Plinio Correa de Oliveira

 

 

San Maiolo, abate di Cluny:

 

fiducia nella Provvidenza

 

anche contro ogni apparenza

 

 

 

 

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San Maiolo (906-994) governò il monastero di Cluny per cinquant’anni e fu confidente di Papi e di re

Nel 973 stava tornando a casa da una visita a Roma, accompagnato da un buon numero di persone che si sentivano più sicure viaggiando con un santo. Ma traversando le Alpi furono attaccati dai Saraceni, che li catturarono e li misero in catene. Il santo abate pregò Dio che nessuno fosse ucciso, e le sue preghiere furono ascoltate.

In un’altra occasione i Saraceni cominciarono a deridere la religione cattolica. San Maiolo rispose, mostrando così bene la verità della nostra fede e la falsità della loro che i Mori rimasero senza risposta. Ma gettarono il santo nel fondo di una caverna. Si narra che nella caverna il santo miracolosamente trovò un libro attribuito a san Gerolamo, il “Trattato dell’Assunzione della Santa Vergine Maria”. Chiese allora alla Madonna la grazia di essere liberato e di celebrare la festa dell’Assunta in mezzo ai cattolici. Subito si trovò miracolosamente libero dalle sue catene. I Mori, stupefatti, cominciarono a trattarlo con rispetto. Un saraceno, però, non lo rispettava, anzi prese a calci la sua Bibbia. Ma in un incidente il giorno stesso perse proprio quel piede con cui aveva scalciato la Bibbia.

San Maiolo scrisse a Cluny chiedendo che si pagasse il riscatto per sé e per i compagni. Il riscatto arrivò, e il santo poté celebrare la Messa dell’Assunta in mezzo ai cattolici, proprio come aveva chiesto. Poco dopo la sua liberazione, quei Mori subirono una grave sconfitta da parte di truppe cristiane. E il popolo la considerò una punizione divina per avere imprigionato un santo. 

 

Il monastero di Cluny, quasi tutto distrutto dalla Rivoluzione Francese e Napoleone Buonaparte

Vediamo come Dio in modo meraviglioso dà diverse grazie a diverse anime a seconda della loro vocazione. L’episodio mostra come Dio mise alla prova la fiducia nella Provvidenza dei compagni di San Maiolo. Avevano avuto una buona idea affidandosi a un santo per un viaggio pericoloso. Tuttavia, anziché trovare con lui la sicurezza, furono presi dai Saraceni e messi in catene. Potrebbe sembrare che la loro fede in Dio e nel santo fosse mal riposta. Ma non è così. Analizziamo quello che accadde in realtà, al di là della superficie. Ascoltarono il santo pregare che le loro vite fossero risparmiate, e videro che Dio ascoltava la preghiera dell’abate Maiolo. Nessuno di loro fu ucciso o morì. Nella prima di tutte le speranze, quella di conservare la vita, non furono delusi. In realtà la loro fede non si dimostrò giustificata solo dalla preservazione delle loro vite, ma ricevettero molto di più di quello che avevano chiesto. Ebbero la grande grazia di passare un buon numero di giorni con un santo, l’abate Maiolo.

Un proverbio dice che il Diavolo si porta via presto quello che ha promesso e concesso all’uomo. Con Dio accade il contrario. Riconsegna all’uomo quello che sembra avergli portato via. Quando sembra portare via qualcosa, spesso sta solo mettendo alla prova la fede dei suoi figli. Questo è evidente nel caso dei compagni di San Maiolo. A prima vista i viaggiatori avevano semplicemente perso la loro libertà. Ma in realtà fu data loro l’occasione di assistere a una serie di miracoli che fecero un bene enorme alle loro anime. Videro il santo disputare con i Saraceni ed ebbero così l’occasione di capire la gloria della religione cattolica, posto che i Mori non avevano risposte ai suoi argomenti – si limitarono a irritarsi e a gettare San Maiolo in una profonda caverna.

Furono pure testimoni del ritrovamento del libro sulla Madonna, della preghiera dell’abate Maiolo e della risposta della Madonna a questa preghiera con la libertà per tutti. I viaggiatori videro anche le catene del santo cadere miracolosamente. Lo videro libero dalle catene e capace di uscire da solo dalla caverna. Videro lo stupore dei Mori e come cominciarono a trattare meglio l’abate. Videro come il saraceno che aveva preso a calci la Bibbia di San Maiolo perse quel piede lo stesso giorno, e compresero che la giustizia divina punisce i malvagi.

In verità poterono misurare la profondità del male nel cuore degli uomini: anche dopo che i Saraceni ebbero visto tutti questi prodigi e ricevuto quindi le grazie corrispondenti non si convertirono. Videro quindi alla fine il castigo divino cadere sui Saraceni quando furono sconfitti in battaglia. Insomma, la Divina Provvidenza diede a questi viaggiatori molto di più di quanto si aspettavano.

 

Cluny, scorcio di quello che è rimasto

La lezione è che dobbiamo avere fiducia nella Provvidenza, che qualche volta ci chiede una fede cieca. È un tipo di fiducia che si fida contro ogni apparenza e che rimane fedele anche quando i fatti sembrano smentirla. Praticare questa fiducia eroica deve diventare un’abitudine, e ci consentirà di accumulare un grande tesoro di misericordia. Consideriamo, per esempio, chi fonda una scuola.

Dopo un po’ di tempo la scuola fallisce. Pensa: “Dio mi ha abbandonato”. Un altro si sforza di convertire gli amici e non ha successo. Un terzo cerca di fondare un movimento per la gloria di Nostra Signora, ma questo movimento non prospera. Tutti e tre si possono sentire abbandonati da Dio. Ma non è così. Spesso Dio concede il successo proprio attraverso l’apparente abbandono. Chi consegue la vittoria è sempre passato attraverso molte apparenti sconfitte. Attraverso l’accettazione di queste sconfitte intermedie, alla fine si merita la vittoria.

Qualche volta è molto difficile capire che cosa succede, qual è il progetto della Provvidenza e della Madonna per noi. Ma se speriamo contro ogni speranza riceveremo più di quello che avevamo chiesto. Questo accadde ai viaggiatori che accompagnavano San Maiolo.

Chiediamo dunque al santo abate Maiolo la grazia di vedere come questo accade della nostra vita e di capire che la mano di Dia ci guida anche attraverso gallerie oscure e catastrofi; che la sollecitudine e l’amore della Madonna sono sempre con noi e ci preparano a ricevere più di quello che abbiamo chiesto. 


Pubblicato dal Circolo Culturale Plinio Corrêa de Oliveira


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