Plinio Corrêa de Oliveira

 

 

La nobiltà di San Giuseppe

 

 

 

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Dall'opera "Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII al Patriziato ed alla Nobiltà romana", Documenti IV - La stirpe nobile è un prezioso dono di Dio, n. 6 e 7, Marzorati Editore, 1993 (*):

6. Maria, Giuseppe e, quindi, Gesù, nacquero di stirpe regale

Da un sermone di san Bernardino da Siena (1380-1444) su san Giuseppe: 

“In primo luogo, consideriamo la nobiltà della sposa, cioè della Ss.ma Vergine. La Beata Vergine fu la più nobile di tutte le creature esistite nella natura umana, che possano o abbiano potuto essere generate. San Matteo (cap. I), collocando tre volte quattordici generazioni, da Abramo a Gesù Cristo compreso, mostra che ella è discendente da 14 Patriarchi, da 14 Re e da 14 principi. (...)

“San Luca, scrivendo anch'egli nel capitolo 3 sulla nobiltà di lei, a partire da Adamo ed Eva, prosegue nella sua genealogia fino a Cristo Dio. (…)

“In secondo luogo, consideriamo la nobiltà dello sposo, cioè di san Giuseppe. Nacque egli di stirpe patriarcale, regale e principesca, discendendo direttamente com'è stato detto. Quindi san Matteo (cap. I) elenca in linea diretta tutti questi padri da Abramo fino allo sposo della Vergine, dimostrando chiaramente che in lui sfociò tutta la dignità patriarcale, regale e principessa. (...)

“In terzo luogo, prendiamo in esame la nobiltà di Cristo. Egli fu, pertanto, come deriva da quanto è stato detto, Patriarca, Re e Principe, per parte di madre e padre. (...)

“I menzionati Evangelisti descrivono la nobiltà della Vergine e di Giuseppe per rendere manifesta la nobiltà di Cristo. Giuseppe fu quindi di tanta nobiltà che, in un certo modo, se ci è permesso esprimerci così, diede la nobiltà temporale a Dio in Nostro Signore Gesù Cristo”. (**)

 

7. Dio Figlio volle nascere di stirpe regale per riunire nella sua Persona tutti i generi di grandezza 

Dagli scritti di san Pietro Giuliano Eymard (1811-1868) su san Giuseppe: 

“Quando Dio Padre decise di dare suo Figlio al mondo, volle farlo con onore, poiché Egli è degno di ogni onore e di ogni lode.

“Gli preparò quindi una corte ed una servitù regale degni di Lui. Dio voleva che, perfino sulla terra, suo Figlio incontrasse un'accoglienza degna e gloriosa, se non agli occhi del mondo, almeno ai suoi propri occhi.

“Questo mistero di grazia dell'Incarnazione del Verbo non fu realizzato improvvisamente da Dio e quelli che erano stati scelti per prenderne parte, furono preparati da Lui molto tempo prima. La corte del Figlio di Dio fatto Uomo si compone di Maria e di Giuseppe; lo stesso Dio non avrebbe potuto trovare per suo Figlio servi più degni di stargli vicino. Consideriamo particolarmente san Giuseppe.

“Incaricato dell'educazione del Principe regale del Cielo e della terra, di dirigerlo e di servirlo, era necessario che i suoi servizi facessero onore al suo divino allievo: non stava bene che un Dio si dovesse vergognare di suo padre. Quindi, dovendo essere Re, della stirpe di Davide, fa nascere san Giuseppe dallo stesso ceppo regale: vuole che Lui sia nobile, persino della nobiltà terrena. Nelle vene di san Giuseppe scorre dunque il sangue di Davide, di Salomone, e di tutti i nobili Re di Giuda e se la sua stessa dinastia avesse continuato a regnare, lui [san Giuseppe] sarebbe stato l'erede del trono e avrebbe dovuto occuparlo.

“Non fermatevi a considerare la sua povertà attuale: l'ingiustizia scacciò la sua famiglia dal trono al quale aveva diritto, ma non per questo egli cessa di essere Re, figlio di quei Re di Giuda, i maggiori, i più nobili, i più ricchi dell'universo. Anche nei registri anagrafici di Betlemme san Giuseppe sarà iscritto e riconosciuto dal governatore romano quale erede di Davide: questa la sua regale pergamena, facilmente riconoscibile e che porta la sua regale firma.

Ma che importanza ha la nobiltà di Giuseppe?, direte forse. Gesù è venuto soltanto per umiliarsi. Rispondo che il Figlio di Dio, il quale ha voluto umiliarsi per un certo tempo, ha voluto anche riunire nella sua Persona tutti i generi di grandezza: Egli è Re anche per diritto di eredità, poiché di sangue reale. Gesù è nobile e, quando sceglierà i suoi Apostoli tra i plebei, li mobiliterà: questo diritto Gli appartiene, giacché figlio di Abramo ed erede del trono di Davide. Egli ama quest'onore di famiglia; la Chiesa non intende la nobiltà in termini di democrazia: rispettiamo, pertanto, tutto ciò che essa rispetta. La nobiltà è di Dio.

“Ma allora, è necessario essere nobile per servire Nostro Signore? Se lo siete, Gli dareste una gloria in più; tuttavia, non è necessario, Egli si accontenta della buona volontà e della nobiltà del cuore. Eppure, gli annali della Chiesa dimostrano che un grande numero di santi, tra i più illustri, ostentavano un blasone, possedevano un nome, una famiglia distinta: alcuni erano persino di sangue reale.

“Nostro Signore si compiace nel ricevere omaggio di tutto quanto è onorifico. San Giuseppe ricevette nel Tempio un'accurata educazione e così Dio lo preparò a diventare un nobile servitore del suo Figlio, il cavaliere del più nobile Principe, il protettore della più augusta Regina dell'universo”. (***)


(*) Per richiedere quest’opera : www.atfp.it

(**) Sancti Bernardini Senensis Sermones eximii, vol. IV, in Aedibus Andreae Poletti, Venetiis, 1745, p. 232.

(***) Mois de Saint Joseph, le premier et le plus parfait des adorateurs – Extraits des écrits du P. Eymard, Desclée de Brouwer, Paris, VII ed., pp. 59-62.

I neretti sono di questo sito.


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