Plinio Correa de Oliveira
Fatima in una visione d'insieme
Cristianità n. 17-18 (1976) e Cristianità n. 301-302 (2000) (*) |
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Presupposti e lineamenti generali delle apparizioni Primo presupposto: il dogma della comunione dei santi 1. Per capire l’insieme di visioni e di comunicazioni, di cui furono favoriti Lucia, Francesco [1908-1919] e Giacinta [1910-1920], bisogna aver presente, anzitutto, la dottrina cattolica sulla comunione dei santi. Le preghiere e i meriti di una persona possono andare a beneficio di un’altra. Così, le preghiere, i sacrifici e l’olocausto della vita stessa, offerti dai tre bambini, soprattutto dopo esser stati spiritualmente beneficiati dalle apparizioni della Regina di Tutti i Santi, è logico che potessero servire a un gran numero di anime e perfino a nazioni intere. Quindi, la Madonna è venuta a sollecitare ai tre preghiere e sacrifici. A Giacinta e a Francesco ha chiesto anche l’olocausto della vita, come vittime espiatorie per i peccati degli uomini. A Lucia ha chiesto di restare in questo mondo per compiere una missione di cui poi parleremo. Secondo presupposto: la mediazione universale di Maria santissima 2. Altro presupposto per la comprensione degli avvenimenti di Fatima è la mediazione universale di Maria santissima. Ella opera, in tutti, come mediatrice somma e necessaria — per libera volontà di Dio — fra il Redentore offeso e l’umanità peccatrice. Mediatrice, d’altro canto, sempre ascoltata, e in quanto tale esercitante un’autentica direzione sugli avvenimenti. Mediatrice regale, che sarà glorificata con la vittoria del suo Cuore materno, che è la più perfetta espressione della vittoria di Dio stesso. A Fatima la Madonna non ha parlato soltanto per il Portogallo, ma per il mondo intero 3. Parlando ai piccoli pastori la Madonna ha voluto parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, ella ha parlato al Papa e alla sacra gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Purissimo. La situazione grandemente calamitosa del mondo contemporaneo 4. La Madre di Dio ha fatto queste richieste di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo all’epoca delle apparizioni, cioè nel 1917. La Madonna indicò tale situazione come grandemente calamitosa. L’empietà e l’impurità avevano a tal punto preso possesso della terra che, per punire gli uomini, era esplosa quell’autentica ecatombe che fu la Grande Guerra [1914-1918]. Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo d’emendarsi secondo il richiamo di Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra, ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, un’ecatombe finale, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per il Romano Pontefice: "La Russia [...] diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa [...], il Santo Padre dovrà soffrire molto". Dopo un’ecatombe finale, di origine ideologica e di portata universale, verrà il Regno di Maria 5. Colpita in questo modo, con tutta una catena di calamità, la dura cervice dell’umanità contemporanea, vi sarà una conversione di anime su larga scala. Tale conversione sarà, in modo particolare, una vittoria del Cuore Purissimo della Madre di Dio: "Finalmente il mio Cuore Immacolato trionferà...". Sarà il Regno di Maria sugli uomini... La meditazione sui tormenti eterni è efficace e adatta per gli uomini di questo secolo 6. Con l’intenzione d’incitare l’umanità nel modo più efficace possibile ad accogliere questo messaggio, la Madonna fece vedere ai suoi tre confidenti le anime condannate all’inferno. Quadro tragico da loro descritto in modo mirabile, e particolarmente atto a ricondurre alla virtù i peccatori induriti. Questa lugubre visione mostra bene quanto s’ingannano profondamente quanti affermano che, per gli uomini di questo secolo, è inadeguata la meditazione sui tormenti eterni. Prove dell’autenticità del messaggio di Fatima 7. Per provare la realtà delle apparizioni, e quindi l’autenticità del messaggio, la Vergine dispose tre ordini di avvenimenti: a. Affluenza di un grande numero di spettatori nel momento in cui parlava ai veggenti. Benché soltanto costoro fossero i destinatari immediati del messaggio, i presenti, con una penetrazione psicologica comune, potevano rendersi conto che i tre bambini non mentivano e non erano oggetto di un’illusione, affermando di essere in contatto con la Madonna, ma udivano realmente un essere invisibile per gli altri, al quale parlavano. b. Il prodigio delle trasformazioni cromatiche e dei movimenti del sole. Questo prodigio fu notato in una zona tanto più vasta del luogo delle apparizioni, che non può essere spiegato con un fenomeno di suggestione collettiva, per altro eccezionalmente difficile da prodursi nelle migliaia di persone — dalle cinquanta alle settantamila — presenti alla Cova da Iria. c. Fu confermata la profezia secondo cui, poco dopo le apparizioni di Fatima, sarebbe giunta alla fine la prima guerra mondiale. Come fu pure confermato l’annuncio secondo cui, se l’umanità non si fosse emendata, sarebbe esplosa un’altra guerra mondiale. La luce straordinaria che illuminò i cieli dell’Europa prima della seconda conflagrazione [1939-1945] fu un fatto osservato in diversi paesi e universalmente noto (1). La Signora aveva preavvertito i veggenti che questo sarebbe stato il segno della punizione imminente. E poco dopo la punizione venne. d. La previsione del castigo supremo, che è la diffusione del comunismo, cominciò a realizzarsi poco dopo le apparizioni. È importante notare che la santissima Vergine annunciò che "la Russia [...] diffonderà i suoi errori nel mondo", ma che, al momento della profezia — il 13 luglio 1917 —, l’espressione era più o meno inintelligibile. Infatti, lo zarismo era appena caduto, sostituito dal regime ancora borghese di [Aleksandr Fëdoroviã] Kerenskij [1881-1970], e non si poteva sapere quali sarebbero stati questi errori russi. Né si poteva chiaramente trattare della diffusione della religione greco-scismatica, mummificata e privata di qualsiasi forza espansiva. Così, l’ascesa dei marxisti al potere nell’infelice Russia, nel novembre del 1917, fu già un eloquente inizio di conferma della profezia. Poi, il Partito Comunista russo iniziò la propagazione mondiale dei suoi errori, il che accentuò ancora di più la coincidenza fra quanto la Vergine aveva annunciato e il corso degli avvenimenti. Dopo la seconda guerra mondiale l’espansione comunista si accentuò ancora molto di più, perché numerose nazioni, soggiogate con la frode e con la forza, caddero sotto il dominio sovietico. La Russia divenne così un pericolo mondiale. E un’aggressione comunista è oggi come una spada di Damocle sospesa sull’Occidente. In questo modo la minaccia formulata dalla Madonna, che poteva parere confusa e inverosimile nel 1917, si presenta nel 1967 come un pericolo che riempie di paura tutta la terra. Le due famiglie spirituali del mondo contemporaneo Di fronte a queste affermazioni, di una grandezza apocalittica, bisogna fare un’osservazione. Il mondo attuale si sta sempre più dividendo in due famiglie spirituali. Una pensa che l’umanità è prigioniera di un fascio di errori e d’iniquità, che sono cominciati nella sfera religiosa e culturale con l’Umanesimo, il Rinascimento e la Pseudo-Riforma protestante. Tali errori si sono aggravati con l’illuminismo e il razionalismo, e sono culminati nella sfera politica con la Rivoluzione francese. Dal terreno politico sono passati al campo sociale ed economico, nel secolo XIX con il socialismo utopistico e con il socialismo cosiddetto scientifico. Con l’avvento del comunismo in Russia, tutta questa congerie di errori ha avuto un esordio di trasposizione, incipiente ma massiccia, nell’ordine concreto dei fatti, e ne è nato l’impero comunista moloc, che va dal cuore della Germania fino al Vietnam e la cui unità è indiscutibile, dal momento che la divisione fra la "linea russa" e la "linea cinese" non è niente di più di un inganno propagandistico. Contemporaneamente, soprattutto a partire dalla Grande Guerra, la moralità, in Occidente, ha cominciato a declinare con una rapidità spaventosa, preparandolo alla capitolazione di fronte al comunismo, che è la più audace espressione dottrinale e istituzionale dell’immoralità. La concezione storica contenuta in queste considerazioni si trova esposta nell’articolo La crociata del secolo XX (2), e abbiamo cercato di dare a essa uno sviluppo più ampio nel saggio Rivoluzione e Contro-Rivoluzione (3). Infine, si trova enunciata con grande elevatezza e chiarezza nello storico documento in cui duecento Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II [1962-1965] — per iniziativa delle LL. EE. Rev. me mons. Antonio de Castro Mayer [1904-1991] e mons. Geraldo de Proença Sigaud — chiesero una nuova condanna del marxismo (4). Per le innumerevoli anime di tutti gli stati, condizioni di vita e nazioni, che condividono questo modo di pensare, il messaggio di Fatima è tutto quanto vi è di più coerente con la dottrina cattolica e con la realtà dei fatti. Vi è pure un’altra famiglia spirituale, per la quale i problemi del mondo contemporaneo hanno un rapporto scarso o inesistente con l’empietà — considerata come deviazione colpevole dell’intelligenza — e con l’immoralità. Essi nascono esclusivamente da involontari equivoci, che una buona diffusione di dottrina e una conoscenza obiettiva della realtà possono dissipare. Questi equivoci derivano, inoltre, da carenze economiche. Figli della fame, scompariranno quando nel mondo non vi sarà più fame. E non moriranno prima di allora. Con l’aiuto della scienza e della tecnica, la crisi dell’umanità si risolverà. Ma non solo. Poiché manca, come nota caratteristica delle catastrofi e dei pericoli in mezzo ai quali ci dibattiamo, il fattore "colpa", la nozione di un castigo universale diventa incomprensibile. Tanto più quanto, per questa famiglia spirituale, il comunismo non è intrinsecamente perverso, e con esso sono possibili compromessi che evitino scomode persecuzioni. È chiaro che, per amore di brevità, la descrizione di queste due famiglie spirituali rende un poco schematico il panorama. Fra l’una e l’altra vi sono molte gamme. Non vi è però spazio per descriverle in questa sede. Nella misura in cui qualcuna delle correnti intermedie si avvicina a un polo o all’altro, per essa diventa sempre più comprensibile o incomprensibile il messaggio di Fatima. Fatima costituisce quindi, in questo senso, un autentico spartiacque delle mentalità contemporanee. Comunque, fatta eccezione per la parte mantenuta ancora segreta, le richieste, gli ammonimenti, le profezie — tutte, sia ben chiaro, con semplice carattere di rivelazioni private... — della Cova da Iria sono in avanzato stadio di conferma. Agli scettici diciamo: "Chi vivrà vedrà...". Il messaggio di Fatima non è stato ascoltato Si svolgeranno gli avvenimenti previsti a Fatima, e fino a questo momento non ancora realizzati? È la domanda che si fa l’umanità contemporanea. In via di principio non vi è possibilità di dubbio. Poiché una parte delle profezie si è già realizzata con impressionante precisione, il fatto prova il loro carattere soprannaturale. E, provato questo carattere, non è possibile mettere in dubbio che il messaggio celeste si realizzi completamente. Ma qualcuno potrebbe obiettare che le profezie del 13 luglio 1917 hanno un carattere condizionale. Esse si realizzerebbero nel caso che il Papa e, in unione con lui, i vescovi non avessero fatto la consacrazione della Russia e del mondo al Cuore Immacolato di Maria. Ebbene, questa consacrazione è stata fatta da Pio XII quanto al mondo nel 1942, e quanto alla Russia in particolare nel 1952. Quindi, si deve sperare che i castighi previsti dalla Madonna del Rosario non vi saranno... A questa obiezione possono essere date due risposte. In primo luogo, secondo parole di Nostro Signore a suor Lucia nel 1943, da lei riferite in una lettera al suo confessore, padre José Bernardo Gonçalves S.J. [1894-1966], la consacrazione del mondo fatta da Pio XII, benché sia stata di divino gradimento, non osservò tutte le condizioni indicate dalla Madre di Dio. Di conseguenza, sembra discutibile che tale consacrazione abbia l’effetto di allontanare le calamità previste. A queste parole, comunicate da Nostro Signore a suor Lucia, bisogna dare tutto il credito, perché, essendo ella rimasta in questa vita con una missione concernente il messaggio di Fatima, è normale che riceva dal Cielo comunicazioni di questa natura, atte a orientare il mondo nell’interpretazione da dare al messaggio stesso, e anche al rapporto di questo con lo svolgersi degli avvenimenti. E, per questa stessa ragione, è normale anche che Gesù e sua Madre diano alla religiosa fedele e tanto amata dai Sacri Cuori tutta l’assistenza perché compia questa missione senza cadere in errore e senza indurre in errore l’umanità. In secondo luogo, è importante notare che, alla Cova da Iria, la Madonna ha indicato due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava. Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la diffusione della pratica della comunione riparatrice dei cinque primi sabati. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio. E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e d’impurità che lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento d’indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi... A questo punto bisogna fare un’osservazione, e cioè che, se non si vedono le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna ha affermato nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati avessero continuato ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si rifiutasse ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non venisse. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate. Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo, se il genere umano restasse sempre più attaccato all’empietà e al peccato. Infatti, finché le cose stessero così, la consacrazione avrebbe qualcosa d’incompleto e di privo di contenuto reale. Insomma, siccome non si è operata nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile. Perché non è ancora stata rivelata la terza parte del segreto? Cade a questo punto il famoso problema della parte ancora non rivelata del segreto di Fatima. Conterrà, forse, parole di perdono e di pace, che ci lascino sperare in un’indefinita impunità per questa indefinita crescita dell’empietà e dell’impurità? Diciamo subito che non riusciamo a capire che cosa vi sia di pietoso in quest’idea. In situazioni analoghe — di un mondo sordo e recalcitrante fino alla fine — le anime sante dell’Antico e del Nuovo Testamento preferirono sempre la misericordia alla giustizia, e il perdono al castigo. Ma preferirono sempre il castigo allo spettacolo dell’empietà vittoriosa, che si beffa impunemente e per un tempo indefinito della maestà di Dio. Inoltre, sembra assurdo ammettere che la Madonna abbia trasmesso un messaggio pubblico sostenendo che, senza l’emendazione della vita, il mondo sarebbe incorso in terribili castighi, e un messaggio privato nel quale affermasse, in un modo o nell’altro, che nella stessa ipotesi succederebbe il contrario. È importante, dunque, pregare, soffrire e agire perché l’umanità si converta. E con impegno raddoppiato, perché diversamente il castigo è alle porte. Un segreto è un segreto. E, a esser logici, nessuno può trarre deduzioni dal suo contenuto finché non lo conosce. Tuttavia, non è fuori luogo fare a questo punto una congettura. La parte ancora non divulgata del segreto contiene probabilmente particolari spaventosi sul modo in cui si compiranno i castighi annunciati a Fatima. Solo così, infatti, si spiega perché possa sembrare duro renderla pubblica. Se essa contenesse prospettive distensive, tutto porta a credere che sarebbe già stata resa di dominio pubblico.
Le luci sacrali dell’aurora del Regno di Maria È bene che, al termine di queste riflessioni, il nostro spirito indugi nella considerazione delle prospettive ultime del messaggio di Fatima. Oltre la tristezza e le punizioni sommamente probabili, verso le quali avanziamo, abbiamo davanti a noi le luci sacrali dell’aurora del Regno di Maria: "Finalmente il mio Cuore lmmacolato trionferà". È una prospettiva grandiosa di universale vittoria del Cuore regale e materno della santissima Vergine. È una promessa pacificante, attraente e, soprattutto, maestosa ed entusiasmante. Per evitare il castigo, nella tenue misura in cui è evitabile per ottenere la conversione degli uomini, nella scarsa misura in cui è ancora ottenibile prima del castigo, secondo la comune economia della grazia; per avvicinare il più possibile l’aurora benedetta del Regno di Maria; e per aiutarci a camminare in mezzo alle ecatombi, che tanto gravemente ci minacciano, che cosa possiamo fare? Ce lo indica la Madonna: l’infervoramento nella devozione a lei, la preghiera, la penitenza. Per stimolarci alla preghiera, rivestendosi successivamente degli attributi propri alle invocazioni di Regina del Santo Rosario, di Madonna Addolorata e di Madonna del Carmelo, ella ci ha indicato quanto le fa piacere essere conosciuta, amata e venerata in questo modo. Inoltre, la Vergine di Fatima ha insistito in modo assolutamente speciale sulla devozione al suo Cuore lmmacolato. Nei suoi messaggi ella ha fatto riferimento al suo Cuore più di sette volte. Quindi, il valore teologico, per altro già così provato, della devozione al Cuore Immacolato di Maria, trova a Fatima una preziosa e impressionante conferma. D’altro canto, l’insistenza della santissima Vergine prova abbondantemente la grandissima opportunità di questa devozione. Chi prende sul serio le rivelazioni di Fatima deve, quindi, ricordare che l’incremento della devozione al Cuore Purissimo è uno dei più elevati propositi di un sano aggiornamento (5) della pietà. Note: (*) Fátima, numa visão de conjunto, in Catolicismo, anno XVII, Campos (Brasile) maggio 1967, n. 197. L’articolo è comparso, senza il riferimento all’occasione della sua stesura — il cinquantesimo anniversario delle apparizioni di Fatima e la pubblicazione di un numero pressoché monografico sul tema del mensile Catolicismo —, in trad. it., in Cristianità, anno IV, n. 17-18, maggio-agosto 1976, pp. 2-4; poi come prefazione delle diverse edizioni italiane dell’opera di Antonio Augusto Borelli Machado, Le apparizioni e il messaggio di Fátima secondo i manoscritti di suor Lucia, trad. it. pubblicata per la prima volta ibid., pp. 5-15, quindi in volume, Cristianità, Piacenza, 1977. Note e inserti fra parentesi quadre redazionali; traduzione riveduta. (1) Il riferimento è all’aurora boreale straordinaria verificatasi nella notte fra il 24 e il 25 gennaio 1938. (2) Cfr. Plinio Corrêa de Oliveira, La crociata del secolo XX, trad. it., in Cristianità, anno II, n. 7, settembre-ottobre 1974, pp. 1-4; riproposto ibid., anno XXIII, n. 246, ottobre 1995, pp. 7-12. (3) Cfr. Idem, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, con lettere di encomio di S. E. mons. Romolo Carboni [1911-1999], arcivescovo titolare di Sidone e nunzio apostolico, e con un saggio introduttivo su L’Italia tra Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, di Giovanni Cantoni, 3a ed. it. accresciuta, Cristianità, Piacenza 1977. (4) Cfr. il documento in Cristianità, anno IV, n. 19-20, settembre-dicembre 1976, p. 21. (5) In italiano nell’originale. |