Plinio Corrêa de Oliveira

 

L’unione Europea nel pensiero di

Plinio Corrêa De Oliveira

 

 

 

 

 

 

 

 

Fatima Oggi. Tragedia e Speranza, Agosto 31, 2020

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Carlo Magno, secondo un’incisione di Albert Durer

Da quasi mezzo secolo, il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira poneva già i termini di una scottante questione attuale: l’Unione Europea, o verrà fatta in modo autentico, sulla scia di Carlo Magno e sotto l’influsso della Chiesa Cattolica, oppure sarà una tappa rivoluzionaria e laicista per la costruzione della Repubblica Universale.

Molti lettori si domanderanno cosa pensare dell’Unione Europea, dal punto di vista della dottrina cattolica. La risposta era stata data ampiamente, quasi 50 anni fa, dal Prof. Plinio Corrêa de Oliveira nei commenti all’allocuzione di Pio XII ai dirigenti del Movimento Universale per una Confederazione Mondiale, del 6 aprile 1951, (2) e più specificamente nell’articolo La Federazione Europea alla luce della dottrina cattolica, pubblicato su “Catolicismo(n.°14, febbraio 1952). Vista l’incandescenza dell’argomento, ci è sembrato opportuno ricordare il pensiero espresso in quegli articoli.

Federazione Europea: marchio storico di questo secolo

Nell’articolo su “Catolicismo” dell’agosto 1951, il Prof. Plinio affermava:

“Una delle date più importanti di questo secolo è senza dubbio quella della riunione di Parigi, in cui i rappresentanti della Francia, dell’Italia, della Germania Occidentale e delle piccole potenze del gruppo Benelux – Belgio, Olanda, Lussemburgo – decisero, in linea di principio, la costituzione della Federazione Europea, formando così una sola entità di Diritto Internazionale Pubblico e, di conseguenza, un governo comune, da aggiungere ai diversi governi nazionali, con il carattere di una sovrastruttura.”

Un piano che sembrava assolutamente impraticabile

E prosegue:

“Prima dell’ultima guerra mondiale, sarebbe passato per un sognatore chi idealizzasse un simile piano per il secolo XXI, e per ritardato mentale chi lo avesse immaginato addirittura praticabile ai nostri giorni. L’Europa era ancora arroventata dall’odio franco-germanico che aveva causato il conflitto del 1914-1918, e che avrebbe svolto un importante ruolo nella deflagrazione del 1939-1945. Infatti, a quell’epoca tutte le nazioni europee, traboccanti di una propria vita culturale ed economica, con gli animi ancora segnati dai risentimenti, dalle ambizioni, dalle rivalità ereditate dai Tempi Moderni, sembravano avverse all’essere inglobate in un tutto politico per quanto vago ed allentato fosse. Quindi ci sarebbe voluta la tragedia della seconda guerra mondiale e il conseguente smantellamento dell’economia delle nazioni europee, affinché, estenuato il fiato della propria vita culturale… le dottrine unitarie trovassero un terreno propizio, e il piano di una Federazione Europea fosse praticabile.”

Scomparsa di gloriose nazioni

Dopo aver indicato la portata che avrebbe avuto la formazione degli Stati Uniti d’Europa, il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira continua:

“È proprio ciò che, come il premier italiano [Alcide de Gasperi] ha saputo esprimere chiaramente, è stato appena deciso in Europa. Tra la Francia e la Germania, l’Italia e l’Olanda, etc. vi saranno d’ora in poi, non gli abissi che sino adesso esistevano, ma solo la linea divisoria di interesse quasi esclusivamente amministrativo, come quella esistente tra l’Ohio e il Massachusets, tra Rio de Janeiro e San Paolo, o tra Lucerna e Friburgo.

“Chiaramente, si tratta di un evento immenso. Sono nazioni che scompaiono dopo aver colmato il mondo e la Storia con l’irradiazione della loro gloria… ed è un nuovo Stato Federale che emerge, il cui futuro non è facile prevedere”.

Unificazione autentica e unificazione rivoluzionaria

Alla domanda se la Federazione Europea sarebbe una novità, il fondatore della TFP risponde di no, visto che sotto l’influsso della Chiesa, l’insieme dei fattori di unità che si delineavano in Europa all’inizio del Medioevo era stato catalizzato dall’Imperatore Carlo Magno. Questi, fra le altre grandi vicende, ha saputo porre l’ordine temporale in consonanza con la Chiesa e difendere la Cristianità dai suoi aggressori.

Si tratta, quindi, di sapere in cosa consiste la vera unificazione e verificare i pericoli in cui essa potrà trovarsi, se sarà favorita dallo spirito della Rivoluzione. È quel che il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira espone di seguito:

“Cosa pensare della Federazione Europea? Intesa così, in linea di principio, riscontriamo che la Chiesa non si limita a permettere, ma favorisce di tutto cuore le superstrutture internazionali, purché si propongano un fine lecito. Essenzialmente, quindi, merita solo applausi l’idea di avvicinare i popoli europei in un insieme politico ben costruito…

“Però approvare l’idea in linea di principio è una cosa. Approvarla incondizionatamente, qualunque siano le sue applicazioni pratiche, è una altra cosa. E non ci si può spingere sino a questa incondizionalità.

“Infatti, viviamo in un’epoca di statalizzazione brutale. Tutto è centralizzato, pianificato, reso artificiale, tiranneggiato. Se la Federazione europea si inoltrerà in questo cammino, aberrerà dalle norme molto sagge del discorso del Papa Pio XII ai dirigenti del movimento internazionale a favore di una Federazione Mondiale” (“Catolicismo” n°8, agosto 1951 – i grassetti sono nostri).

Protettrice delle indipendenze nazionali e non idra divoratrice

Approfondendo il tema nel suo articolo del febbraio 1952, il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira avverte:

“Prima di tutto dobbiamo far sentire che la Chiesa è contraria alla scomparsa di tante nazioni per costituire un unico insieme. Ogni nazione può e deve mantenersi, all’interno di una struttura sovranazionale, viva e definita, con i suoi limiti, i suoi territori, il suo governo, la sua lingua, i suoi costumi, la sua legge, la sua propria indole… La Germania è una nazione, la Francia è un’altra, l’Italia un’altra ancora.

“Se qualcuno volesse fonderle come chi getta in un crogiolo dei gioielli dal raffinatissimo valore, per trasformarli in un lingotto d’oro massiccio, inespressivo, spigoloso, volgare, certamente non agirebbe secondo l’ottica di Dio, che creò un ordine naturale, nel quale la nazione è una realtà indistruttibile.

“Così, dunque, se la Federazione Europea intraprenderà questa via, sarà più un male che un bene. Essa deve essere la protettrice delle indipendenze nazionali e non l’idra divoratrice delle nazioni. Le autorità federali devono esistere per supplire l’operato dei governi nazionali in certi casi di interesse sovranazionale; mai per eliminarli. La loro attuazione non dovrà mai mirare alla soppressione delle caratteristiche d’anima e di cultura nazionali, ma anzi, nella misura possibile, il loro irrobustimento…

“D’altro canto, la strutturazione economica non deve giungere a una pianificazione tale da implicare una super-socializzazione. Se il socialismo è un male, la sua trasposizione al piano sovrastatale non potrebbe essere altro che un male maggiore.”

Carlo Magno, un uomo provvidenziale

Carlo Magno, secondo un’incisione di Albert Durer - Il famoso artista tedesco seppe rappresentare con ammirabile precisione ciò che la Storia narra della personalità del grande Imperatore. Infatti, la sua fisionomia esprime forza, potere, abitudine di dominare. Una forza però che non nasce dal rigurgito brutale di un temperamento effervescente, bensì da un’elevata nozione dei diritti del bene. Quindi, il suo potere è rappresentato meno dalle armi che dallo spirito.

Così maestoso, è al contempo pieno di bontà. C’è in tutta la sua persona qualcosa di sacro: è l’uomo provvidenziale, che instaurò il Regno di Cristo nell’ordine temporale e fondò le basi della civiltà cristiana; è l’Imperatore investito dal Papa per la missione apostolica di essere per eccellenza il paladino della Fede.

Fu Carlo Magno il primo realizzatore dell’unità temporale dell’Europa cristiana.

Federazione Europea laica: precorritrice della Repubblica Universale?

E conclude le sue considerazioni manifestando il timore che la tanto proclamata unificazione sia un grande passo verso la Repubblica Universale:

“Infine, ci sia permessa una affermazione ben franca. Nessuna società, sia essa domestica, professionale o ricreativa, sia essa uno Stato, una Federazione di Stati o un Impero mondiale, può produrre frutti stabili e duraturi se ignora ufficialmente l’Uomo Dio, la Redenzione, il Vangelo, la Legge di Dio, la Santa Chiesa e il Papato. Occasionalmente, alcuni suoi frutti possono essere buoni. Ma se fossero buoni non sarebbero duraturi e, se fossero cattivi, quanto più fossero duraturi tanto più sarebbero dannosi. Se la Federazione europea si collocasse all’ombra della Chiesa, se da Essa fosse ispirata, animata, vivificata, cosa non ci si potrebbe aspettare? Ma, ignorando la Chiesa come il Corpo Mistico di Cristo, che cosa aspettarsi?

“Sì, che cosa aspettarsi? Qualche frutto buono, che conviene osservare e senza dubbio proteggere in ogni modo. Ma quanto è ben fondato pure aspettarsi altri frutti! E se questi fossero amari, quanto si può temere che in questo modo ci avviciniamo alla Repubblica Universale la cui realizzazione la massoneria prepara da tanti secoli?” (“Catolicismo”, n° 14 febbraio 1952 – i grassetti sono nostri).

Una persona che manifestava a Talleyrand il desiderio di fondare una religione, ricevette dal celebre diplomatico questa risposta: “Per quanto mi riguarda, ho soltanto un’osservazione da farle: Gesù Cristo, per fondare la sua Religione, fu crocifisso e risuscitò. Tentate di fare altrettanto”.

Parafrasando Talleyrand, il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira potrebbe dire ai pianificatori d’ufficio dell’attuale unificazione europea: “Per quanto mi riguarda, ho soltanto un’osservazione da farvi: l’unificazione non è, di per sé, una novità. Carlo Magno ne fu il primo realizzatore. Cercate di essere altri Carlo Magno e fate altrettanto”.

Note

(1) Cfr. “Euro, la nuova moneta dell’Unione Europea: un salto nel buio”, intervista a Carlos Patricio del Campo, “Catolicismo”, n°571, luglio 1998. Come pure: “L’Euro: la pazza avventura della moneta unica”, “Catolicismo”, n° 573, settembre 1998.

(2) Cfr. “Il culto cieco del numero nella società contemporanea”, “Catolicismo”, n° 8, agosto 1951; “Il meccanismo rivoluzionario e il culto del numero”, “Catolicismo” n° 9, settembre 1951; “La società cristiana e organica e la società meccanica e pagana”, “Catolicismo”, n° 11, novembre 1951; “La struttura sovrannazionale nell’insegnamento di Pio XII”, “Catolicismo”, n° 12, dicembre 1951.

– Articolo estratto da “Previsões e Denúncias em defesa da Igreja e da Civilização Cristã”, raccolta realizzata da Juan Gonzalo Larrain Campbell – São Paulo 2001 – Traduzione di Umberto Braccesi.

Fonte: www.atfp.it

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