Plinio Corrêa de Oliveira
Festa del Sacro Cuore
Il Sole dell'Amore di Dio (*)
"O Legionário", organo ufficioso dell'arcidiocesi di San Paolo (Brasile), 21 Luglio 1940 |
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Sarebbe inutile attenuare l’enormità dei crimini che da tante parti l’umanità pratica ai nostri giorni [era l’inizio della I Guerra Mondiale, ndt.]. A suo tempo Pio XI disse in una delle sue Encicliche [Divini Redemptoris, 19-3-1937] che il degrado morale del mondo era tale che lo metteva nell’imminenza di vedersi precipitato, da un momento all’altro, in condizioni spirituali più miserabili di quelle in cui si trovava il mondo quando venne il Salvatore. In altre parole, gli errori accumulati dai secoli che ci hanno preceduto, i deliri della Pseudo-Riforma, le audacie anticristiane di coloro che prepararono la Rivoluzione Francese con le filosofie enciclopediche, il libertinaggio sfrenato dei costumi, i crimini stessi della Rivoluzione Francese, l’apostasia dei filosofi tedeschi, hanno creato un ambiente d’universale corruzione che è culminata nei disordini, nelle catastrofi, nella sregolatezza, nello scatenarsi della concupiscenza alla quale l’umanità dei nostri giorni assiste. E l’abisso d’iniquità in cui ci siamo precipitati è così profondo, che Pio XI temeva di vedere cancellati, per la grande maggioranza degli uomini, i benefici infiniti della Redenzione che Nostro Signor Gesù Cristo venne a portare al mondo. La considerazione di tanti crimini suggerisce naturalmente l’idea della divina giustizia, e quando guardiamo a questo mondo peccatore, che geme nelle torture di mille crisi e di mille angosce, e che, malgrado tutto ciò, non fa penitenza; quando consideriamo i progressi spaventosi del neopaganesimo che è sul punto di prendere il potere su tutta l’umanità; quando vediamo, infine, la pusillanimità, la spensieratezza, la divisione tra coloro che ancora non si sono uniti ai seguaci del male, il nostro spirito si impaurisce nella previsione della catastrofe che l’empietà ostinata di questa generazione sta accumulando sopra se stessa. C’è qualcosa di liberale o di luterano nell’immaginare che tanti crimini non meritino castighi, e che un’apostasia così grande si è verificata a causa di un semplice errore intellettuale, senza grave peccato per l’umanità. La realtà non è quella. Dio lascia libere le sue creature, e se queste si trovano lontano da Lui, la colpa può essere solo di loro e non di Dio. Non ci sarà per l’umanità un’altra fine, ai nostri giorni, che scomparire sotto un diluvio di fango e di fuoco? Se Dio lasciasse agire esclusivamente la Sua Giustizia, senza dubbio. E neanche possiamo sapere se in tale caso il mondo sarebbe arrivato fino al XX secolo della nostra era. Però siccome Dio non è soltanto giusto ma è anche misericordioso, Lui non ha chiuso ancora per noi la porta della salvezza. Un'umanità ostinata nell’empietà può aspettarsi di tutto dai rigori di Dio. Però Dio, che è infinitamente misericordioso, non vuole la morte dell’umanità peccatrice, ma anzi «che si converta e viva». E per quello la Sua grazia cerca insistentemente tutti gli uomini affinché lascino i loro pessimi cammini e ritornino all’ovile del Buon Pastore. Se non ci sono catastrofi che non debba temere un'umanità impenitente, non ci sono misericordie che non possa aspettarsi un'umanità pentita. E per quello non è necessario che il pentimento abbia consumato la sua opera restauratrice. Basta che il peccatore, ancora dal fondo dell’abisso, si rivolga a Dio con un semplice inizio di pentimento efficace, serio e profondo, affinché trovi immediatamente il soccorso di Dio, che non si è mai dimenticato di lui. Lo dice lo Spirito Santo nella Sacra Scrittura: anche quando tuo padre e tua madre ti lasciassero, io non mi dimenticherò di te. Persino nei casi estremi in cui il parossismo del male arriva ad esaurire la stessa indulgenza materna, Dio non si stanca. Perché la misericordia di Dio beneficia il peccatore perfino quando la Giustizia divina lo colpisce con mille disgrazie nel cammino dell’iniquità. Queste due immagini della giustizia e della misericordia divina devono essere costantemente messe davanti agli occhi dell’uomo contemporaneo. La giustizia, affinché egli non presuma temerariamente di salvarsi senza merito. La misericordia, affinché non disperi della sua salvezza purché voglia emendarsi. E se le ecatombe dei nostri giorni già parlano così chiaramente della giustizia di Dio, quale visione migliore per completare questo quadro se non il sole della misericordia che è il Sacro Cuore di Gesù? «Deus caritas est». Dio è carità. E per questo il semplice annuncio del Nome Santissimo di Gesù ricorda l’idea dell’amore. L’amore insondabile ed infinito che ha portato la Seconda Persona della Santissima Trinità ad incarnarsi! L’amore che si manifesta agli uomini per mezzo dell’umiliazione incomprensibile di un Dio che si mostra agli uomini come un povero Bambino, che è nato in una grotta. L’amore che traspare per mezzo di quei trent’anni di vita raccolta, nell’umiltà della più stretta povertà e nelle fatiche incessanti di quei tre anni di evangelizzazione in cui il Figlio dell’Uomo ha percorso le strade ed i cammini, ha oltrepassato monti, fiumi e laghi, ha visitato città e borghi, ha attraversato deserti e piccoli paesi, ha parlato ai ricchi e ai poveri, diffondendo amore e raccogliendo soprattutto ingratitudine. L’amore dimostrato in quella Cena suprema, preceduta dalla generosità della lavanda dei piedi e coronata dall’istituzione dell’Eucaristia! L’amore di quell’ultimo bacio dato a Giuda, in quello sguardo su San Pietro, in quelle offese sofferte nella pazienza e nella mansuetudine, in quelle sofferenze patite fino alla consumazione totale delle ultime forze, in quel perdono-grazia col quale il Buon Ladrone ha rubato il Cielo, in quel dono supremo di una Madre celestiale all’umanità miserabile. Ognuno di questi episodi è stato meticolosamente studiato dai sapienti, piamente meditato dai Santi, riprodotto magnificamente dagli artisti, e soprattutto celebrato in maniera imparagonabile dalla liturgia della Chiesa. Per parlare del Sacro Cuore di Gesù c’è soltanto un mezzo: è ricapitolare doverosamente ognuno di loro.
Veramente, venerando il Sacro Cuore, la Santa Chiesa non vuole altro che rendere una lode speciale all’amore infinito che Nostro Signor Gesù Cristo ha dispensato agli uomini. Poiché il cuore simboleggia l’amore, con il culto del Cuore la Chiesa celebra infatti proprio l’Amore. Nelle più diverse e belle invocazioni che ci siano e con cui la Santa Chiesa si riferisce alla Madonna, in nessuna di esse tralasceremo di trovare un rapporto fra Lei e l’amore di Dio. Queste invocazioni celebrano un dono di Dio al quale la Madonna ha saputo essere perfettamente fedele, oppure un potere speciale che Lei ha preso dal Suo Divin Figlio. Orbene, cosa dimostrano i doni di Dio se non un amore speciale del Creatore? E cosa dimostra il potere della Madonna presso Dio se non che questo stesso amore? Così, quindi, è con ogni proprietà di termini che la Madonna può allo stesso tempo essere chiamata «specchio di giustizia» e «onnipotenza supplicante». Specchio di Giustizia perché Dio l’ha tanto amata fino a concentrare in Lei tutte le perfezioni che in una creatura si possono avere, e per questo in nessuna Lui si specchia così perfettamente come in Lei. Onnipotenza supplicante perché non c’è grazia che si ottenga senza la Madonna, e non c’è grazia che Lei non ottenga per noi. Quindi, invocare la Madonna sotto il titolo Cuore Immacolato di Maria è fare una sintesi bellissima di tutte le altre invocazioni, è ricordare il riflesso più puro e più bello della Maternità Divina, è far vibrare in una sola volta e armoniosamente tutte le corde dell’amore che tocchiamo una ad una enunciando le varie invocazioni della litania lauretana o della Salve Regina. Ma c’è un'invocazione che desidero ricordare in modo particolare. È quella dell’Avvocata dei peccatori. Nostro Signore è Giudice, e per infinita che sia la sua misericordia, Lui non può non esercitare le sue prerogative di giudice. La Madonna, invece, è soltanto avvocata. E nessuno ignora che non fa parte della funzione dell’avvocato altro che difendere il reo. Così, dire che la Madonna del Cuore Immacolato è nostra avvocata significa dire che abbiamo nel Cielo un’avvocata onnipotente, nelle cui mani si trova la chiave di un oceano di infinita misericordia. Cosa vi è di meglio da mostrare a questa umanità peccatrice che, se non si parla della Giustizia di Dio, precipita ogni volta di più nel peccato, e se si parla di essa, dispera di salvarsi? Facciamo vedere la Giustizia: è un dovere la cui omissione ha prodotto i più dolorosi frutti. Però a fianco della Giustizia che colpisce gli impenitenti, non dimentichiamoci mai della misericordia che aiuta il peccatore seriamente pentito a lasciare il peccato e, così, a salvarsi. (*) Titolo originale "Nossa Senhora do Sagrado Coração". Traduzione a cura del sito www.pliniocorreadeoliveira.it |