Plinio Corra de Oliveira
Rinasce Maometto?
O Legionrio, n. 775, 15 giugno 1947 Del sito Tradizione Famiglia Propriet (TFP in Italia) |
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AsiaNews, 11-8-2014 / IRAQ - VATICANO - Patriarca di Baghdad: il dramma dei cristiani dolore per le coscienze di uomini e istituzioni - Continuano le violenze del Califfato islamico contro cristiani e Yazidi. Denunciate fosse comuni e il sequestro di centinaia di donne, decine di bambini morti disidratati. Appello di papa Francesco contro chi porta odio in nome di Dio. Appello di Mar Sako, che parla di situazione allarmante e giudica deludente la posizione di Washington. Quando studiamo la triste storia della caduta dellImpero romano dellOccidente si stenta a capire la miopia, la superficialit e la trascuratezza dei romani davanti al pericolo che incombeva. Come se non fossero bastati i suoi innumerevoli e gravissimi problemi, Roma soffriva anche di uninveterata abitudine alla vittoria. Ai suoi piedi giacevano le pi gloriose nazioni dellantichit: lEgitto, la Grecia, tutta lAsia. La ferocia dei Celti era stata definitivamente piegata. Il Reno e il Danubio costituivano per lImpero una splendida difesa naturale. Come potevano mai temere che quei barbari, che vagavano nelle selve vergini dellEuropa centrale, avrebbero potuto mettere in serio pericolo una struttura politica cos imponente? Cullatisi in questa visione, i romani non hanno avuto la flessibilit di spirito per capire la nuova situazione che si andava creando. Ad un certo punto i barbari hanno varcato il Reno invadendo il cuore dellImpero. Davanti a loro la resistenza delle legioni romane era debole, incerta, insufficiente. Per i romani continuavano a ignorare il pericolo, da un lato ossessionati da una smodata sete di piaceri, e dallaltro illusi da quello che potremmo chiamare, nella detestabile terminologia freudiana, un "complesso di superiorit". Ci spiega il torpore mortale in cui si mantennero fino alla fine. Anche prendendo in considerazione il mistero dellinerzia romana, il quadro potrebbe comunque sembrare atipico e perfino un po forzato. Lo capiremo meglio se consideriamo un altro grande mistero che si presenta davanti ai nostri occhi, e del quale siamo in un certo modo partecipi: linerzia dellOccidente cristiano di fronte alla rinascita della gentilit afroasiatica. Largomento troppo vasto per essere trattato nel suo complesso, ma per comprenderlo bene baster considerare un aspetto del fenomeno: la rinascita del mondo musulmano.
Ricordiamo rapidamente alcuni dati generali del problema. Il mondo islamico comprende una fascia territoriale che parte dallIndia, passa per il Medio Oriente e lArabia, raggiunge lEgitto e va a finire nellOceano Atlantico. La zona di influenza dellislam immensa sotto tutti i punti di vista: territorio, popolazione, ricchezze naturali. Fino a qualche tempo fa, per, diversi fattori paralizzavano in maniera quasi completa questo colosso. Il legame che potrebbe unire i maomettani di tutto il mondo consiste, evidentemente, nella religione del Profeta. Per, fino a poco tempo fa questa si presentava divisa, debole, priva di figure di spicco nelle sfere del pensiero, del governo o dellazione. Lislam vegetava, e questa situazione sembrava soddisfare pienamente lo zelo degli alti dignitari islamici. Questo gusto per la stagnazione e per la vita semplicemente vegetativa si rifletteva poi nella vita economica e politica dei popoli maomettani dellAsia e dellAfrica. Nessun uomo di valore, nessuna idea nuova, nessuna impresa veramente grande potevano affermarsi in questa atmosfera. Ogni nazione islamica si chiudeva in se stessa, indifferente a tutto quanto non fosse il tranquillo e piccolo piacere della vita quotidiana. Cos ognuno viveva in un mondo proprio, diverso degli altri per le tradizioni storiche profondamente diverse, tutti separati dalla loro reciproca indifferenza, incapaci di individuare, desiderare e realizzare unopera comune. In questo quadro religioso e politico cos deprimente, lo sfruttamento delle ricchezze naturali, che considerate nel loro insieme sono potenzialmente tra le maggiori del globo, era manifestamente impossibile. Tutto, quindi, era rovina, disgregazione e torpore. Cos lOriente trascinava i suoi giorni, mentre lOccidente toccava lapice della sua prosperit. Dallera vittoriana, unatmosfera di giovinezza, di entusiasmo e di speranza soffiava sullEuropa e sullAmerica. I progressi della scienza avevano rivoluzionato la vita materiale dellOccidente e sul finire dell800 erano in tanti a prospettare il secolo XX come let doro dellumanit. chiaro che un occidentale messo in questo ambiente si rendeva benissimo conto dellinerzia e dellimpotenza dellOriente. Parlargli duna possibile rinascita del mondo islamico gli sembrava qualcosa di cos irrealizzabile ed anacronistico, quanto il ritorno agli abbigliamenti, ai metodi di guerra e alla mappa politica del Medioevo. Di questa illusione viviamo ancora oggi. E, come i romani, fiduciosi nel Mediterraneo che ci separa dal mondo islamico, non ci rendiamo conto che fenomeni nuovi ed estremamente gravi stanno accadendo nelle terre del Corano.
difficile abbracciare con una descrizione sintetica fenomeni cos vasti e complessi come questi. Per in linea generale si pu dire che, dopo la Seconda Guerra, lOriente e con questa espressione vogliamo indicare in un senso molto ampio le zone di civilt non cristiana dellAsia e dellAfrica ha cominciato ad essere investito da unondata di reazione antieuropea molto pronunciata. Questa reazione ha due aspetti un po contraddittori, ma entrambi molto pericolosi per lOccidente. Da una parte, le nazioni orientali hanno cominciato a dare crescenti segni di insofferenza nei confronti del giogo economico e militare dellOccidente, manifestando unaspirazione sempre pi decisa per la piena sovranit, cio per la formazione duna potenza economica indipendente dotata di grandi eserciti propri. ovvio che questa aspirazione comporta una certa "occidentalizzazione", cio lassimilazione delle moderne tecniche militari, industriali ed agricole, nonch del sistema finanziario e bancario euroamericano. Daltra parte, per, questo risveglio patriottico provoca un rinnovamento dellentusiasmo per le proprie tradizioni, abitudini, forme di culto e storie nazionali. superfluo aggiungere che lo spettacolo degradante della corruzione e delle divisioni nel mondo occidentale aizza lodio contro lOccidente. Ne consegue la nascita in tutto lOriente di un nuovo interesse per i vecchi idoli, di un "neopaganesimo" mille volte pi combattivo, risoluto e dinamico del paganesimo antico. Il Giappone un esempio, forse archetipico, di questo processo che tentiamo di descrivere. Il gruppo ideologico e politico che lo ha lanciato nella categoria di grande potenza, accarezzando lambizione di dominare il mondo, era precisamente uno di quei gruppi neopagani ostinatamente attaccati ai vecchi concetti di divinit dellimperatore e via dicendo. Ora un fenomeno pi lento, ma non meno vigoroso di quello del Giappone, sta accadendo nel mondo orientale. Potenze come lIndia, lEgitto, la Persia e la Turchia si sentono sempre pi orgogliose del loro passato, delle loro tradizioni, della loro cultura e desiderano conservarli con zelo, mentre allo stesso tempo si mostrano sempre pi fieri delle loro ricchezze naturali, delle loro possibilit economiche e militari, nonch del progresso economico che stanno realizzando. Giorno dopo giorno diventano pi ricchi, costruiscono citt dotate di un sistema di governo efficace, di una polizia ben attrezzata, di universit strettamente pagane ma molto sviluppate, di scuole, ospedali, musei, insomma di tutto ci che per noi significa in qualche modo progresso materiale. Nelle loro casse loro si va accumulando. Oro significa possibilit di acquistare armamenti. E armamenti significano prestigio mondiale. interessante osservare che lesempio nazista ha impressionato fortemente lOriente. Se un grande paese come la Germania ha avuto un governo che ha sfacciatamente abbandonato il cristianesimo ritornando alle antiche divinit germaniche, cosa c di vergognoso nel fatto che un cinese o un arabo tentino di rivitalizzare le loro religioni tradizionali? Tutto ci sta trasformando profondamente il mondo islamico, determinando nei popoli maomettani, dallIndia al Marocco, un sussulto che significa che il sonno millenario finito. Il Pakistan stato musulmano ind alla vigilia dellindipendenza lIran, lIraq, la Turchia e lEgitto sono le punte di lancia del movimento di risveglio islamico. Per anche nellAlgeria, nel Marocco e nella Tunisia lagitazione va crescendo. La spinta vitale dellislamismo rivive in tutti questi popoli facendo rinascere in loro il senso dellunit, la nozione di un interesse comune, la preoccupazione per la solidariet e il piacere della vittoria. Questo movimento ha prodotto riscontri politici concreti, come la Lega Araba, che raduna oggi tutto il mondo maomettano. , alla rovescia, ci che rappresent nel Medioevo la Cristianit. La Lega Araba si presenta come un vasto blocco di fronte alle nazioni non arabe, fomentando linsurrezione nel nord Africa. Levasione del gran muft Abd-el-Krim stata una chiara manifestazione della forza di questa Lega. stata laffermazione del proposito deliberato di intervenire negli affari dellAfrica settentrionale, promuovendo lindipendenza di Algeria, Tunisia e Marocco. Servono forse molto talento e perspicacia, nonch informazioni eccezionalmente buone, per rendersi conto di ci che rappresenta questo pericolo?
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