Plinio Corrêa de Oliveira

 

“Tribalismo indigeno: ideale comuno-missionario per

il Brasile del XXI secolo”

 

 

 

 

 

 

 

 

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Roma, 8 ottobre de 2005. Si è tenuto un convegno organizzato dall’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà di Roma, al quale hanno partecipato centinaia di persone e molte personalità ecclesiastiche e civili, nel ricordo del 10o anniversario della scomparsa del Prof. Plinio Corrêa de Oliveira. L’atto si è svolto nei magnifici saloni medievali del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia, a due passi dal Vaticano.

Moderata dal sig. Julio Loredo, presidente della TFP italiana, l’assise ha visto le relazioni del sig. Giovanni Cantoni, presidente di Alleanza Cattolica, del prof. Massimo de Leonardis, dell’Università Cattolica di Milano e del prof. Roberto de Mattei, presidente del Centro Culturale Lepanto e biografo del prof. Plinio Corrêa de Oliveira.

Nella prospettiva del prossimo Sinodo sull'Amazzonia (ottobre 2019), riproduciamo un brano dell'intervento del prof. Massimo de Leonardis, il quale menziona l'opera del Fondatore della TFP brasiliana: "Tribalismo indígena, ideal comuno-missionário para o Brasil no século XXI", scritto nel 1977. Oggi, purtroppo, sembra che certi ecclesiastici sono impegnati a dare ragione alle prevvisioni del prof. Plinio...

Per leggere il testo integrale dell'intervento del Prof. Massimo de Leonardis, cliccare qui.

Per approfondire l'argomento sull'opera qui citata del Prof. Plinio, secondo il suo "Autoritratto filosofico".

 

 

Non ho avuto il privilegio di conoscere personalmente il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira, ma da più di trent’anni ho familiarità con gli scritti suoi o da lui ispirati e dalla stessa epoca ho avuto il piacere di incontrare i militanti delle associazioni Tradizione Famiglia Proprietà in Italia e vari altri paesi europei, traendone ulteriori importanti ragioni per apprezzare l’opera del Dr. Plinio.

Come illustrare un’opera ed una testimonianza di vita eccezionali, multiformi nelle loro espressioni, tutte legate però da stretta coerenza? Il Dr. Plinio è stato un cattolico di profonda spiritualità e di vita esemplare, un pensatore di grande cultura teologica, filosofica e storica, un professore universitario ed un pubblicista autore di numerosi volumi, senza contare quelli da lui direttamente ispirati, di migliaia d’articoli e conferenze.

Il Dr. Plinio ama la Civiltà Cristiana, non se ne vergogna, come molti cattolici che passano il tempo a pentirsi delle Crociate e di Lepanto. Il suo atteggiamento è all’opposto di quello che l’allora Cardinale Ratzinger descriveva un anno fa come «un odio di sé dell’Occidente che è strano e che si può considerare solo come qualcosa di patologico … [che] non ama più se stesso; della sua storia vede solo ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro».

Il Dr. Plinio è grato alla Provvidenza perché l’Europa ha portato di là dell’Atlantico la civiltà cristiana. Sono certamente un segno provvidenziale ed una circostanza storicamente eccezionale che un tale alfiere della Cristianità sia sorto fuori dell’Europa, ed in particolare in America Latina, il continente che si apriva all’evangelizzazione proprio nel momento in cui la Cristianità europea stava per subire l’attacco del Protestantesimo. (...)

L’insegnamento del Dr. Plinio è in netta opposizione alla tendenza di chi, epigono del mito rousseauiano del buon selvaggio, esalta il tribalismo indigeno, pagano e primitivo dell’America pre-colombiana e vede la conquista dell’America Latina da parte delle potenze cattoliche, Spagna e Portogallo, come una violenza alla sua vera fisionomia, quasi un genocidio. Per brevità è sufficiente citare un’opera pubblicata dal Dr. Plinio nel 1977 nella quale denunciava il tribalismo indigeno come ideale comuno-missionario proposto al Brasile del XXI secolo, nonché i titoli delle importanti relazioni, tenute nel 1992 all’annuale convegno tradizionalista di Civitella del Tronto, da due tra i più illustri discepoli del Dr. Plinio. Mi riferisco al saggio di Nelson Fragelli La cristianizzazione delle americhe: un’epopea della fede, o anche epifania della fede, come scritto nel testo, ed a quello del qui presente Juan Miguel Montes, La cospirazione missiologica-tribalista: una offensiva contro l’opera evangelizzatrice e civilizzatrice della Chiesa e dell’Occidente cristiano».

È opportuno qui citare il brano di Leone XIII immediatamente successivo a quello ricordato prima: «Se l’Europa cristiana domò le nazioni barbare e le trasse dalla ferocia alla mansuetudine, e dalla superstizione alla luce del vero; se vittoriosamente respinse le invasioni dei musulmani, se tenne il primato della civiltà, e si porse ognora duce e maestra alle genti in ogni maniera di lodevole progresso, se di vere e larghe libertà poté allietare i popoli, se a sollievo delle umane miserie seminò dappertutto istituzioni sapienti e benefiche; non ci è dubbio, che in gran parte ne va debitrice alla religione, in cui trovò ed ispirazione ed aiuto alla grandezza di tante opere».


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