Il Regno di Maria vincerà. Il Regno di Maria sarà edificato e avrà una magnificenza ancor più grande di quella del Medioevo! Ma questa costruzione avrà forza solo si sarà edificata su uomini assolutamente non interessati. Uomini capaci di, nella lotta di ogni giorno, dire alla Madonna: “Madre mia, anche se Voi non mi dovresti dare la vittoria, io lotterò lo stesso per Voi perché Voi siete mia Madre. Io non voglio il mio successo. Anche se non dovessi raggiungere il successo, io sarò contento, Madre mia, perché avrò vissuto e sarò morto eroe anonimo per Voi!" Questa è la prova di dedizione che la Madonna chiederà a voi. Consiste nel avere questo stato d'animo per il quale, allo stesso tempo, avete la certezza della vittoria e avete totale generosità nel prescindere di essa. Come si darà questa prova? Si darà nella vita di ogni giorno. Capiterà per forza che avrete difficoltà. Molti rideranno di voi, in tanti occasioni, quando i vostri lavori apostolici non otterranno nessun frutto immediato. Capiterà - è questa la miseria umana - che talvolta non vi capirete gli uni agli altri, può darsi che sorgano difficoltà fra di voi. Ci saranno momenti di una calma estenuante, giorni e giorni in cui non succederà niente. Voi vedrete allora grandi forze internazionali che vi sembreranno uragani scagliandosi contro la Chiesa Cattolica: il progressismo, il modernismo, il comunismo, il socialismo... Quanti “ismi” che soffiano come uragani sulla Civiltà Cristiana! Voi vi sentirete piccoli e proverete la tentazione di Giuda. In quel momento la vostra vocazione sarà messa alla prova. In questi momenti non bisogna assolutamente indugiare. Non dovete dubitare in nessun modo! Dovete avere una dedizione totale. Dovete dire: “Io sono certo che prima o poi la vittoria verrà. Io attenderò questa vittoria pregando, accettando le sconfitte parziali con il coraggio di un vero combattente, perché un giorno la Madonna mi aiuterà!” Ma il demonio vi dirà, a sottovoce, nell’intimo dell’anima le parole di tentazione. “Verrà invece il tuo personale successo... Guardia quel cugino che ti ha detto di no. Quel professore che ti ha detto di no. Quell'amico che ti ha detto di no. Tutti i tuoi conoscenti ignorano queste cose. Sono indifferenti nei confronti dei successi della TFP, fanno finta di non notarli. Se prendi questa strada tu sarai l’ultimo della famiglia. Mentre gli altri avranno uno status, brilleranno nelle riunioni sociali, e via dicendo, tu sarai isolato, ridotto a un piccolo gruppetto che si riunisce ogni sera in una sede per lamentarsi di cose che vanno male nel mondo, per pregare e far penitenza, per lavorare". Allora il demonio vi dirà: “Vittoria? Non ci sarà nessuna vittoria. Tu sarai il fallito della tua famiglia, tu sarai quello che non ha fatto carriera, sarai dimenticato. Vedi invece i beni mondani che ti aspettano! Molla la TFP, molla la Madonna, Lei non ti aiuterà, non farà miracoli. Tutto ciò non è che fantasia. Non è altro che entusiasmo fugace. Bisogna invece pensare ai quattrini. Bisogna pensare allo status sociale. Bisogna fare ogni possibile sforzo per accrescere la situazione familiare. Questo è importante, il resto è niente". Questa tentazione vi colpirà lo spirito e voi dovrete dire al demonio le parole della Madonna: “Vade retro Satana! via da me Satana! Non voglio niente a che fare con le tue opere. Io ho la certezza che la Madonna vincerà e che, alla fine, mi farà vincere anche a me. Ma, anche se io non dovessi vincere, il mio sacrificio sarebbe stato utile. Con te, satana, io non discuto, io non discuto proprio. La Madonna vincerà!" Quella sarà, cari amici, l'occasione delle vostre vere vittorie. Quello sarà il momento della vostra vera dedicazione alla Madonna. Ogni volta che voi sentirete nell’interno delle vostre anime qualcosa come un piccolo conflitto, sappiate che può essere proprio questa tentazione, può essere lo stuzzicare del demonio che vi dice: “Vedi, questo è il risultato che hai ottenuto!" Bisogna avere la coscienza continuamente orientata a questo punto. Noi dobbiamo rispondere con un NO! risoluto al demonio. Non dobbiamo dubitare. Se qualcuno comincia a tentennare, si pone a pesare i pro e i contro, il demonio comincia a dialogare. Se qualcuno risponde: “Però è molto bella la causa che insegno", il demonio risponderà: “Si, forse è bella, ma pensa un po', tu sei un grande uomo". “Ah! Io sono un grande uomo?" “Si, tu sei un grande uomo, io me ne sono accorto. Tu sei un mega-uomo. Tu hai questa e quella qualità, che gli altri non riescono a vedere chiaramente, ma sono qualità straordinarie! Tu sai apprezzare la cultura molto bene, tu sai degustare le cose dello spirito. Perché non fai un viaggetto in Europa? E’ così bella... Un viaggio per vedere le cose antiche. I castelli medioevali sono sicuramente bellissimi... Potresti vedere anche cose più recenti, il Louvre per esempio. O ancora più recenti. Potresti anche vedere un po' della vita moderna. contemporanea. I cinema di Parigi, perché no? Sono così attraenti! Tu devi conoscerli, da buon turista. Cosa diranno nella tua famiglia si sapranno che sei stato a Parigi e non hai visitato nessun cinema? Ma, solo i cinema? Andare solo in cinema è roba da vecchietti... Perché no un night club parigino? Appena per darci un’occhiata... Solo per una notte, diciamo due. Forse non è neanche un peccato così grave. Tanto, puoi sempre andare dopo a confessarti... Sarai perdonato. Vacci, vacci! "Ma, per andare in Europa devi avere soldi. Devi quindi uscire dalla TFP per poter guadagnare un po' di soldi. Non puoi dare tutto il tuo tempo all'apostolato. Vuoi conoscere i castelli medioevali? Ebbene, per conoscere i castelli medioevali devi guadagnare qualche soldo. Lascia la TFP! Io ti chiedo appena una cosa: lascia la TFP! Molla!!! Al resto ci penso io." Se lasciamo andare avanti questa discussione, la persona va mollando, mollando, mollando... Tutti gli autori spirituali sono unanimi nel consigliare che col demonio l’unica risposta è NO! Alla tentazione si deve rispondere solo NO! E dopo dobbiamo pensare ad altre cose. Non dobbiamo discutere col demonio. Il demonio è un angelo. Il più piccolo dei demoni, il demonio più mediocre è pur sempre un angelo. E qualsiasi angelo è molto più intelligente di qualsiasi uomo. L’ultimo dei demoni è molto, ma moltissimo più intelligente, a perdere di vista, di S. Tommaso d’Aquino. Platone o Aristotele. Allora né io, né tanto meno voi, riusciremo mai a discutere vittoriosamente col demonio. Anche perché il demonio, da angelo, è un eccellente psicologo. Lui non ha solo una buona argomentazione al servizio della menzogna. Ma ha anche la psicologia. Lui ha quello che in portoghese si chiama “labia” (parlantina). Lui sa ammaliare, sa dire le menzogne in modo cattivante, menzogne che parlano all’immaginazione e seducono. Il demonio conosce i nostri punti deboli, da dove lui può sedurci. Allora la tentazione contro la vocazione si presenta in una maniera così affascinante che, se noi ci facciamo caso, cadremo di sicuro. Se diamo ascolto al demonio, possiamo magari cominciare con un buon argomento, ma poi inizieremo a vacillare, ci sembrerà che il demonio ha ragione. Cominciamo a perdere l’entusiasmo ed è la decadenza della vita spirituale, tutto il resto se ne va. Cosa dobbiamo fare, dunque? Dire NO! E pensare ad altre cose. Non dobbiamo pensare alla tentazione. Nel Vangelo c’è un episodio che ci insegna proprio questo con una chiarezza assoluta. Quando Nostro Signore è sulla barca e chiama S. Pietro perché egli camminassi sulle acque. È molto bello: Nostro Signore è sulla barca e lo chiama. Dov'è Gesù tutto è stabile. La spiaggia dov’è S. Pietro è pure stabile. Tutto va bene. Egli guarda Nostro Signore e non vede nient’altro. GuardandoLo fissamente non pensa nemmeno che sta camminando sull’acqua. Non vede che l’acqua è molle. Egli guarda soltanto Nostro Signore. È in tal modo entusiasta che cammina... In un certo momento, possiamo immaginare che il demonio lo abbia chiamato: Pietro! Ed egli, per un istante, ha deviato lo sguardo da Nostro Signore: “Che c’è?" Il demonio: “Guarda il mare". E allora vede il mare. Il mare si muove. Il demonio gli dice: “Cadrai fino in fondo!" Invece di guardare nuovamente a Nostro Signore senza badare al demonio, Pietro esclama: “Ah! Sto affondando!" E comincia proprio ad affondare. È la trama. Adopero la parola trama perché è proprio in una trama che il demonio ci avvolge. È questo che lui fa con la nostra vocazione. Qui c’è la spiaggia ferma dei giorni nostri. Lì c’è la Madonna col Regno di Maria. Fra il Regno di Maria e noi c’è il mare della vita quotidiana, il mare sporco e brutto delle vita del secolo XX, della Rivoluzione. Dopo c’è il mare rosso della “bagarre” (**). Se noi diamo ascolto alla tentazione del demonio, lui ci dirà: “Non dedicarti! Non sacrificarti!”, e noi ci sentiremo insicuri e cominceremo ad affondare. Non dobbiamo fare questo. Dobbiamo essere fermi! Quando il demonio ci dica questo noi dobbiamo ricordarci della Madonna e rispondere: “Io ho fatto un patto con la Madonna. Io mi sono dedicato alla Madonna per la vita e per la morte. Io non guardo se non la Madonna! Che la Madonna si degni di guardarmi. Così io camminerò su tutte le acque e giungerò al Regno di Maria!” Questo dev’essere, cari amici, il vostro programma. Che la Madonna del Miracolo vi aiuti. Che la Madonna del Carmine vi aiuti. Andate e fate come io vi ho detto. L’anno prossimo sarete molto più numerosi, molto più forti, molto più entusiasti! È questo che desidero per voi. * Tratto dalla registrazione magnetofonica, senza revisione dell’Autore. Per fedeltà, è stato mantenuto il linguaggio parlato originale. (**) Bagarre: Un grande trionfo della Chiesa e della Civiltà cristiana, dopo una crisi metaforicamente definita nel linguaggio quotidiano delle TFP con questa parola francese (cfr. Il Crociato del secolo XX - Plinio Corrêa de Oliveira, Roberto de Mattei, Piemme, 1996, Cap. VII, n. 10, pag. 343-344). |