La
Rivoluzione è capace di deformare agli occhi dei posteri la vera
fisionomia morale dei Santi.
C'è
stato un tempo in cui si usava l'insulto e le menzogne per farlo.
Falsificando direttamente i fatti storici, ha cercato di denigrare
questo o quel Santo, di attaccare la Chiesa in questo modo. Ma la
vittoriosa controffensiva degli storici cattolici ha demoralizzato
questa strategia.
Poi
venne una tattica diversa: quella dell'unilateralità storica. San
Vincenzo de' Paoli ne è stato particolarmente colpito. Così,
sottolineando la carità veramente angelica di questo santo ammirevole,
ha cercato di nascondere la sua intrepida e inflessibile combattività
contro il giansenismo. La combattività del bene è una virtù che la
Rivoluzione si sforza particolarmente di impedire ai fedeli di conoscere
e praticare. E per questo lo passa sotto silenzio nella vita dei santi.
Il successo di questa manovra è evidente. Il numero di coloro che hanno
sentito parlare delle lotte di San Vincenzo contro il giansenismo è così
piccolo...
Non è
raro al giorno d'oggi trovare nei campi socialisti e in altri campi,
persone che vorrebbero una trasformazione egualitaria della Chiesa. Non
si tratta di vendere questi o quei tesori per soddisfare le esigenze di
emergenza dei poveri in modo eccezionale. Si tratta di cambiare l'aspetto
delle funzioni liturgiche e dell'arte sacra, in definitivo. Nessun paramento prezioso,
reliquiari di alto valore, edifici sacri lussuosi come i palazzi. Non è
così, dicono, con la carità evangelica. È bene riservare tutti i soldi
ai poveri.
Come
sappiamo, la povertà in Francia era frequente ai tempi di San Vincenzo.
Non solo ha ottenuto e distribuito un'immensa quantità di elemosina, ma
ha spinto molti membri della nobiltà e della borghesia a visitare i
poveri, aiutandoli non solo con il denaro ma anche con l'assistenza
morale.
Però, il
Santo usava per il culto splendidi paramenti, veri e propri regali.
La prima
fotografia mostra la ricchissima casula che apparteneva a San Vincenzo
de' Paoli, e che oggi si trova nella Cattedrale di Lione.
Il
secondo cliché (incisione di Abraham Bosse - Museo Carnavalet)
rappresenta una visita a un povero malato, fatta da persone di
categoria, un'usanza che il Santo ha tanto incoraggiato.
Si
manifestano così due aspetti armoniosi di quest'anima ammirevole.