La tragedia:
Folha de S. Paulo, 22 aprile 1973 (*) |
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Lettera di due dirigenti della Sociedad Chilena de Defensa DE LA TRADICIÓN, FAMILIA Y PROPIEDAD Abbiamo seguito con molto interesse quanto la stampa brasiliana ha pubblicato a proposito delle divergenze tra le autorità ecclesiastiche cilene e il governo Allende. Tali divergenze avrebbero tratto origine da un progetto del governo, il cui scopo è l’imposizione al paese di un sistema scolastico chiaramente marxista, attraverso la Scuola Nazionale Unificata (ENU). Naturalmente abbiamo cercato di informarci a fondo sul problema, leggendo direttamente i giornali e le riviste cilene. E abbiamo così potuto constatare che nel ricco notiziario pubblicato sull’argomento dalla stampa brasiliana non sono comparse certe sfumature essenziali alla piena comprensione dell’atteggiamento dell’episcopato in questo frangente. Infatti, chi non ha seguito direttamente sui giornali cileni lo svolgersi dei fatti, leggendo ciò che la stampa brasiliana, per altro brillante, ha pubblicato al riguardo, può restare con l’impressione che l’episcopato del nostro paese stia assumendo un atteggiamento energico e categorico contro il progetto scolastico comunista. Di conseguenza, si potrebbe avere l'impressione che la Gerarchia stia prestando attenzione, in questo modo, alle gravi considerazioni fatte sul suo conto dalla TFP cilena nel suo manifesto intitolato L’autodemolizione della Chiesa, fattore della demolizione del Cile. Per amore di verità, ci sembra necessario affermare che purtroppo la realtà non è questa. Facendolo - basandoci, come già abbiamo detto, su fatti tratti dalla stampa cilena - avremo occasione di provare che l’atteggiamento assunto dall'episcopato del nostro amato e oggi tanto sfortunato paese non corrisponde all'immagine della combattività antimarxista che il munus episcopale esige. *** Veniamo ai fatti. Al momento della enorme reazione che si è prodotta quando è stato reso noto il progetto governativo, il cardinale Silva Henríquez, arcivescovo di Santiago, si incontrò con Allende. Dopo l'udienza, lo stesso cardinale si incaricò di dichiarare alla stampa, in forma conciliante, che la Chiesa non era in conflitto con il governo e che, a suo giudizio, i problemi esistenti avrebbero potuto essere superati (1). Il giorno seguente, la commissione permanente dell'episcopato, presieduta da mons. Silva Henríquez, pubblicò una dichiarazione ufficiale, nella quale si pronunciò sull'argomento. Nel documento i vescovi esordiscono mettendo in risalto gli “aspetti positivi” del progetto citato. Poi, in un linguaggio vago, senza attaccare e neppure nominare il marxismo come ideologia responsabile del disegno governativo, manifestano la loro preoccupazione perché nel progetto non sono stati tenuti in considerazione i valori umani e cristiani che fanno parte del patrimonio spirituale del Cile. E dopo avere espressa la loro fiducia nei sani propositi del marxista Allende e del ministro della Pubblica Istruzione, chiedono che si rimandi l'applicazione del piano scolastico. Infine, citano un passo della Dichiarazione dei diritti dell'uomo dell’ONU, nel quale si afferma che i genitori hanno il diritto di scegliere il tipo di educazione che i loro figli devono ricevere e che questo diritto spetta a essi, a preferenza di chiunque (2). Questo linguaggio, così cortese e cauto, lascia intendere chiaramente al governo che, nel caso faccia orecchi da mercante alla richiesta dell'episcopato, non dovrà temere da parte di questo nessun atteggiamento coraggioso; e che i vescovi non hanno né desiderio né tempra per promuovere un immenso e decisivo movimento di protesta del popolo cileno contro il progetto marxista. In queste condizioni si può benissimo capire il modo con cui l'opinione pubblica cattolica sta guardando, in Cile all’atteggiamento delle sue autorità ecclesiastiche. Eccone degli esempi. 1) Nel collegio delle suore francesi, a Santiago, più di quattrocento genitori, discutendo sul tema, hanno qualificato come “eccessivamente diplomatica e temporeggiatrice” la malleabilità del cardinale per ciò che si riferisce ai rapporti della Chiesa con il governo marxista. Hanno respinto a maggioranza assoluta, con un solo voto contrario, il progetto del governo (3). 2) Trecento padri e madri di famiglia della città, meridionale di Los Angeles hanno scritto una coraggiosa lettera a mons. Silva Henríquez. Da essa stralciamo alcuni punti: ”Abbiamo letto con stupore le dichiarazioni di Vostra Eminenza a proposito dell'ENU [...]. La debolezza della sua presa di posizione compromette il destino delle coscienze dei nostri figli e la loro qualità di uomini integrali [...]. ”Non avremmo mai immaginato che, di fronte a una tale prospettiva, Vostra Eminenza chiedesse al governo un semplice rimando dell'applicazione del progetto dell'ENU e non pronunciasse un categorico rifiuto [...]. Non avremmo mai supposto che i Pastori della Chiesa in Cile avrebbero ignorato il contenuto fondamentale, la vera anima della riforma che si intende fare: l'instaurazione della educazione marxista-leninista in Cile [...]. ”Ci è anche difficile credere alla candida ingenuità del Signor Cardinale nell'accettare promesse e garanzie orali da un governo che non ha mantenuto quelle che ha dato per iscritto, e ne ha ignorate altre costituzionalmente vigenti [...]. ”No, Signor Cardinale, i padri di famiglia non ignorano che i piani dell'ENU strappano i figli dal seno della famiglia e ci derubano del diritto che abbiamo, per legge naturale, di orientare i nostri figli, liberamente e cristianamente. Lo Stato si riserva in modo esclusivo quanto costituiva la nostra missione, per massificarli [...]. ”E di fronte a questo caos, Vostra Eminenza chiede proroga di termini? Vostra Eminenza spera di conversare, fare delle transazioni e discutere con il marxismo. Le madri cilene speravano di poter contare su Vostra Eminenza, Signor Cardinale, sul suo coraggio, sul suo patriottismo. Restiamo soli, senza capo e senza Pastore...” (4). 3) Nell'importante collegio Villa Maria Academy, di Santiago, mentre si discuteva il progetto governativo nell’assemblea dei genitori, che riuniva più di cinquecento persone, uno dei presenti formulò gravi critiche contro il cardinale a causa della sua debole presa di posizione, ricevendo calorosa dimostrazioni di consenso. Un altro, invece, cercò di difendere il cardinale, e fu fischiato (5). 4) Il direttore, di una scuola privata della capitale dichiarò che l'80% dei minori degli alunni degli istituti privati non si erano sentiti rappresentati dalla recente dichiarazione dell’episcopato (6). Potremmo citare altri fatti ugualmente significativi, ma non lo facciamo per amore di brevità. Aggiungiamo soltanto che il giornale governativo Ultima Hora ha espresso la sua soddisfazione perché la commissione permanente dell’episcopato si è limitata a chiedere l’aggiornamento dell’applicazione del progetto governativo, e ne ha riconosciuto aspetti positivi (7). I fatti indicati mostrano che l’apparente energia anticomunista dell’episcopato cileno, lasciata intendere dalle notizie di alcune agenzie internazionali, non è reale. L'atteggiamento di quelle autorità ecclesiastiche - salvo onorevoli eccezioni - continua a essere, in questo frangente, orientato nel senso di frenare la giusta indignazione della grande maggioranza della opinione pubblica cilena. Patricio Amunátegui Mönckeberg Juan Gonzalo Larraín Campbell (1) Cfr. El Mercurio, 28-3-1973. (2) Cfr. El Mercurio, 29-3-1973. (3) Cfr. La Prensa, Santiago, 5-4-1973. (4) Tribuna, 7-4-1973. (5) Cfr. El Mercurio, 6-4-1973. (6) Ibidem. (7) Cfr. Ultima Hora, 2-4-1973. (*) Cfr. "Il crepuscolo artificiale del Cile cattolico", PLINIO CORRÊA DE OLIVEIRA E TFP CILENA, Cristianità, Piacenza 1973, pp. 181-183. |