Plinio Corrêa de Oliveira
Il Vero conflitto
"Legionário" (mensile diocesano paulista), 15 ottobre 1939 |
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Hilaire Belloc, noto scrittore cattolico inglese, amico intimo dello scomparso Chesterton, è l'autore di un saggio pubblicato sul periodico londinese “The Universe” in cui dimostra che tutte le controversie di questi agitati tempi si riducono, in sostanza, a una: il conflitto tra la Chiesa Cattolica e i suoi nemici. L'aspetto più interessante dell'epoca attuale è questo: nessuno è consapevole della natura della grande lotta che si sta svolgendo in tutte le nazioni d'Europa e in parte in America e in Asia. Da tutte le parti sentirete che si tratta di una lotta tra il comunismo e quello che viene convenzionalmente chiamato "fascismo". Coloro che non sono tanto semplici per dire questo, sosterranno che c'è una disputa tra un vecchio mondo tradizionale e un mondo nuovo di zecca che sorge. Altri, con una visione più ristretta, la chiamano "una lotta tra certe razze o nazioni", il che non è vero, poiché si tratta di un movimento universale; altri ancora credono che abbiamo solo una guerra tra ricchi e poveri. Tutte queste spiegazioni di ciò che sta accadendo sono in una certa misura imperfette, se non decisamente assurde. Ciò a cui stiamo effettivamente assistendo è un conflitto tra la Chiesa cattolica e i suoi nemici. Stiamo andando verso il caos La maggior parte di coloro che prendono questa lotta più seriamente e in modo più intelligente certamente non riconosce questa verità, eppure è la verità centrale di tutta la questione. Questo non lo si riconosce perché le persone in generale guardano agli effetti indiretti degli eventi. Dato che tutti gli eventi sociali si originano nelle profondità di cause sottostanti, non si accorgono delle cause primarie poiché non sono facilmente riconoscibili. Ma a meno che non comprendiamo che l'intero conflitto moderno ruota attorno alla fede ed è ancora un altro esempio della lotta tra la fede e il mondo che si svolge da secoli, non arriveremo a capire la natura del pericolo che incombe sulla terra. Perché la minaccia che grava sul mondo moderno non è la possibilità di cadere nelle grinfie di questa o quella razza, di questa o quella filosofia, ma del pericolo di perdere ciò che ha creato la nostra civiltà. E ciò che ha costruito la nostra civiltà è stata la fede, e man mano che perdiamo questa forza creativa, la nostra civiltà collasserà sempre di più. Se quella forza è completamente persa, tutta la nostra civiltà si perderà con essa: ci muoviamo verso il caos. Qualche domanda per il dottor Inge Il dott. (William Ralph) Inge (1860-1954 ndt), scrittore inglese e professore anglicano di teologia a Cambridge, ha recentemente scritto una frase straordinaria, affermando che se il mondo non si sottometterà nuovamente agli insegnamenti di Nostro Signore sarà condannato a perire. "Niente - ha detto il dott. Inge - potrà salvarci se non le leggi e le dottrine di Cristo”. Come tutti sanno, è una persona molto intelligente e ha qualcosa di quasi altrettanto importante: è un uomo estremamente colto. Si è avvicinato molto alla verità e queste sue parole esprimono certamente la verità. Tuttavia il dott. Inge non ha aggiunto l'unica clausola integrativa che avrebbe potuto dare pienezza di significato al suo pensiero, non aggiungendo che una sola singola istituzione ha conservato una tradizione ininterrotta di questo insegnamento divino, che egli presume giustamente essere l'unica e più necessaria medicina per i mali moderni. E non l’ha detto perché non crede che sia così: il dott. Inge non crede che la Chiesa Cattolica parli con la voce di Cristo, o che sia l'unica Chiesa che possiede in sé stessa l’intera tradizione di Cristo. Tuttavia, il dott. Inge rimarrebbe perplesso, come ogni altro uomo, se ci dovesse dire chi nel mondo intero può rivendicare questo titolo al di fuori della Chiesa che si autodefinisce una, cattolica e apostolica. Consideriamo uno qualsiasi dei numerosi argomenti principali che hanno spinto gli uomini alla guerra, quella che già stanno combattendo o quelle che si accingono a combattere. Date a questi argomenti la forma di una domanda: "Qual è la giusta dottrina sulla proprietà, che emana dall'autorità di Cristo?" Oppure: "Qual è la giusta dottrina sul matrimonio?" O quest'altra domanda: "Qual è la dottrina sulla guerra giusta?" A queste e a tutte le principali domande che potremo proporre si può ottenere una risposta con l'autorità della Chiesa. Fuori dalla Chiesa otterremo una moltitudine di asserzioni contraddittorie. Nessuno come noi cattolici può designare un'autorità finale in questa o quella materia come quando noi affermiamo ciò che accettiamo essere una solida filosofia di vita. La risposta della Chiesa Inoltre, va notato che in ogni grande questione la cui risposta è indispensabile per guidare l'umanità, la risposta della Chiesa si sostiene su diversi principi, previene la falsità dell'esagerazione e la falsità di trattare le questioni universali come se fossero soggetti isolati. Quindi, ad esempio, in relazione alla proprietà, la Chiesa afferma il diritto di proprietà. Non dice come i comunisti: "la proprietà dei mezzi di produzione è immorale", ma si basa sul fatto che la proprietà è un'istituzione morale, sia che si tratti di beni di consumo, sia che si tratti di beni produttivi. Ma la Chiesa afferma anche che ogni essere umano ha il diritto di vivere secondo le norme umane; che ogni essere umano ha diritto a quello che la Chiesa chiama “pane umano”. Inoltre, la dignità umana deve rimanere indenne. La pressione economica, quando diventa così opprimente da produrre quella che il Papa regnante (Pio XII, ndt) ha definito una situazione “prossima alla schiavitù”, è immorale. Ma c’è di più: la fede presuppone un'organizzazione sociale stabile; pertanto, non garantisce una concorrenza illimitata e sfrenata. La dottrina sulla proprietà insegnata dalla Chiesa poggia su un'intera rete di proposizioni che sono interconnesse e che, applicate integralmente, sarebbero in grado di produrre una società stabile e felice. La Famiglia e lo Stato Prendiamo un altro punto analogo. L’individuo esiste per lo Stato o lo Stato per l'individuo? Attorno a questa domanda ruota l'intera questione del conflitto tra dispotismo e libertà. La Chiesa ha una risposta perfettamente chiara, ma anche molteplice. Lo Stato esiste per la famiglia ed esiste per migliorare sia la vita materiale che quella spirituale dell'individuo. Soprattutto quest'ultima. Ma lo Stato ha il diritto di esigere dai suoi cittadini difesa contro l'aggressione e obbedienza a leggi che siano ragionevoli. L'autorità civica emana da Dio, ma l'abuso di tale autorità non viene da Dio. Quando quell'autorità è in conflitto con la legge di Dio, perde tutta la sua validità. Mai, in tutta la sua lunga storia, la Chiesa ha prodotto o ispirato per principio una società soggetta alla tirannia, né ha prodotto una società in cui l'autorità dei magistrati civili venga negata. Alla base di tutta la sua politica e di tutta la sua educazione sociale c'è la sua chiara dottrina sulla famiglia, ma sulla famiglia creata per la salvezza dell'individuo. Falsi rimedi Il tragico pericolo del nostro tempo sta nei falsi rimedi, senza un'autorità effettiva, nei rimedi basati su un principio insufficiente, nei rimedi derivati dagli estremismi, che mirano a curare la sofferenza mortale che ci affligge. Se sotto il capitalismo industriale l'uomo è vittima dell'ingiustizia, ecco che chi è in conflitto con la Fede esclama: "Mettiamo fine alla proprietà privata dei mezzi di produzione e l'ingiustizia scomparirà!" E così sarà, ma a prezzo di soffrire qualcosa di peggio, che sostituirà la proprietà privata. Perché l'unica alternativa possibile alla proprietà privata come istituzione sociale è la schiavitù. La vita coniugale ha sempre delle tribolazioni e talvolta è sottoposta a prove veramente tragiche, quasi intollerabili. Chi è in conflitto con la Fede esclama: "Mettiamo fine al matrimonio attraverso un sistema di divorzi facili e spariranno i mali derivanti dal matrimonio". E così sarà, ma altri mali, ben peggiori, assolutamente disumani, appariranno al posto del matrimonio abolito, perché la cellula o l'unità della vita sociale sarà distrutta e questo significa che molto presto la società stessa sarà annientata. Nota: Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà |